La favola dello scrittore

Mi sento bloccata da me stessa.  
Questo mio non voler scrivere poesie  eppur sentirle tutte dentro.  

Un buon scrittore quando ha un’improvvisa folgorazione è come se inseminasse una cellula.
Se poi l'ispirazione si tramuterà in progetto, la cellula si potrà dire fecondata.
Il progetto andrà avanti, si formerà come il feto, diverrà bimbo o bimba e buttando sangue con gioia e dolore il buon scrittore partorirà un bel giorno il suo progetto.
Ma come ogni buon genitore egli sa che la nascita è un trampolino di partenza, non di conclusione; quindi, avrà cura della sua creatura per molto tempo ancora.
Editing e restyling saranno normali come crescerlo e svezzarlo.
L'avvenimento imprevisto tramuterà in ansia il resto del tempo che gli resterà, ma un bel dì potrà guardare la sua creatura e dirsi orgoglioso d'essa.
Ma non è finita! Perché come un genitore non smette mai di amare il proprio figlio, uno scrittore ancor prima che finisca si tramuterà in una matrona antica e tesserà, tesserà come un ragnetto famelico affinché il figlio/progetto abbia un matrimonio che si merita.
Già! Qualcuno che se ne prenda cura e gli faccia girare il mondo e faccia guadagnare un po' di soldini al genitore. Gli sposalizi non sono roba facile. Alcuni chiederanno la mano e al buon scrittore sembrerà che vogliano fidanzarsi con il suo progetto ma poi cambieranno idea. Altri useranno la sua creatura rovinandola e altri ancora cercheranno di sfruttarla, se non proprio di rubargliela.
Un buon genitore non smetterà mai di sperare fino all'ultimo che la sua creatura abbia il meglio che il mondo le può offrire.
Egli non smetterà mai di cercare una buona casata editrice che abbia cura della sua creatura.
Ecco cosa porta un buon scrittore sui social piuttosto che nelle pubbliche piazze. L'amore per la propria creatura. Questo amore lo porterà a fare alleanze a scopo matrimoniale o intrighi per depistare i nemici che minacceranno il suo buon nome di genitore o scrittore. Ma, quando il buon scrittore sarà sazio di giorni, potrà godere di tutto il suo duro lavoro con la vista dei suoi nipotini (diritti d'autore) che manderanno avanti il suo nome a tempo indefinito e fin dopo, anche quando il buon scrittore cesserà di esistere.


Così vorresti essere uno scrittore? (Charles Bukowski)


E così vorresti fare lo scrittore?
E così vorresti fare lo scrittore?
Se non ti esplode dentro
a dispetto di tutto,
non farlo
a meno che non ti venga dritto
dal cuore e dalla mente e dalla bocca
e dalle viscere,
non farlo.
E così vorresti fare lo scrittore?
Se non ti esplode dentro
a dispetto di tutto,
non farlo
a meno che non ti venga dritto
dal cuore e dalla mente e dalla bocca
e dalle viscere,
non farlo.

Se devi startene seduto per ore
a fissare lo schermo del computer
o curvo sulla macchina da scrivere
alla ricerca delle parole,
non farlo.

Se lo fai solo per soldi o per fama,
non farlo
se lo fai perché vuoi
delle donne nel letto,
non farlo.

Se devi startene lì a
scrivere e riscrivere,
non farlo.
Se è già una fatica il solo pensiero di farlo,
non farlo.
Se stai cercando di scrivere come qualcun altro,
lascia perdere.

Se devi aspettare che ti esca come un ruggito,
allora aspetta pazientemente.
Se non ti esce mai come un ruggito,
fai qualcos'altro.
Se prima devi leggerlo a tua moglie
o alla tua ragazza o al tuo ragazzo
o ai tuoi genitori o comunque a qualcuno,
non sei pronto.

Non essere come tanti scrittori,
non essere come tutte quelle migliaia di
persone che si definiscono scrittori,
non essere monotono o noioso e
pretenzioso, non farti consumare dall'autocompiacimento

le biblioteche del mondo
hanno sbadigliato
fino ad addormentarsi per tipi come te
non aggiungerti a loro
non farlo
a meno che non ti esca
dall'anima come un razzo,
a meno che lo star fermo
non ti porti alla follia o
al suicidio o all'omicidio,
non farlo
a meno che il sole dentro di te stia
bruciandoti le viscere,
non farlo.
quando sarà veramente il momento,
e se sei predestinato,
si farà da sé e continuerà finché tu morirai o morirà in te.

Non c'è altro modo
e non c'è mai stato.


Io non ti dimentico ti occulto.  
Ti occulto per respirare  
e scrivo di te. 
Scrivo di te per non dimenticare quella me che ti apparteneva. 
Potresti almeno esserci  e smettere di mancarmi. 
Vedi tu di quale morte  devi farmi morire. 


Consigli per un giovane scrittore - Intervista a Roberto Vecchioni

parlando di scrittori 
l'intervista ad Orwell non poteva mancare!!!
 
versione integrale in inglese

Oriana Fallace
 
Oriana in lotta con l’alieno, il cancro ai polmoni, racconta che non si è fatta curare subito perché doveva finire di tradurre i suoi libri in francese e in inglese. Non era soddisfatta delle traduzioni fatte dal traduttore. La Sontag la accusò di essere stupida per avere perso tempo prezioso, ma lei rispose che i suoi libri sono i suoi figli. E che una madre, tra la propria salvezza e quella dei suoi figli… sceglie sempre quella dei suoi figli.



L'amore che cos'è?
Già, che sarà mai?
E intanto scrivo di te.

audiolibro
Appunti notturni di uno scrittore di fantascienza stanco - Philip K. Dick


Questo scritto del 1968 è stato pubblicato per la prima volta in "Eternity Science Fiction", vecchia serie, n. 1, luglio 1972, ed è stato ristampato in "PKDS Newsletter", nn. 22-23, dicembre 1989.
Philip K. Dick racconta come sia difficile vivere scrivendo fantascienza, ma di come gli scrittori del genere trovino sempre un modo per tirare avanti e per sostenersi a vicenda.
Non manca tuttavia una certa amarezza, che si sintetizza nella celebre sentenza: «Non mettetevi a scrivere per professione: vendete lacci di scarpe.» A cui però segue un'altra, ironica, considerazione.
Infine, lo scritto è anche un'occasione per raccontare il valore della scrittura e il rapporto tra lo scrittore e i suoi personaggi.



Il mio scrivere non è altro
che il mio peregrinare sulle bianche pieghe del suo essere.

colonna sonora
Ultimo - "Nostalgico scrittore" 


Non è che faccia da sempre l'offeso
Su questo muro, ogni dubbio l'ho appeso
Non hai certezze se parti da zero
Sono cambiato troppe volte, ed ora non ricordo com'ero
La forza di prima,
dov'è finita, avida, stupida vita,
ormai perdi sapore, pure in salita,
io calmo la rabbia, stringendo le dita
Mi chiedi perchè provo rabbia
se in fondo ho avuto il mondo
Una famiglia, non mi assomiglia
Fuggo dal senso con una bottiglia
Le amare sconfitte che ho perso da solo
Le amare vittorie per colmare il vuoto
I nostri momenti, quello che sbaglio
Quello che invece ho dentro di buono
Le facce deluse con cui mi scuso
Sono stufo, amo soltanto 3 facce tra le 1100
che ho conosciuto
Non chiedermi ancora cosa resta e quanto dura, io
Nostalgico scrittore, questa penna è la mia cura
Gira la ruota ed il mio turno,
ormai tarda ad arrivare, mando affanculo il mondo
Tanto ho capito
com'è che deve funzionare
 
Dimmi che cosa posso fare
Per non vivere ancora a metà
Io ho cominciato già a sperare
Trova un motivo per cambiare
Ma già domani ricomincerà
La solita insoddisfazione
 
Quello che cerco da sempre
È quello che in fondo da sempre non trovo,
tu, chiamami pure sbadato, io insisto
finchè fra le dita non ho la vittoria
di questo gioco
E poco a poco, giungo all'ennesimo sfogo
E fatico mentre nuoto
La meta è lontana e cresce il solito Vuoto
Faccio discorsi strani
Intraprendo percorsi estranei
E crollo davanti allo specchio
Quando mi accorgo che dentro i miei occhi
Non c'è niente
Di quello che ami
Dai, dov'è la vita che sognavo
Avevo un sogno, ma quel sogno mi ha superato
Mi ha raddoppiato
Portami dove non guardano gli occhi
Per esprimersi bene
Salvarmi da questo posto e l'unico modo per
Restare insieme
Che odio le loro facce, i loro modi
Le loro finzioni
Odio chi prega la notte
Per un futuro migliore,
Chi protesta tutte le ore
Odio me stesso, quando rimango
Tra la folla distratto, bianco, all'angolo stanco,
Avevo una parte felice,
L'ho calpestata ieri nel fango
Canto,
Perchè fin'ora questo primo tempo
Finisce in svantaggio
E per recuperare
Ora non mi basta sognare
 
Che cosa cerchi
Che cosa cerchi
Che cosa cerchi in un mondo
Che non è come vuoi
Che cosa cerchi
Dimmi in fondo cosa cerchi
In questo mondo che non è come vuoi
 
Cosa pretendi
Dimmi tu cosa pretendi
In questo mondo che non è come vuoi
Cosa pretendi
Dimmi tu cosa pretendi in questo mondo
Che non è come vuoi
 
Dimmi che cosa posso fare
Per non vivere ancora a metà
Io ho cominciato già a sperare
Trova un motivo per cambiare
Ma già domani ricomincerà
La solita insoddisfazione
 
Dimmi che cosa posso fare
Per non vivere ancora a metà
Io ho cominciato già a sperare
Trova un motivo per cambiare
Ma già domani ricomincerà
La solita insoddisfazione




film completo
 
La fine è il mio Inizio

Il film è tratto dalla biografia postuma che lo scrittore Tiziano Terzani ha dettato a suo figlio Folco mesi prima che morisse, a causa di un cancro.



Conosco cento modi per morire ma il mio preferito rimane scrivere.











Commenti

Post più popolari