(Dentro il racconto) Il gabbianello
Il racconto del gabbianello è ispirato fortemente al libro del grande maestro Luis Sepúlveda. Ma se pur si parte dal dover insegnare ad una gabbianella a volare, si diversifica incarnando i suoi due personaggi principali con persone reali scambiandone però i ruoli. Ed infatti la Gabbianella Fortunata diventa la misteriosa Anita e il gatto Zorba si tramuta in Gianni a cui Anita insegna a volare senza ali.
Il gabbianello è un racconto semplice e romantico che si presta però a diverse interpretazioni. Non è una macchietta del bel racconto del maestro. È un racconto a sé che vuol far volare il lettore sulle ali dell'immaginazione. . Nello scrivere il racconto mi sono immaginata diverse volte come riuscire con le parole a volar una persona con la mente.
Il gabbianello è un racconto semplice e romantico che si presta però a diverse interpretazioni. Non è una macchietta del bel racconto del maestro. È un racconto a sé che vuol far volare il lettore sulle ali dell'immaginazione. . Nello scrivere il racconto mi sono immaginata diverse volte come riuscire con le parole a volar una persona con la mente.
Il gabbiano è una sintesi dell'anima.
Infatti, un racconto popolare della tradizione rabbinica, in cui Israele viene paragonata ad una colomba:
"La sera del grande Giorno della creazione, la colomba si avvicina triste triste ai piedi del Creatore. Dal suo Trono di fulgore il Signore le rivolge lo sguardo.
«Ho paura, Signore del Cielo e della terra. Il gatto mi insegue».
«Hai ragione, colombella. Ecco qui: ti regalo un paio di ali. Va’ e non avere più paura».
La colombella è tutta contenta, ma la sera dopo viene ancora a zampettare ai suoi piedi.
«Il gatto mi insegue, sommo Creatore».
«Ma ti ho dato le ali…».
«Ecco, Signore… Già prima, con queste due zampette così corte, era una fatica: adesso che ho questi due cosi che mi pesano sulla schiena è pure peggio».
E il Creatore, nel suo sguardo di sconfinata tenerezza: «Ma colombella: io ti ho dato le ali non perché tu le portassi, ma perché le ali portassero te».
Per capire meglio ho trovato il racconto de "La gabbianella e il gatto che le insegnò a volare" della quale ho creato un estratto dei punti che potessero essere utili per la comprensione del messaggio: i 10 comandamenti altro non sono che un dono di Dio per la nostra felicità e la nostra realizzazione.
"La nostra vocazione fondamentale è a volare alto. La vita ci chiede continuamente di rispondere a questa chiamata a solcare le altezze e le profondità della condizione umana. Siamo al mondo per spalancare le ali del desiderio ed esprimere il nostro potenziale di avventurieri dell’esistenza, di esploratori del Mistero che freme in ogni cosa. La dimensione religiosa della vita vuole accompagnare e favorire la drammatica gioia del nostro volo.(..) Gesù insegna a volare alto, addirittura dentro l’intimità con il Padre dei cieli. Accoglierò il dono? Rischierò l’avventura?" Don Paolo Alliata.
"La sera del grande Giorno della creazione, la colomba si avvicina triste triste ai piedi del Creatore. Dal suo Trono di fulgore il Signore le rivolge lo sguardo.
«Ho paura, Signore del Cielo e della terra. Il gatto mi insegue».
«Hai ragione, colombella. Ecco qui: ti regalo un paio di ali. Va’ e non avere più paura».
La colombella è tutta contenta, ma la sera dopo viene ancora a zampettare ai suoi piedi.
«Il gatto mi insegue, sommo Creatore».
«Ma ti ho dato le ali…».
«Ecco, Signore… Già prima, con queste due zampette così corte, era una fatica: adesso che ho questi due cosi che mi pesano sulla schiena è pure peggio».
E il Creatore, nel suo sguardo di sconfinata tenerezza: «Ma colombella: io ti ho dato le ali non perché tu le portassi, ma perché le ali portassero te».
Per capire meglio ho trovato il racconto de "La gabbianella e il gatto che le insegnò a volare" della quale ho creato un estratto dei punti che potessero essere utili per la comprensione del messaggio: i 10 comandamenti altro non sono che un dono di Dio per la nostra felicità e la nostra realizzazione.
"La nostra vocazione fondamentale è a volare alto. La vita ci chiede continuamente di rispondere a questa chiamata a solcare le altezze e le profondità della condizione umana. Siamo al mondo per spalancare le ali del desiderio ed esprimere il nostro potenziale di avventurieri dell’esistenza, di esploratori del Mistero che freme in ogni cosa. La dimensione religiosa della vita vuole accompagnare e favorire la drammatica gioia del nostro volo.(..) Gesù insegna a volare alto, addirittura dentro l’intimità con il Padre dei cieli. Accoglierò il dono? Rischierò l’avventura?" Don Paolo Alliata.
Dal racconto:
Quella che vi racconterò oggi è la storia di un uomo che divenne gabbiano, imparando a volare. Gianni era un viaggiatore del tempo da panchina, lui amava sedersi e riflettere e mentre rifletteva, viveva cento storie diverse attraverso lo sguardo altrui. S'innamorava cento volte al giorno, di cento diversi sguardi. Finché un giorno non vide uno sguardo che non dimenticò più, quello di una ragazza di nome Anita.
Stava seduto su una panchina che dava sul mare quando la vide, ma come la vide ella sparì. Al suo posto vide un gabbiano, dal manto scuro e lucido. Stette a fissarlo fin quando i loro occhi non s'incrociarono per qualche secondo, poi il gabbiano volò via, lasciando al povero uomo una smania d'amor mai vista.
Da quel momento, con ricorrenza giornaliera, Gianni ritornava sul luogo per tentare di ritrovarlo, o per rivedere la sua Anita, ma invano. Ed in cuor suo, decise che a regalargli quella visione era stato solamente un miraggio marittimo.
Un pomeriggio, forse per la brezza gentile o il pranzo abbondante, si addormentò profondamente sulla medesima panchina, e quando si destò, mentre il profumo del mare gli penetrava nel naso aquilino, la vide, accanto a sé, guardarlo divertita.
«Mi chiamo Anita e quella gabbianella è Kia»
Gianni fu strabiliato dalla visione.
«Io, io… mi chiamo Gianni» balbettò lui.
«Gianni, dunque» disse Anita, sorridendogli con gli occhi.
«Guarda Gianni, guarda che tramonto mozzafiato stasera!»
Così fece. Non si era ancora accorto di quanto fosse tremendamente meraviglioso quello spettacolo davanti a sé, che avvolgeva il corpo e l’anima con i suoi caldi colori e li faceva risplendere. Ma in un batter d’occhio, la ragazza e la sua gabbianella si volatilizzarono nel nulla. Gianni si sentì il più stupido degli uomini per essersela lasciata scappare ancora. Quella sfuggente Anita dagli occhi lucenti diventò la sua Gabbianella.
...
Audiolibro del film
Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare
un altro audiolibro che ho trovato...
una vera chicca almeno per me!
Quando sai che non sei qui per fare, per essere come gli altri perché senti e vuoi di più, ecco allora che le ali di Jonathan battono il primo colpo e tu, come lui, verrai deriso, cacciato ed esiliato perché non sei come gli altri...sempre se non ritornerai tra loro facendo finta di niente...
Allora, inizierà un lungo viaggio, un viaggio senza confini...con la paura della solitudine, con la meraviglia della solitudine...e vedrai e sentirai cose che non hai mai visto e né sentito...proprio come lui, Jonathan...per poi un giorno, ritornare...diverso ma completo...lì, da dove eri partito...
per il film completo
Il gabbiano - Anton Čechov
Il gabbiano rappresenta la sorte di Nina, una giovane attrice che come un gabbiano desidera spiccare il volo, e lo fa inseguendo la sua vocazione teatrale e il suo infelice amore per lo scrittore Trigorin. Il dramma non usa i modi della narrazione tradizionale, che viene completamente scardinata, a vantaggio di una fitta rete di monologhi dei personaggi, in cui si perde ogni idea di comunicazione, sottolineando così il quadro di disperazione e solitudine generale.
Ho scelto anche L' ISOLA DEL GABBIANO (1982)
(è senza dubbio un altro tipo di anima e gabbiano)
Barbara, giovane ragazza inglese, giunge a Roma alla ricerca della sorella Mary Ann, musicista e cieca, che da qualche tempo non dà più notizie di sé. Alcuni tragici fatti, che hanno visto coinvolte altre ragazze cieche nella capitale italiana, portano Barbara a sospettare dell'esistenza di uno psicopatico che potrebbe aver fatto del male anche a sua sorella. Dopo alcune indagini si giunge a David Malcolm, un inglese che sembra aver corteggiato insistentemente Mary Ann. Coadiuvata dall'amico Martin, Barbara scopre che David, qualche mese prima, aveva ospitato Mary Ann nell'isola di proprietà di Carol, cugina di David. L'isola, sita fra la Corsica e la Sardegna, è denominata "L'isola del Gabbiano". Dopo un'aggressione ed un ricovero in ospedale, Barbara, d'accordo con i medici, finge di aver perso la vista, e recatasi alle Terme di Saturnia, luogo spesso frequentato da David Malcolm, incontra l'uomo che, credendola cieca, comincia a corteggiarla, e di lì a poco la invita nell'isola di sua cugina.
Audiopoesia
colonna sonora
Se io apro
queste mani
non so quanto
tempo servirà
prima di alzarmi
in volo
le mie ali
anche senza piume
taglieranno
il cielo in due
le mie braccia
sono arrese
mentre vivo
sulla pelle
mutazioni attese
la mia bocca
perde i denti
allungandosi
farà il tuo nome
ai quattro venti
mi
trasformerò
in gabbiano
e porterò
da te
i temporali di un inverno
che alle porte
soffia forte
e soffia il vento
e l'odio che ha già dentro
io lo griderò dal becco
per salvare te
da quest'inverno che già c'è...
perdo carne
dalle gambe
come niente
restano soltanto
zampe stanche
a rallegrarmi
se io salto
e no, non cado
sopra il mondo
potrò stare
in aria
convincendomi
a volare
mi trasformerò
in gabbiano
e porterò
da te
i temporali di un inverno
che alle porte
soffia forte
e soffia il vento
e l'odio che ha già dentro
io lo griderò dal becco
per salvare te
da quest'inverno che già c'è..
spuntano le piume
si fan spazio tra la pelle
mentre il cielo alle mie spalle
si fa gonfio come un fiume
e aggrappato a questo ramo
io lo sentirò arrivare
poco prima di passare
sarà lui a farmi alzare
dal mio ramo in volo
dal mio ramo in volo
amore
amore
vincerò io
questo temporale
ora sono
quel gabbiano
e l'unico ricordo
che conservo
e ritornar
da te...
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