Il caffè

 Il caffè!!

Oggi parleremo di questa delizia nel nostro solito modo di essere!


poesia

“Olio mortuario”
lo chiamò César Vallejo.
Tuttavia il caffè è una parte della notte
la parte più sveglia, quella che s’allontana dal sonno
la parte tenebrosa.
Latte nero, il caffè, latte d’ombra, cibo per mostri
vino assurdo dell’autunno
acqua dell’odio.
Per stare svegli, per vigilare, per uccidersi
il caffè.
Liquido nero.
Nell’anima non c’è posto per la gioia.
Si prende il caffè, la sua veglia eretta
la sua voce rauca
il suo cuore nero.
Si prende il caffè, la sua efficienza.
Una tazza di caffè, una tazzina
un sorso.
Si beve il caffè. Una dose.
Il caffè. Un poco.
Al mattino l’urlo del caffè, il suo urlo scuro
al mattino,
quando bisogna svegliarsi
l’urlo del caffè
un gallo liquido.
Il suo canto nero.

COURTOISIE-RAFAEL

Io il caffè lo bevo amaro,
senza nemmeno un lieve accenno di dolcezza,
mi piace berlo così, vero, è un gusto caro
e l'importante è che ci sia la tua carezza.

Marco Pace

Audiopoesia con download

L'eroe ar caffè di Trilussa


audiolibro con download

Quelli del Grand Café -  Georges Simenon


La storia del caffè sospeso

Nel XVII secolo, il caffè veniva considerato una bevanda esotica e costosa che veniva importata dall'Oriente e riservata solo a pochi fortunati, per questa particolarità il gesto di offrire il caffè ai propri ospiti era considerato un dono di grande ospitalità e generosità.
Nel corso dei secoli questa pratica si è diffusa in molte culture del mondo, radicandosi nella cultura italiana ed europea in generale, assumendo una serie di significati simbolici che si sono evoluti nel corso del tempo. Ancora oggi infatti, l'offerta del caffè resta ancora un gesto di cortesia molto diffuso in Italia e in molte altre parti del mondo, in modo particolare nella cultura Partenopea.

In alcuni casi, l'offerta del caffè può anche avere una funzione sociale o politica. In un mondo sempre più globalizzato e multiculturalista, l'offerta del caffè assume un valore ancora più importante, capace di far convivere le differenze culturali e linguistiche tra le persone. Il caffè diventa così un linguaggio universale che va al di là delle barriere culturali e linguistiche, diventando dunque un simbolo di accoglienza, inclusione sociale e rispetto reciproco. Ad esempio, in alcune culture del Medio Oriente, l'offerta del caffè è un segno di rispetto e di riconoscimento dell'autorità di un ospite importante.

La tradizione del caffè sospeso ha le sue radici nelle caffetterie napoletane del XIX secolo. Durante quel periodo, le caffetterie erano luoghi di incontro, discussione e condivisione, dove la comunità si riuniva per condividere idee e storie. È in questo contesto che il concetto di "caffè sospeso" ha fatto la sua comparsa. I clienti abbienti che potevano permetterselo lasciavano pagato un caffè in più al banco, che poi sarebbe stato offerto a chiunque ne avesse bisogno, come un gesto di gentilezza verso coloro che non potevano permettersi un caffè. Questo gesto, apparentemente semplice, ha una grande importanza nella creazione di legami di fiducia e di intimità tra le persone, promuovendo la comprensione, la solidarietà e la condivisione tra individui di culture e background diversi.

Il vero spirito del caffè sospeso risiede nella generosità anonima. Quando un cliente decide di offrire un caffè sospeso, non c'è bisogno di annunci o riconoscimenti. Il gesto è puramente altruistico, riflettendo la volontà di aiutare qualcuno in modo discreto e senza aspettarsi nulla in cambio. Questa generosità invisibile ha reso il caffè sospeso un simbolo di empatia e umanità.
Uno degli aspetti più affascinanti del caffè sospeso è dunque la sua capacità di creare legami tra persone sconosciute. Quando una persona in difficoltà riceve un caffè sospeso, può sentirsi accolta e compresa dalla sua comunità. Questo piccolo atto di gentilezza può far emergere sentimenti di solidarietà e appartenenza, dimostrando che anche nei momenti difficili, c'è qualcuno disposto a tendere una mano.

La pratica del caffè sospeso non è relegato solo alla cultura partenopeo, ma anzi è diventato un atto di gentilezza universale. Ogni cultura ha una tradizione simile al caffè sospeso: in Grecia, ad esempio, è noto come "suspended coffee", mentre in Bulgaria è chiamato "комплименто" (komplimento), entrambi seguendo lo stesso principio di generosità. Ma al di là del suo significato simbolico, il caffè sospeso può avere un impatto sociale significativo. In diverse iniziative, le caffetterie collaborano con organizzazioni di beneficenza locali per distribuire caffè sospesi a persone bisognose, trasformando un semplice gesto in un atto di compassione su larga scala.

Il caffè sospeso rappresenta molto più di un semplice atto di condivisione. È un ponte tra culture, un segno di gentilezza universale e un legame tra persone che spesso non si incontrerebbero mai. Questa tradizione continua a sfidare il passare del tempo, ispirando generazioni a praticare l'altruismo e a stabilire una connessione sempre più umana tra varie culture, senza badare alle differenze, il tutto tramite un gesto gentile di dono: offrire un caffè.


Con questo video vogliamo parlare della storia di come il caffè si sia diffuso dall'Africa fino a diventare una delle bevande più importanti al mondo. E’ una storia incredibile, emozionante con la quale veramente gireremo il mondo. 

E così facendo, la prossima volta che prenderete in mano una tazzina di caffè probabilmente sarete in grado di apprezzare veramente la qualità di ciò che state bevendo.

UN CAFFE' DA BELLAVISTA CON LUCIANO DE CRESCENZO


Film completo

Cafè Express (con Nino Manfredi)

La bottega del caffè 
La bottega del caffè composta nel 1750 è una delle più importanti commedie di Carlo Goldoni. Nata inizialmente come intermezzo in tre parti, l'enorme successo del soggetto spinse il commediografo a tornarci sopra, ampliandolo fino a crearne una commedia in tre atti. Venne rappresentata per la prima volta a Mantova, il 2 maggio di quell'anno, con gran successo. La vicenda è ambientata in una bottega da caffè, in cui si intrecciano molte azioni ad un tempo e dove ogni personaggio ha interessi e caratteristiche differenti; eppure ogni soggetto ha un rapporto con gli altri. La storia che ha più rilevanza è quella di due sposi, molto diversi tra loro: il marito è un uomo sulla cattiva strada, indebitato e con la passione del gioco, mentre la moglie è virtuosa e paziente. Il padrone della bottega è un uomo onesto e discreto, che tenta di rendere felice questo matrimonio in crisi, correggendo l'uno e rendendo contenta l'altra. In contrasto, c'è un maldicente, che inquieta tutti e annoia chiunque entra nella bottega. Questo personaggio viene da tutti scacciato alla fine della commedia. (Questa trama è quella che Goldoni stesso ha dato per informare chi legge il libro). In maniera più dettagliata, ecco personaggi e luogo: Ridolfo: il caffettiere intorno al quale ruotano gli altri personaggi; è un uomo molto riservato e corretto, ma anche di buon cuore. Don Marzio: è forse il vero protagonista della commedia; è un gentiluomo napoletano, "che non tace mai e che sempre vuole aver ragione". Questo personaggio è in netto contrasto con quello precedente e contribuisce a rendere comica ed originale la commedia. Eugenio: un mercante incosciente, sperpera i suoi soldi nel gioco, sviluppando così molti debiti a scapito della moglie. Vittoria: moglie di Eugenio, da lui molto diversa. E' virtuosa, paziente e tollerante nei confronti del marito e rimane mite anche quando viene a conoscenza delle sue brutte azioni. Flaminio: è sotto il nome di Conte Leandro; abile giocatore, dà protezione ad una ballerina e ha lasciato la moglie. Placida: la moglie di Flaminio, da lui lasciata, viene a Venezia per ritrovarlo; veste in abito da pellegrina. Lisaura: una ballerina a cui molti fanno la corte; Pandolfo: il biscazziere. Trappola: l'astuto garzone di Ridolfo. Tempo e luogo: La vicenda si svolge a Venezia, nel Settecento, in un'ampia piazza con tre botteghe: quella al centro è del caffè, quella a destra di un parrucchiere e quella a sinistra di un biscazziere. Lì vicino vi è anche la casa della ballerina e una locanda. La versione televisiva venne trasmessa dalla RAI il primo gennaio 1960 sul Programma Nazionale, con la regia di Guglielmo Morandi. Il versatile ed eclettico Salvo Randone, giganteggia anche con Goldoni. 

Personaggi e interpreti:
Don Marzio, gentiluomo napolitano: Salvo Randone; Lisaura, ballerina: Valeria Valeri; Ridolfo, caffettiere: Carlo Romano; Eugenio, mercante: Giancarlo Sbragia; Vittoria, moglie di Eugenio: Valentina Fortunato; Flaminio, sotto nome di Conte Leandro: Gianrico Tedeschi; Placida, moglie di Flaminio: Lia Zoppelli; Pandolfo, biscazziere: Ennio Balbo; Trappola, garzone di Ridolfo: Vittorio Congia; Un cameriere di locanda: Armando Bandini; Il Capitano: Giulio Girola; 1°garzone: Massimo Francovich; 2°garzone: Giacomo Piperno; altri garzoni: Franco Berardi, Renzo Bianconi, Vittorio Battarra, Walter Licastro

Trama:
L'azione della commedia si avvia alle prime luci dell'alba di un mite mattino invernale in Venezia, durante il Carnevale, per concludersi quando scende la notte. Il caffettiere Ridolfo si sta prendendo a cuore la sorte del giovane mercante di stoffe Eugenio, che da qualche tempo frequenta assiduamente la casa da gioco di Pandolfo. Lì Eugenio ha subìto molte perdite ingenti giocando a carte con Flaminio, un giovane torinese che si spaccia per nobile. La moglie di Eugenio, Vittoria, cerca invano di far ravvedere il marito. Allo stesso scopo è giunta a Venezia da Torino la moglie di Flaminio, Placida, che, travestita da pellegrina, ignora la nuova identità assunta dal marito, ed è esposta alle insidie tessute da don Marzio. Quest'ultimo è un nobile napoletano prepotente, ambiguo e chiacchierone, che prova piacere nel frapporre ostacoli al desiderio delle due mogli di ricondurre sulla retta via Eugenio e Flaminio; trova anzi modo di indurli a festeggiare la ritrovata libertà quando pensa di aver allontanato definitivamente le due donne, e unisce ai festeggiamenti la ballerina Lisaura che, ignara del fatto che Flaminio fosse già sposato, sperava di diventare sua moglie per poter così abbandonare il paese. I tranelli di don Marzio trovano un fiero oppositore nel caffettiere Ridolfo e nel suo garzone Trappola, che aprono gli occhi a Eugenio e a Flaminio: pentiti, i due si ricongiungono alle mogli, mentre don Marzio lascia la città. (1960)




colonna sonora



Fabrizio De Andrè - Don Raffaè



Io mi chiamo Pasquale Cafiero
e son brigadiere del carcere oinè
io mi chiamo Cafiero Pasquale
sto a Poggio Reale dal '53

e al centesimo catenaccio
alla sera mi sento uno straccio
per fortuna che al braccio speciale
c'è un uomo geniale che parla co' me
Tutto il giorno con quattro infamoni
briganti, papponi, cornuti e lacchè
tutte l'ore cò 'sta fetenzia
che sputa minaccia e s'à piglia cò me

ma alla fine m'assetto papale
mi sbottono e mi leggo 'o giornale
mi consiglio con don Raffae'
mi spiega che penso e bevimm'ò cafè

A che bell'ò cafè
pure in carcere 'o sanno fa
co' à ricetta ch'à Ciccirinella
compagno di cella
ci ha dato mammà

Prima pagina venti notizie
ventuno ingiustizie e lo Stato che fa
si costerna, s'indigna, s'impegna
poi getta la spugna con gran dignitàmi scervello e mi asciugo la fronte
per fortuna c'è chi mi risponde
a quell'uomo sceltissimo immenso
io chiedo consenso a don Raffaè

Un galantuomo che tiene sei figli
ha chiesto una casa e ci danno consigli
mentre 'o assessore che Dio lo perdoni
'ndrento a 'e roullotte ci alleva i visoni
voi vi basta una mossa una voce
c'ha 'sto Cristo ci levano 'a croce
con rispetto s'è fatto le tre
volite 'a spremuta o volite 'o cafè

A che bell'ò cafè
pure in carcere 'o sanno fa
co' à ricetta ch'à Ciccirinella
compagno di cella
ci ha dato mammà

A che bell'ò cafè
pure in carcere 'o sanno fa
co' à ricetta ch'à Ciccirinella
compagno di cella
precisomammà

Ca' ci stà l'inflazione, la svalutazione
e la borsa ce l'ha chi ce l'ha
io non tengo compendio che chillo stipendio
e un ambo se sogno 'a papà
aggiungete mia figlia Innocenza
vuo' marito non tiene pazienza
non vi chiedo la grazia pe' me
vi faccio la barba o la fate da sé

Voi tenete un cappotto cammello
che al maxi processo eravate 'o chiù bello
un vestito gessato marrone
così ci è sembrato alla televisione
pe' 'ste nozze vi prego Eccellenza
mi prestasse pe' fare presenza
io già tengo le scarpe e 'o gillè
gradite 'o Campari o volite 'o cafè

A che bell'ò cafè
pure in carcere 'o sanno fa
co' à ricetta ch'à Ciccirinella
compagno di cella
ci ha dato mammà

A che bell'ò cafè
pure in carcere 'o sanno fa
co' à ricetta ch'à Ciccirinella
compagno di cella
preciso mammà

Qui non c'è più decoro le carceri d'oro
ma chi l'ha mai viste chissà
chiste so' fatiscienti pe' chisto i fetienti
se tengono l'immunità

don Raffaè voi politicamente
io ve lo giuro sarebbe 'no santo
ma 'ca dinto voi state a pagà
e fora chiss'atre se stanno a spassà

A proposito tengo 'no frate
che da quindici anni sta disoccupato
chill'ha fatto cinquanta concorsi
novanta domande e duecento ricorsi
voi che date conforto e lavoro
Eminenza vi bacio v'imploro
chillo duorme co' mamma e co' me
che crema d'Arabia ch'è chisto cafè

citazioni sul caffè

Ho misurato la mia vita a cucchiaini di caffè.

(Thomas Stearns Eliot)

A riempire una stanza basta una caffettiera sul fuoco.

(Erri De Luca)

Ah! Come è dolce il sapore del caffè! Più dolce di mille baci, più dolce di un vino moscato.

("la Cantata del caffè" di J.S.Bach)

Divino caffè il cui gusto rimane tutto il giorno in bocca.

(Arthur Rimbaud)

La vita è una bellissimo e interminabile viaggio alla ricerca della perfetta tazza di caffè.

(Barbara A. Daniels)

Come con arte va preparato, così con arte va bevuto.

(Abd el Kader, XVI secolo)

Si cambia più facilmente religione che caffè.

(Georges Courteline)

Per prendere un caffè e tradire la moglie c'è sempre tempo.

(Totò, Antonio De Curtis)

Se non fosse per il caffè non avrei praticamente una personalità.

(David Letterman)

Penso che se fossi una donna mi piacerebbe indossare caffè come un profumo.

(John Van Druten)

Anche un pessimo caffè è meglio di nessun caffè.

(David Lynch)

L'amicizia è come il caffè, una volta freddo non ritorna al suo sapore originale, anche se è riscaldato.

(Immanuel Kant)

Il primo caffè del mattino non arriva mai, e sottolineo MAI, abbastanza in fretta.

(Helen Oyeyemi)

La scoperta del caffè fu, a suo modo, importante quanto l'invenzione del telescopio o del microscopio. Il caffè infatti ha inaspettatamente intensificato e modificato le capacità e la vivacità del cervello umano.

(Heinrich Eduard Jacob)

Prendo tre caffè alla volta per risparmiare due mance.

(Totò)

Quando io morirò, tu portami il caffè, e vedrai che io resuscito come Lazzaro.

(Peppino De Filippo)

Nessun caffè può essere buono al palato se prima non manda una dolce offerta aromatica alle narici.

(Henry Ward Beecher)

Il caffè è il balsamo del cuore e dello spirito.

(Giuseppe Verdi)

Quando un napoletano è felice per qualche ragione, invece di pagare un solo caffè, quello che berrebbe lui, ne paga due, uno per sé e uno per il cliente che viene dopo. È come offrire un caffè al resto del mondo...

(Luciano De Crescenzo)

Un matematico è una macchina che converte caffè in teoremi.

(Paul Erdos)

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