Cyberland

 




ASTENETEVI DAL LEGGERE SE NON VI FATE D'IRONIA ALMENO TRE VOLTE AL GIORNO.


È una catena di sant’Antonio questo microcosmo del Cyberland. Dove troviamo specie in via d'estinzione o veri e propri incroci misti d'anima. Dove entri con un carattere e te ne viene fuori un altro.
Nella terra di nessuno di Cyberland troviamo veri e propri plotoni di esecuzionisti, accanto allo squadrone delle Meretrici da competizione e agli esibizionisti della domenica di paese. I sacramentalisti e i gli emofiliaci. Ed altri ancora, perché l'evoluzione di Cyberland è in costante espansione in questo mondo e in un altri ancora, tipo le nostre menti.
Analizziamoci quindi amiche e amici, per riflettere e perché no per farci una bella risata.
Inizierò da quelli come me. Gli Emofiliaci. Noi siamo vittime della vita stessa. Siamo ciò che la vita ci ha insegnato ad essere. Abbiamo più cicatrici che fiori nel cuore e dobbiamo farla pagare a qualcuno. Ovviamente. Noi sappiamo in quanto abbiamo vissuto. Gli altri no e comunque meno di noi. Noi abbiamo bisogno di sapere che soffriamo solo noi. Abbiamo bisogno d'insegnare al prossimo la sacra fiaccola del superare il dolore per questo scriviamo pagine intere di word con le nostre memorie e poi le trasformiamo in post.
Noi dobbiamo parlare di morte a giorni alterni. Ma non solo di morte ma anche di risurrezioni e fantasie varie. Volete mettere il godimento di morire più volte? Comunque quando non moriamo passiamo il tempo ad elencare le nostre ferite, chi ce le ha fatte e soprattutto la morte perfetta del giorno dopo. Ci sono come in tutti i rami, i puristi e le sotto categorie, con componenti estranei e divergenti fra loro. Io facevo parte della milizia pensante che non postava mitragliava. Noi amiamo socializzare se non per non entrare in un'altra categoria: Gli autocelebrativi.
Gli autocelebrativi sono esseri mitologici metà umani e metà divinità.
Il nostro ego fa provincia e nella tuttologia abbiamo trovato un mestiere. 
Noi non andiamo su Twitter a passare il tempo. Noi diamo la possibilità a tutti di ammirarci. Di imparare da noi. Sappiamo usare gli # hashtag, i #ff e altro ancora e siamo lieti d'insegnarlo ad altri. Possibilmente via blog (il nostro). Noi siamo trasparenti in tutto ciò che facciamo e per questo lo tramutiamo in link. Se potessimo postare pure le nostre radiografie avremmo un orgasmo multiplo ogni giorno. Noi non siamo aridi di cuore, noi seguiamo la gente (solo se poi ti ricambiano), e i vari problemi mondiali. Infatti ogni hashtag o giornata mondiale è nostra. Siamo virtuosi in questo, che non si dica poi che non abbiamo detto la nostra con qualche nostra foto o frase mitica.
Ci sono però fra le nostre file degli invasori, atti da una parte a autocelebrarsi e dall'altra a scopiazzarti. Lo scopiazzamento per noi, per me in parte, è un abominio meritevole di morte. Certo c'è da dire che quando troviamo il trasgressore sappiamo far la parte di vittima scopiazzata e carnefice insieme. Un autocelebrativo non dirà mai mi ha copiato perché sono un genio ma te lo farà intendere in mille modi diversi.
Gli Emofiliaci e gli Autocelebrativi sono gli unici spermatozoi che si sono fiondati di corsa sulla prima ovaia che passava e poi autoproducendosi si sono creati e fiondati fuori per poterlo scrivere a tempo debito. C'è una differenza però fra essi, gli Emofiliaci lo hanno fatto con dolore invece gli Autocelebrativi con passione, scegliendo tra l'altro una cellula come si deve. Mica bau bau micio micio. Dovevamo nascere noi semi dei in umane sembianze eh.
Gli Autocelebrativi in eccellenza hanno pure un App e un blog o un sito tutto loro. E il loro Eldorado è avere un social con il loro nome. Dove ad ogni login si autocelebrano. 
Possono passare mesi senza farsi vivi per poi ritornare con qualche loro novità. Che strapubblicheranno in lungo e in largo.
Ma fra le schiere degli autocelebrativi ci sono pure le fazioni se non nemiche ma comunque discutibili. Le Autocelebrative bugiarde. Loro non lesinano scopiazzamenti anche di personalità, hanno più account e il più delle volte dicono su di un social di essere in un posto e poi sono in un altro. Si taggano in ogni ristorante e se possono manipolano affinché risplenda il loro nome. Inventano amicizie per avere spiritosi scambi di post e ti rispondono solo se hai un numero di follower maggiore dei loro. 
Loro e solo loro hanno amicizie preziose, infatti s'insinuano nella vita delle webstar per autocelebrare la loro amicizia e pur di ottenerla mettono in campo sesso e amori infiniti. Poi si lasciano e passano ad altri. Giocano con la vita altrui pur di sembrare qualcuno e se trovano il filone d'oro ci restano fino alla morte. Ovviamente questo tipo di utenti passano il tempo a parlar male di tutti gli altri. 
Essere autocelebrativi di per sé non è negativo ma se si è Autocelebrativi bugiardi e arrivisti un po' pesanti lo si è ma c'è chi lo è di più: Gli Ammorbatori professionisti.
Hanno i loro dipartimenti e ogniuno di loro spara sentenze sul loro settore.
Ci sono i ricercatori di refusi meglio se grammaticali, i piazzatori di notizie shock trovate in giro per il web, gli animalisti senza frontiere, i guardiani della tv, che ad ogni programma televisivo devono commentarvelo e certe volte anche spiegarvelo minuto per minuto. I guardiani della tv hanno anche altre mansioni, come battuttisti della vita e poeti della notte, che hanno trovato la loro giusta carriera nelle frasi no sense o nelle citazioni classiche.
I poeti della notte broccolano le poetesse del web e fra una poetessa e l'altra incappano in qualche Meretrice che si rivela un bel maschio vichingo. Delusioni a parte essi venerano l'amore in ogni sua forma ma prediligono da sempre il classico corteggiamento un rt, un #ff (menzione d'onore) due stelline, tre dm (messaggi diretti) e poi subito in camera se sono su X. Su Facebook bastano cuori e condivisioni ma per lo più vanno di messaggi.
Siccome sono anche arguti non vanno in modo seriale ma a gruppo quindi da questo dover accontentare tutte i modo anonimo sono nati le celebri frasi : il silenzio è vita. Non farò il tuo nome ma capirai, ti scopo con la mente, ti abbraccio con il pensiero e così via... Così con un post né sistemano cento.
Se i poeti del web sono così le poetesse sono peggio. Loro ammaliano con frasi a doc, si dondolano fra loro dire e il loro fare, si lasciano corteggiare come portate dal vento e poi al momento giusto o ad un calar di popolarità tirano fuori le tette o il sedere con foto photoshoppate o guglate. E via con le danze!
Un poco sotto la popolarità ci sono gli innamorati seriali. Loro amano e soffrono ma vivono una storia alla volta.
Si danno anima e corpi, lacrime e post fino al prossimo o la prossima.
Oltre il colle dell'amore c'è il gruppo degli intellettualoidi che ci sono e non ci sono. Loro sono sul web non per socializzare ma per studiare i socializzanti. Sembra che non abbiano capito gli ingranaggi più elementari del web ma in realtà non gli interessa usarli. Hanno altri scopi a me ignoti.
Nell'oceano del web non potevano mancare loro, con il lavoro più vecchio del mondo: le Meretrici da competizione. Loro a mio avviso sono le più indefesse lavoratrici del mondo. Se almeno facessero outing avrebbero pure il mio rispetto. Iniziano al mattino a parlare di sesso e finiscono la notta tarda. Accontentano chiunque con pochi o tanti follower. Non si atteggiano a poetesse e non rompono fotografando ogni polpetta che cucinano. Purtroppo per loro vengono discriminate e usate dalle poetesse e dai poeti che tramano e si coalizzano fino a formare: Il plotone degli Esecuzionisti. Il plotone gode a giudicarti e a imporre la loro idea. Se non piaci ad uno di loro il branco ti uccide a suon di post. Se vai contro ad uno di loro sei fuori da tutti i giri. Oltre che il bersaglio d'onore. Il plotone è spietato e gode nel vantarsi della loro amicizia unica e rara. Si fotografano e taggano anche se poi si conoscono da due settimane. Son fatti così, un po' come tutti i gruppi autoproclamatosi vip che abbiamo conosciuto da scuola fino ad oggi. Dopo le poetesse e le innamorate o le Meretrici ci sono loro: le fornaci ardenti. Loro di per sé non sono cattive se non sono usate dal plotone via stelline o retweet ma hanno solo un difetto il loro vocabolario è formato da 1 parola italiana 1 in dialetto e 100 parolacce. Da lì non si esce. Poi più hanno la coscia tornita e più diventano arroganti e scurrili.
E purtroppo hanno sempre una gran quantità di tempo per postare, leggere non gli piace e girare città nemmeno ma descriversi come delle asociali ribelli è la cosa che più le diverte. Devo dire che le Fornaci ardenti in maggioranza sono le più popolose come gruppo assieme ai battutisti.
Una cosa che unisce molti gruppi è l'insonia. Perché la notte sul web si trasforma e diventa un onirico parco unificato. Dove diversi gruppi s'incontrano e fraternizzano fra loro.
Poi per ultimo, anche se in verità vi sarebbero altri soggetti da analizzare, ci sono loro: Le belle persone. Che usano web per il bene altrui e allietano le giornate di tutti. Profumano di buono con le loro belle parole. Di buono e di altolocato. Con loro e i loro libri e le loro battute divertenti il web ridiventa un bel posto dove fuggire dal mondo.
Tralascio dal commentare i vari vip dall'account verificato e le varie aziende che hanno uso commerciale del social e certe volte se non spesso hanno anche un uso più ludico di esso e molto più interessante.






Vi lascio con il mio decalogo non autorizzato dei Social.

1) i Social sono una repubblica fondata sull’autocelebrazione, in cui devi per forza dimostrare classe, anche sparare cavolate va bene purché ad altri piacciano.
2) Il lecchinismo è un’arte che devi saper dosare, un po’ dai e un po’ ti pigli senza troppo riposo.
3) I timidi o i moderati non fanno parte del carattere sui social, devi avere le tue idee e le devi saper esprimere in modo deciso e conciso ma all’occorrenza elastico! E soprattutto ironico.
4) Seguire le celebrità non vi porterà da nessuna parte, loro non vi guarderanno se non per ottenere qualcosa (le varie starlette o cantanti vari per esempio), non lo fanno per male ma per loro è come andare in tv o alla radio o sui giornali, per la maggioranza di loro è lavoro! Facciamocene una ragione. Puntate invece sui vostri veri interessi e i social vi spalancheranno un mondo di gente interessante che non sapevate di conoscere e che vi seguirà senza tirarsela troppo.
5) Se sei all’inizio è ti seguono... seguili… subito… non facciamo i preziosi, loro non ci mettono troppo a non seguirti più.
6) X a differenza di Facebook (dove se ti cancelli, ti rimetti, fai il giro del mondo e ritorni hai gli stessi amici al 99%) su X la percentuale di ritrovare gli stessi follower del 1% . È così, più non lo usi e più rimani solo , è impegnativo (se ci tieni)!
7) Vuoi essere letto da più persone? impara ad usare l’hashtag ovvero –> # seguito subito dal nome senza spazi o punteggiatura. E’ una specie di tag ma non solo di nomi ma di fatti o cose.es. se io metto #laneutrina mi verrà fuori in bianco sul commento e ogni volta che sui motori di ricerca cercherete #laneutrina verrà fuori il vostro tweet o post ( e avrete più possibilità di farvi conoscere).
8) Su X esiste pure il #ff cos’è? è una menzione d’onore che serve a dichiarare che questa persona che io seguo o questa cosa merita l’attenzione di tutti. (in pratica non serve a niente ma fa piacere :))
9) La colpa dei guai della società non è dei social network ma dell’uso che ne fa la gente. Noi siamo la gente. Ognuno è responsabile sul proprio uso.
10) Non disperarti se hai pochi followers… Gesù ne aveva solo 12!
Buon Web a tutti ;)



Vivo nel costante sospetto che se gli assistenti sociali dovessero leggermi, toglierebbero la bambina che è in me. 

Colonna sonora

Cercare la realizzazione in una vita
trovare un senso che giustifichi questa fatica
sull’orlo di un oblio fatto di pregiudizi
baciare in bocca i vizi
cadendo negli abissi

Gli abissi della mente sono fiumi d’acqua pura
seguire la corrente, gestire la paura
paura di quello che in fondo non conosci
non siamo mica pesci
ma rimaniamo

Tutti i giorni in rete
Tutti i giorni in rete
Tutti i giorni in rete
Ci confessiamo
Tutti i giorni in rete
Tutti i giorni in rete
Tutti i giorni in rete
Ci innamoriamo
Tutti i giorni in rete
Tutti i giorni in rete
Tutti i giorni in rete
E ci incazziamo
Tutti i giorni in rete
Tutti i giorni in rete
Tutti i giorni in rete
Ma il pescatore chi è?
Il pescatore chi è?
Il pescatore sei te.
Tutti i giorni in rete, tutti i giorni in rete
tutti i giorni in rete,

Passare il tempo galleggiando in una bolla
capire frasi che son vittime di “copia/incolla”
lasciarsi andare ad emozioni virtuali
ed essere leali
con grafiche speciali

Incuriosirsi della vita di ogni altro
per aumentare i tuoi seguaci e fare il salto
mostrando un volto che tu in fondo non conosci
scappare come i pesci
e rimanere

Tutti i giorni in rete
Tutti i giorni in rete
Tutti i giorni in rete
Ci confessiamo
Tutti i giorni in rete
Tutti i giorni in rete
Tutti i giorni in rete
Ci innamoriamo
Tutti i giorni in rete
Tutti i giorni in rete
Tutti i giorni in rete
E ci incazziamo
Tutti i giorni in rete
Tutti i giorni in rete
Tutti i giorni in rete
Ma il pescatore chi è?
Il pescatore chi è?
Il pescatore sei te.

Puo bastare un Hare krishna
con un pò di Ho’oponopono
per entrare in connessione
col tuo lato un pò più buono
per svegliarti all’improvviso
all’ombra dell’ultimo sole
e capire che sei tu il tuo pescatore
e non scappare come un pesce
e non scappare come un pesce
e rimanere, rimanere, rimanere.. nere.. nere

Tutti i giorni in rete
Tutti i giorni in rete
Tutti i giorni in rete
Ci confessiamo
Tutti i giorni in rete
Tutti i giorni in rete
Tutti i giorni in rete
Ci innamoriamo
Tutti i giorni in rete
Tutti i giorni in rete
Tutti i giorni in rete
E ci incazziamo
Tutti i giorni in rete
Tutti i giorni in rete
Tutti i giorni in rete
Ma il pescatore chi è?
Il pescatore chi è?
Il pescatore sei te.

#FrancescoGabbani #LaRete

Una donna è di chi se la va a prendere.  
Tutto il resto è social network. 


 

Anonimato social

 

Solo ove il core palpita si muove l'anima e l'anonimato muore. 

film completo
 
Social+Nightmare Incubo nei social film HD completo in italiano

I social sono una bellissima sala degli specchi dove è più facile perdersi che trovarsi. 


Altre citazioni

Erano i primi anni Duemila, [...] non esistevano i social media, potevo dividere in compartimenti stagni la mia vita. (Giada Arena)

I social media hanno cambiato i comportamenti delle persone. Stiamo andando verso un futuro in cui le differenze linguistiche saranno sempre meno un problema. (Bong Joon-ho)

I social media oggi sono la chiave del successo. È un modo per raccontarsi, facendo emergere la propria personalità. (Martha Hunt)

[Sull'utilizzo dei social media] Il mondo legato a Internet ha molti pregi da sfruttare, purché si sia ben consapevoli dei rischi. Il pregio maggiore è l'immediatezza comunicativa: il messaggio che arriva subito ai suoi tantissimi destinatari. (Mario Capanna)

Il valore di una vita genuina e autentica batte qualsiasi contenuto vediamo sui social media. (Tara Lynn)
Mi preoccupa molto il narcisismo che attraversa i social media: non ci tengo affatto a farne parte. (Adèle Exarchopoulos)

Molte persone vivono in depressione per questo, cercano costantemente di capire se siano apprezzati perché hanno tanti like o non lo sono perché non ne hanno abbastanza, facendo confronti con gli altri e chiedendosi se siano meglio per i loro vestiti, per l'espressione o per altro. Può essere difficile oggi, con i social media, mantenere la fiducia in se stessi. (Maïmouna Doucouré)

[Sui rischi dei social media] Non c'è più la democrazia diretta partecipata, ha preso in qualche modo il suo posto proprio una sorta di artificialità telematica che ha contagiato non solo i figli, ma padri e madri. (Mario Capanna)

Oggi i social media ci richiedono di creare una persona, offrendoci molte opzioni per costruire la nostra identità pubblica. (Desiree Akhavan)

Ormai sappiamo che tutti i nostri eroi sono dei falsi, tutto il mondo non è altro che un imbroglio. Ci spammiamo l'un l'altro intere cronache su delle stronzate mascherandole da opinioni, usando i social media come surrogato dell'intimità. (Mr. Robot)

Per me, la parte più spaventosa dei social media è il grado di influenza e di apertura emotiva e psicologica delle persone che possono essere violate, e il modo in cui questo si interseca con questioni come la libertà di parola e la democrazia. (Brandon Cronenberg)

Prima di tutto, francamente, penso che i social media sono la toilette di internet. (Lady Gaga)

Quando cerchi felicità e conferme al di fuori di te stessa, un commento cattivo su un social media può distruggerti. (Letitia Wright)

Quando si parla di social media è impossibile non pensare primariamente ai ragazzi, presenti e attivi più di noi sulle piattaforme più nuove. Molti di loro sono privi della capacità di comprendere i rischi a cui, purtroppo, in un contesto così ampio e difficile da controllare, vanno incontro, ma anche alla scorrettezza di alcuni comportamenti, penso al cyberbullismo. E, allora, si parla tanto di competenze digitali, ma, forse, dovremmo lavorare proprio sull'educazione digitale dei nostri ragazzi più piccoli che sempre prima si trovano ad affrontare il mondo online. (Martina Semenzato)

Una regolarizzazione [dei social media] è necessaria, basti vedere come hanno influito in questi anni, non sono le democrazie che ne escono rafforzate ma i regimi autocratici, immaginate cosa farebbe oggi la propaganda nazista se avesse i social media. Tutto questo anonimato nel nome della libertà di espressione non è salutare perché poi trascina nel fango. (Edi Rama)

Percival Everett
I social media hanno creato una cultura della superficialità che toglie spazio a chi, comunque, anche in quel mondo virtuale, potrebbe essere portatore sano di riflessioni e pensiero critico. Queste voci vengono spazzate via da urlatori, da slogan e menzogne. Chi si prende mai la briga di verificare qualcosa? Ci si esalta, ad esempio, per un'immagine postata su un social e, via, partono i dibattiti. Ma nessuno che s'interroghi sulla complessità che c'è dietro una foto, sulla storia che è lì dentro espressa. Twitter, Facebook e consorelle fanno business. I loro affari fioriscono quanto più la popolarità dei loro prodotti aumenta. Ma non sono legislatori. Sono imprese private e hanno regole interne. Quando uno entra in quel mondo accetta opportunità e limiti. Si rimette al loro giudizio. Non so se è corretto, parlando da un punto di vista etico, ma giuridicamente è ineccepibile il loro comportamento. Tuttavia, non dobbiamo perdere di vista il vero problema: la crescente assenza di cultura, di capacità di analisi e di senso critico che respiriamo nell'arena dei social.
I social media sono una forza "anti-intellettuale". Sono nemici del pensiero riflessivo e critico, demoliscono la capacità di attenzione di chiunque. Laddove servirebbe tempo per riflettere, studiare, informarsi, i social esaltano l'ideologia dell'istante. Ogni azione necessita di una reazione immediata, fulminea. Senza che vi sia una mediazione o, come ho detto prima, una riflessione.
Vorrei comunque ricordare che le rivoluzioni si facevano anche prima dei social media. Ma certo, è una forza che aiuta.

Chi interviene in un blog, è osservatore e osservato. I suoi gusti sono monitorati sempre. La tua personalità viene trasferita interamente in Rete, fino al caso micidiale di Facebook. A quel punto non avrai più difese: c'è un'area del pudore che Internet violenta costantemente. Baudelaire diceva che l'artista è sempre quello che mantiene viva la sua vulnerabilità, la sua sensibilità. Quello che non viene ottuso dall'alienazione. Se non ti proteggi, ti offri alla violenza. Il web diventa uno spazio molto impudico. (Daniele Luttazzi)

Con i social abbiamo l'illusione che le nostre vite siano interessanti per gli altri. Siamo tutti diventati registi di questa splendida sceneggiatura che è la nostra vita e ci adoperiamo per renderla intrigante agli occhi del pubblico. Questo crea un meccanismo frustrante: quando scorri la bacheca di Instagram, pensi: "Ammazza oh, sono l'unica sfigata che le va tutto male?". Sembra infatti che il resto dell'umanità viva appassionanti relazioni d'amore, vacanze da sogno, per non parlare dei successi lavorativi... Tutti, tranne te. (Emanuela Fanelli)

Essere stato taggato sui social con Roberto [Saviano] mi ha fatto capire cosa significhi ricevere insulti tutti i giorni, avere un corpo mediatico trafitto come quello di San Sebastiano: le frecce arrivano da tutte le parti. Non ci si può più limitare a prendere posizione solo una volta. E questo significa sporcarsi. Perché, se combatti nel fango, che tu vinca o perda alla fine qualche schizzo lo becchi comunque. (Sandro Veronesi)

[«Per te personalmente qual è la sfida più grande?»] Forse la ricerca di un'identità in una società in cui c'è praticamente l'obbligo di condividere pezzi di sé online. È complicato vivere nell'epoca dei social, ma al tempo stesso per le persone della mia età è normale, inevitabile, e se fai un lavoro artistico non utilizzarli può diventare controproducente. [...] Diciamo che cerco di essere il più possibile me stessa, il problema è che le nostre vite sono filtrate così tanto da queste piattaforme che a volte ti ritrovi a pensare di fare delle cose per condividerle più che per viverle, e questo mi turba. (Ditonellapiaga)

I social divulgano solo un sentimento: l'indignazione. [...] È l'impulso che meno mi appartiene e più mi interessa, inafferrabile come è. Ogni giorno, ci sono centinaia di cose al mondo per cui varrebbe la pena incazzarsi e nessuno è ancora riuscito a capire perché i social scelgano, sistematicamente, la cosa più cretina. E, quando la scelta cade su una cosa giusta, la mobilitazione collettiva fa leva sulle ragioni sbagliate. È una legge dei social. Uno spettacolo strepitoso, che fa spavento. [«Perché?»] Perché l'indignazione social segue la dinamica della folla manzoniana, è capace di tutto, per i più futili motivi. Addita una persona per una leggerezza, una sbavatura, una smorfia, oppure un malinteso. E non c'è niente con cui, chi è messo alla gogna, può difendersi. Osservare questo movimento è come spiare, periodicamente, l'inferno. (Nadia Terranova)

I social lasciano il tempo che trovano. Io faccio sempre una battuta: Gesù aveva solo dodici follower e uno ha abbandonato il gruppo. Guardate un po' che ha fatto! (Pino Insegno)

I social network, ad esempio, fanno sì che tu resti a casa nella tua stanzetta a comunicare apparentemente con tutti gli altri, ma in realtà internet non è un qualcosa di esterno da te. Quando spegni internet spegni anche te stesso, o quantomeno una parte di te stesso. Magari una proiezione ideale di te stesso. Tutto questo comporta una forte dipendenza fisica, psicologica e la creazione di una realtà parallela. (Daniele Luttazzi)

I social sono un grande mezzo, una grande cassa di risonanza per chi ha tanti seguaci. Nel mio caso mi sento un peso, una responsabilità. Ma dico sempre che molto dipende dal senso civico, da come si utilizzano i social. Sono un potere incredibile, in mano hai veramente uno strumento di comunicazione che se utilizzato nel modo giusto può portare solo dei benefici e può essere di aiuto. [...] È un mezzo utilissimo ma va utilizzato con senso della misura. Non per mercificare o per lanciare messaggi sbagliati, soprattutto perché i social sono rivolti e utilizzati principalmente a un pubblico sempre più giovane. (Ludovica Martino)

I social sono una maschera, un luogo dove ti mostri non esattamente per quello che sei. (Mr. Rain)
La popolarità e la capillarità dei social network è pervasiva. Le conseguenze sono devastanti. [...] questi strumenti hanno dato la possibilità a chiunque, cattivi maestri in primis, di inquinare con informazioni distorte e negative il nostro spazio, i nostri luoghi di vita e la convivialità. I risultati pessimi sono sotto gli occhi di tutti. (Percival Everett)

Non ho mai capito questi social network | per me servono solo a fare i porci a letto. | Ogni volta che nasce una nuova piattaforma | mi fa l'effetto | di un libro che ho già letto | e poi non ho tutti 'sti amici ma molti meno, | mi danno affetto ma poi m'affettano come Goemon. (Caparezza)

Oggi i mezzi di comunicazione sono tanti, ma non riesco proprio a farmeli piacere. Ho un rapporto diretto con i tifosi e non amo il protagonismo a cui ti spingono i social. Capisco di essere fuori dal mondo, che i social possono essere utili, ma spesso li si usa in maniera sbagliata. Preferisco i rapporti occhi negli occhi. (Eleonora Lo Bianco)

[«Si orienta nel mondo social?»] Ogni tanto mi diverto. Mi dicono che dovrei postare con più continuità, ma io me ne fotto: se non ho niente da dire non posto. Mi viene difficile fare una foto del culo solo per far vedere che ci sono. La mia vita è fuori da lì. (Victoria Cabello)

Rifuggo dai social. Il cosiddetto privato per me significa ancora privato, mi fa strano che ogni battito di ciglio venga comunicato a tutti. Non riesco a capirlo. (Fabrizio Bentivoglio)

Scegli Facebook, Twitter, Snapchat, Instagram e mille altri modi per vomitare la tua bile contro persone mai incontrate. Scegli di aggiornare il tuo profilo, dì al mondo cos'hai mangiato a colazione, spera che a qualcuno da qualche parte freghi qualcosa. (T2 Trainspotting)

Serve un approccio ecologico anche ai social. Perché evidentemente c'è chi non sa starci senza sfociare nella diffamazione e nell'incitazione alla violenza. Giornalisti (o sedicenti) inclusi. (Marianna Aprile)

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