#20milioni di cose da fare e disfare


 

Mi siedo stanca davanti al pc, mi cala un po' la palpebra, e già penso a come sistemarmi meglio nel divano quando con dolore apro il mio Home Banking. Prima il dovere mi dico... devo controllare la carta di credito che il giorno dopo deve essere grattata come il fondo di un barile. Già immagino la manina che spunta fuori dal bancomat e mi dice: ''Buongiorno, oggi ha due opzioni: restituirci i soldi vendendo un rene o averli donando rene, milza e fegato e magari parte del cervello. Come si dice via il pensiero via il dolore.

Bevo una birra al limone e respiro.

Accedo, metto i codici e appare la mia schermata con numeri che io non riconosco.

20.000.000,00 .. mizzica! Sgrano gli occhi e riguardo la schermata, anzi per sicurezza riavvio la pagina e rimetto i codici.

No, no ancora saldo contabile20.000.000,00 saldo disponibile 20.000.000,00 

''Troppa birra, troppa birra!'' Mi dico, eppure ne ho bevuto solo un sorso… è impossibile!

Oh Dio, mi è venuto l'Alzheimer come mia madre! Ora vivo una realtà solo mia! Mhmm, wow però... da nababbi!

Sorrido ma poi passa mia figlia e mi guarda. No, nella mia realtà lei non c'è! Oppure sì, le voglio bene, è la mia dolce pargola. 

Dalla boccuccia di rose erutta: “Ma che vuoi? Perché mi stai fissando?” No, no! Sicuramente se fossi nella mia realtà lei sarebbe la mia tenera Pagno, non un'adolescente isterica. Riguardo la schermata ma non cambia.

“Giù vieni qua. Guarda la schermata, conta gli zeri...”

“Eh … perché??” dice lei grattandosi la panza piatta. Guarda e sta per dire qualcosa, poi si blocca e riguarda e poi guarda me ed esclama: “20 milioni?” “Conta gli zeri, conta gli zeri...” gli dico io ormai presa dalla novità ma non ancora del tutto convinta.

“Son proprio sei!! Mamma, cosa hai fatto per aver tutti quei soldi??” mi guarda con sospetto.

“Io niente!” grido a mia volta saltando giù dalla sedia.

Prendo il cellulare ma poi guardo l'ora. Non posso chiamare nessuno in banca. Oppure sì? Son milionaria, tutto può essere! Poso il cellulare.

''Sarà sicuramente uno scherzo '' mi dico ''domani mattina accedo e rivedrò di nuovo il meno del passivo a cui mi ero tanto affezionata. Beh, amore non era, matrimonio combinato fu! Da chi non si sa, forse dalla mala sorte''

La sera dormo come un sasso sognando di sposare il bell'uomo della banca, che chissà perché nel sogno era celibe e disponibile. Assieme a noi c'era la mia Giulietta che dipingeva a cavallo e ne combinava di tutti i colori perché poteva, eravamo ricche!!

Il mattino dopo c'incontriamo in cucina e ci guardiamo, poi le dico “Controlliamo?” lei tutta entusiasmata annuisce ma poi risponde: “Magari era un bug del sistema e io devo dire addio al mio cavallo per dipingere…” ci guardiamo, abbiamo fatto lo stesso sogno. 

Magari proprio lo stesso no, non credo. Sorridendo divento rossa e immetto i codici nel Banking.

20.000.000,00 … venti milioni di euro!

''Oggi non vado a lavorare!'' penso. Poi la mano di mia figlia afferra la mia sedia e si butta con lo sguardo nel display. Con il suo grazioso dito conta gli zeri e poi esclama: “Io non vado a scuola!” 

“No cara, tu ci vai!” ci guardiamo con intensità, poi eruttando qualche commento sarcastico, si volta e va a prepararsi.

Nella mia mente c'è solo una parola al momento: Prada!

Prendo il cellulare e chiamo l'ufficio del mio consigliere di fiducia in banca. 

“Pronto chi parla?” 

“Sono Anna, conta gli zeri...” dico io eccitata.

“Prego?” risponde lui confuso.

“Vai nel mio conto e conta gli zeri…”

Lui lo fa, ma mentre mi sta dicendo che non ha tempo, si blocca e tace.

Solo quel momento vale 20.000.000,00 milioni!

“Fra due giorni, io e te nel tuo ufficio” riattacco ormai la vanagloria si è impossessata di me! E anche di mia figlia che mi prende la mano e dice: “Io e te adesso andiamo da Milano”

Telefono in studio e camuffando la voce dico che non sto bene e non posso andare a lavorare quel giorno… (e forse mai più) Per un pelo non rido in faccia alla segretaria.

Per comune accordo almeno per oggi nessuno deve sapere! Ovviamente il mio Max non è "nessuno"! Ma questo non lo dico a mia figlia.

Mentre Giulia pare già la sosia di Grace Kelly in versione mora, io ci vado in tuta da lavoro. Lei mi guarda male. Io ostento sicurezza. Arrivate al Duomo respiriamo e come due sciocche ridiamo per niente. Si aprono le grandi porte di Prada in galleria Vittorio Emanuele II, tutti ci sorridono e io come la regina del vapore ordino e valuto ciò che voglio con tutti gli stangoni profumati e bellissimi dei commessi, sia maschi che femmine. Sono tutti per me! Mia figlia si "selfa" tutto il negozio. Nonostante io sia vestita da operaia, mi trattano da regina e al momento di pagare mi trema la mano. Totale 11.000,00 euro! Per l'ansia mi dimentico il pin della carta di credito che mi chiedono e mia figlia mi spinge in là e con fare sicuro di sé, lo digita lei e quando la macchinetta stampa lo scontrino quasi sveniamo per il sollievo. Riprendo in mano la situazione, cavoli e il mio giorno! e la macchinetta funziona! Con aria grave chiedo di andare nei camerini e ritorno con indosso parte dei nuovi acquisti depongo nelle mani della commessa i resti della mia vecchia vita e dico seriamente: “Li bruci!” lei annuisce altrettanto gravemente. Intanto i commessi si fanno più affettuosi ma io non li guardo più. Alzo il mento e sculettando nei tacchetti esco all'aria aperta e quasi non ci credo che siamo lì e siamo ricche. Mi guardo in ogni specchio ma manca qualcosa, che cosa? I capelli! Ci infiliamo da Aldo Coppola e ci facciamo entrambe i capelli e poi anche se la pargola è stanca andiamo in libreria. 

La guardo e penso: la potrei comprare! Poi chiudo gli occhi e immagino il mio sogno nel cassetto di sempre: il Neutrina's una catena di librerie con Wine bar e nicchie provenienti da tutto il mondo. Con segnalibri e oggetti sempre inerenti al mondo del lettore e qualche offerta di viaggio vantaggiosa.

All'entrata troviamo sulla destra una cioccolateria raffinata, sulla sinistra la vineria al minuto.

In fondo al locale vari scaffali con cancelleria costosa e non, un market del lettore. Dalle sofisticate macchine da scrivere, ai portatili, i programmi, le penne e i vari gadget.

Nella stanza attigua attraversiamo un arco di pietra e ci ritroviamo in quella di lettura, dove è possibile sia leggere che ordinare. Qui ci sono divanetti in pelle nera con tavolini in rovere, rotondi, con sopra un paralume piccolo in stile liberty. Grandi lampadari di vetro di murano e separé orientali che danno un senso di privacy al lettore, che potrà anche-sì leggere dentro la libreria alcuni libri nuovi (a cui mancherà tutta la parte finale) e libri vecchi in regalo. C'è una grande vetrina lavorata in bronzo con dentro esemplari di bibbie e libri rari o penne ricercatissime. Ogni tavolino ha la sua presa e il Wi-Fi free. In fondo alla stanza un piccolo podio dove in alcune serate si esibiscono artisti in tutto il mondo oppure poeti o scrittori emergenti.

“Mamma, stai fissando quella colonna da 45 minuti” mi richiama imbarazzata mia figlia.

“Forse domani tutto questo non ci sarà più” le dico io agitata.

“Forse sì, se dormi vestita” mi risponde lei. 

“Non parlo dei vestiti ma di tutto quanto...” dico io includendo la libreria.

“Comunque andrà, Topina, io e te ci siamo divertite!” disse lei sorridente prendendomi le mani.

“Topina!” dice mia figlia alzando le mani al cielo e poi aggiunge mettendomele sulle spalle: “Pensa! Finalmente la Mondadori saprà che esisti! Ti pubblicherà! Finirai in tv!” Io annuisco dubbiosa sul  suo complimento come scrittrice. Insomma mica mi devo comprare il successo! No? Ma anche sì. Deciso di sì e sorriso annuendo.

Stanche prendiamo il treno tracotanti di sacchetti con gli acquisti. Sature di vestiti e accessori costosi. Come due regine varchiamo la soglia di casa e ci sembra di tornar servette.

Non va! Dobbiamo fare qualcosa per casa nostra. Sì bruciarla! Ridiamo del pensiero comune.

La sera facciamo una scappata dai nostri migliori amici.

Sulle prime non ci volevano credere poi gli ho fatto vedere gli acquisti per noi e per loro e ci siamo messi tutti a saltare come bambini. Francy sulle prime ci prendeva in giro poi per contare gli zeri è andato a cambiar gli occhiali. Come regalo ha ordinato un mega vecchio e ricercato libro. Senza batter ciglio l'ho pagato con la carta di credito. Da lì in poi è stato zitto e calcolava gli interessi di deposito dei soldi e i vari investimenti differenziati. Ogni due secondi se ne usciva con strane idee e le proponeva e io gli ripetevo: tempo al tempo.

La mattina dopo, io e la mia best, andiamo alla spa sempre a Milano, in taxi e siamo vestite come due nobildonne. Questa mattina abbiamo la sobrietà delle madame inglesi.

Ci facciamo fare di tutto e poi pranziamo fuori. Ridiamo come matte, in più le compro tutto quello che vuole. Ma a lei basta il pensiero. E' felice fino alle lacrime.

Se da povera disperata ero comunque sicura di me, con la protezione del potere d'acquisto sembro Hilary Clinton. Entro nell'ufficio di Max con calma e dignità e gli sorrido. 

Lui ricambia e mi chiede: “Cosa posso fare per te?”

Evito di dirgli quello che penso davvero, del tipo che avrebbe anche potuto sposarmi.

Ma ero lì per affari. Dobbiamo prenderci cura del bottino. Destino sei milioncini alla mia best e per mia figlia stabilisco un fondo fiduciario a nome suo. Compro quote azionarie di Mediolanum e poche altre società italiane. Dispongo altre azioni verso altre persone a cui voglio bene. Rimangono al tondo 10 milioni. Allora gli dico: “Ho bisogno di te per andare a depositare alcuni fondi a Panama” Lui mi guarda, accavalla le gambe e valuta la situazione… 

“Ci devo pensare” mi dice.

Io con lentezza gli porgo un piccolo regalino, sono dei gemelli di opale (come i suoi occhi) lui guarda il pacchettino e lo respinge indietro. Io mi alzo e metto il pacchettino nella buca del golf da ufficio e mi congedo. Uscita dalla banca, torno a casa e incontro il cioccolatino che abita sopra di me. Gli do il mio cellulare in regalo e gli dico che dovrà mandare a defecare ogni utente sulla lista. La lista è molto lunga. Lui sorride contento, gli metto in mano cento euro e chiudo per sempre casa mia per una villona.

Mi dirigo in agenzia di viaggio per fare i biglietti aerei per me e Max se vorrà venire. Poi entro in un'immobiliare e valuto varie e eventuali casette. La casa dei miei sogni si trova a Firenze, un piccolo loft moderno ma antico allo stesso tempo dove ho soggiornato per il periodo di una vacanzona. Anche se Roma mi chiama da lontano e Milano è comunque la mia città. Decido al momento di restare nella mia città e quando Giulia finirà la scuola si vedrà il da farsi. Nella stessa mattina mi compro Mac air e Iphone 12 plus. Il numero nuovo è blindatissimo. Max decide di accompagnarmi, sotto la spinta del direttore. Io sono ancora più contenta di quando ero da Prada e di quando immaginavo il Neutrina's Libreria.

In Aeroporto prendo accordi per pubblicare con la Mondadori tutte le mie cose. Ovviamente pagando. Rifiuto di apparire in tv e cose del genere. Preferisco l'anonimato. In aereo lui mi parla d'investimenti, gli brillano gli occhi dall'entusiasmo mentre io assorbo le informazioni base. Ha fatto i compiti e glielo faccio notare. Lui arrossisce e io quasi svengo dal piacere. Siccome ricevo troppe chiamate per i miei traffici dà vita nuova, spengo il cellulare e mi dedico a lui. Conversiamo. Si rivela molto divertente e acuto. Mi sento a mio agio nella parte della riccona. Gli racconto del progetto Neutrina's e gli dico dove ho intenzione di aprirla nella nostra città. Lui sembrava interessato al progetto. Sembrava vederlo pure lui. Fa qualche battuta ironica. Arrivati a Panama, faccio fare tutto a lui, anche perché lui conosce le lingue e io no, dipendo mio malgrado ma la cosa non mi disturba. Anche se lo chiamo per ogni segnalibro che vedo e gli voglio regalare qualcosa a ogni piè sospinto. Poi lui si stufa e guardandomi negli occhi mi dice: “Ora basta acquisti!” io metto il broncio e di nascosto compro le cose che dopo gli nasconderò nella sua borsa di viaggio. La mia nuova borsa da viaggio è una Bulgari. L'abbiamo comprata insieme, sotto mio volere quasi implorante. 

Lui alza gli occhi al cielo dicendo: “Ma se continui così non ci rimane più un euro!”

Allora gli rispondo: “Ma sono con te, questo viaggio non ha prezzo” lui risponde e mi spinge con delicatezza dentro il negozio. La sua pazienza sulla mia indecisione è stata epocale. Alla fine scelgo, e a tutti costi gli  regalo un portafoglio. Quel portafoglio aveva un odore talmente buono, che quasi quasi me lo voglio tenere per me.

In Hotel ho insistito per la suite ma lui prende due singole. È deciso a farmi risparmiare. Io sono troppo felice per pensare. Mi addormento subito. Ma a notte fonde mi accorgo che dalla porta della sua stanza, di fronte alla mia filtra luce. È sveglio. L'unica condizione in quel viaggio era non usare internet o social. Lo volevo solo per me. Decido di andare a trovarlo con la scusa che non riusco dormire. Sta leggendo e scrivendo, ma non mi dice cosa. Appoggiò la testa nel suo cuscino, vicino alla sua spalla e tempo due minuti crollo. Ditemi voi se non sono imbranata!

Il giorno dopo mi appare sotto le sembianze un lord inglese, io spero di non sfigurare. Controllo la voglia di chiedergli come sto. Ma i sorrisi che mi circondano dicono che sto benone. Lui pare indispettito dalla cosa ma non dice niente. Anche lì gli faccio fare tutto a lui, non interferisco o chiedo. Lo ammiro, questo sì. Scatto fatto, faccio video di nascosto. Rimango impassibile agli eloquenti sguardi viscidi dei bancari del posto. Finita la transazione torniamo in hotel e pranziamo. Lui mi racconta di sé e della sua vita anche con molta lentezza. 

Il disgregarsi del tempo che poi mi separerà da lui mi uccide. Mi sento triste ma lo nascondo. Per l'ennesima volta lui mi chiede: “Cos'hai?” e io sospirando rispondo sincera ma senza guardarlo negli occhi: “La vacanza sta finendo...” 

Ok, non lo nascondo molto bene.

“Non è una vacanza Nina. Sono affari” dice lui forse giustamente e forse no. A me vien da piangere, quindi corro in bagno e lì decido che prima di partire devo fare una cosa con lui.

Torno da Max che è tutto dispiaciuto di avermi offeso e non sa come scusarsi. Io non dico niente ma appena torniamo in camera lo spingo nella sua porta e gli do un bacio come Dio comanda e poi torno in camera mia a prendere i bagagli. Io taccio e lui tace, se non nelle frasi di circostanza. Poi lui in aereo si piega davanti a me e dice: “Non lo dovevi fare!” 

“Cosa?” dico io sulla difensiva.

“Baciarmi” 

“Io ti amo” sussurro pianissimo.

Lui abbassa la testa come se lo sapesse già. Poi dice: “Ti ringrazio di tutto quanto, mi hai regalato un sogno che non dimenticherò” e io mi metto a piangere. Allora lui impacciato mi abbraccia e mi tiene stretta a sé. Mi dà un bacio sulla testa.

 Si chiude nel silenzio per tutto il resto del viaggio. 

Arrivati a casa aggiunge: “Mi mancherai” e io lo ringrazio per tutto e gli do un bacio sulla guancia morbida. 

“Grazie dei regali che mi hai imboscato nella borsa”

“Come fai a saperlo?” chiedo sorpresa, pensavo di esser stata furba.

“Pesa un quintale, adesso” e poi ridacchia e se ne va, per tornare alla sua vecchia vita.

Sospirando apro la porta della mia mega villa e poi cado giù dal letto, con mia figlia che mi guarda e mi dice: “Buongiorno mamma! Hai dormito tanto!” 

“Ah sì?” chiedo io e poi aggiungo: “Lo sai perché? Ho sognato di essere felice con 20 milioni di cose da fare e disfare e un unico compagno con cui farle, oltre te!” 

Lei scuote la testa e mi porge il caffè con un sorriso. Ha già capito ma se lo terrà per sé.



Colonna sonora

 
Testo della canzone Gente che spera (Articolo 31 feat. Reverendo), tratta dall'album J-Ax & Friends

Originally... once upon a
U Reverendo MC
J-Ax
Quando vedi che sei solo a 'sto munn'
Quando il mondo che sta attorno va n'bunn
Quando cadi e ti rialzi com'è
Quando piangi e ti domandi il perché
Quando crollano i tuoi sogni campione
Vai cercando un po' di forza nel cuore
Quando il mondo che volevi migliore
Ti sorrise col suo ghigno peggiore

Noi, gente che spera
Cercando qualcosa di più in fondo alla sera (la sera, la sera, la sera)
Noi, gente che passa e che va
Cercando la felicità sopra 'sta terra (sta terra, sta terra, sta terra)

Se non c'è l'humanitè, je dumanno peccè?
Di una rincorsa senza fine verso ciò che non c'è
[U say: "Ce jè?"?], je te dico jè assè
'U danno è che, comme a me, le crestiene senteno 'ngued
Tirano colpi dopo di che danno la colpa a te
Se il mondo cade in brace e non fuma pace con il calumet
Colpa di noi selvaggi coi tatuaggi
Sarà che ci facciamo viaggi
Ma è sognare che ci rende saggi
È uno tra i vantaggi di una vita imprecisa
Ma che rifiuta decisa l'ingiustizia come la divisa
Ragazzi della crisi dei valori
Riempiamo diari coi pensieri migliori
E non vogliamo vinti o vincitori
Ma tempi migliori per chiunque ha sofferto
E siamo uguali da Milano a Bari nonostante Umberto ah ah
C'è chi studia per l'esame all'università
Chi si sposerà e chi ha il cuore spaccato a metà
Chi della terra è stufo e in cielo cerca gli UFO
Chi al giorno c'ha il rifiuto e vive orari da gufo
E non vogliamo più eroi, nessuna bandiera
Qui sono tutti cowboy ma indovina chi vuole la pace stasera

Noi, gente che spera
Cercando qualcosa di più in fondo alla sera (la sera, la sera, la sera)
Noi, gente che passa e che va
Cercando la felicità sopra 'sta terra (sta terra, sta terra, sta terra)

Quando vedi che sei solo a 'sto munn'
Quando il mondo sta attorno va n'bunn
Quando il mondo che volevi migliore
Ti sorrise col suo ghigno peggiore
Quando vedo crollare quello in cui credo
Poi mi sollevo riparto da zero
E so che ogni cosa la devo
Alle palle quadre di mio padre e al suo sudore
Al sorriso di mia madre, al viso di ogni nonno che proietta amore
A mio fratello piccolo ora più alto di me
Nonna mi protegge sulla stella più bella che c'è
Ai miei amici esauriti
Alle notti felici di vizi proibiti
Realizzi che lo stile è quando siamo uniti
Solo quando stiamo assieme, la storia è vivibile
Passa parola a ogni persona visibile
Tutto è possibile per chi non si arrende e difende il sogno che ha
Mentre il sole che scende saluterà

Noi, gente che spera
Cercando qualcosa di più in fondo alla sera (la sera, la sera, la sera)
Noi, gente che passa e che va
Cercando la felicità sopra 'sta terra (sta terra, sta terra, sta terra)

Non c'è l'humanitè, je dumanno peccè
Di una rincorsa senza fine verso ciò che non c'è
'U saccio je, je suis [?]
Vogo a cerché pace in mezzo a 'sta guè
Se non c'è l'humanitè, je dumanno peccè
Di una rincorsa senza fine verso ciò che non c'è
U say ce jè je te dico jè assè
U danno è che, comme a me, le cresteene senteno 'nguedd

Noi, gente che grema
Cercando qualcosa di più in fondo alla sera (la sera, la sera, la sera)

Noi, gente che passa e che va
Cercando la felicità sopra 'sta terra (sta terra, sta terra, sta terra)
2-0-0-2
J-Ascia
Reverendo, once upon a

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