Come cambia il colore delle rose




Lei era la mia persona.
Come cogliendo questa rosa oggi io mi pungo, cosi il suo ricordo raschia
le mie vene affinché nel sangue io mi ci specchi e riveda lei e tutto ciò
che c'è da sapere.
Le rose non cambiano il proprio colore, l'istinto le ha fatte raffinate e
già mai riconoscerebbero che il proprio colore non sia il migliore fra
tutti gli altri colori, che la natura pone alle rose.
Ma il colore di ella cambiò, si macchiò, si smangiò gli orli, fino a
occuparne l'intero petalo e di volta in volta essa cancellava se stessa e
diveniva diversa. Forse anch'io.
La conobbi nel suo bellissimo rosa che ricordava l'amicizia, e ci
pigliammo subito come anime nella tempesta. Fra tante rose non so
perché scelsi lei o lei me. Non ci fu fra noi motivo di dirci chi eravamo,
io accettai lei e lei accettò me. Da quel giorno passammo varie estati
meravigliose. Io ero una rosa bianca. Una rosa bianca che non puoi
veder rossa, rosa, arancione, blu, nera. No, solo e semplicemente
bianca ero. Bianco e rosa combinano insieme e lei essendo di colore più
evoluto m'insegnò a esser donnina. Ricordo ancora quando m'insegnò a
truccarmi. Noi due nel suo spartano bagnetto, senza chiave.
Specchiandoci, lei con abili mosse mi mostrava come si passa prima il
correttore, poi il fondotinta e poi la cipria... e poi ancora a depilarmi e
come si stiravano i capelli con il ferro da stiro.
Ricordo ancora, ora seduta, guardando sul mio dito fiorire un rivolo di
sangue di quando guardavamo i negozi e ciò che a lei piaceva a me non
piaceva e come poi ridevamo della cosa. Rosa e bianco non sono uguali
ma si volevano bene. Poi un colpo di vento e il suo rosa divenne più
intenso, più forte e accanto al mio pallore, il rosa diventava più fucsia.
Più torbido il suo e il mio più bianco, anche se più bianco non era.
Scoprimmo i ragazzi, la malizia, ma ci ponemmo in modi diversi davanti
a queste nuove realtà. Io avevo le mie regole rigide, che a tratti
rispettavo e a tratti mi ribellavo. Avevo già scoperto il mio corpo con
un'amica e il sesso con un'altra ancora. Ma a motivo delle mie regole
rinnegai entrambe e mi volsi puerilmente solo verso lei. Sapevo di aver
sbagliato più e più volte ma la mia anima non sapeva come rimediare.
Non ero più il bocciolo di papà e quando glielo dissi, smisi di essere la
sua rosa. Ma non smisi di esser bianca. Intorbidii solo il bianco, divenne
più sporco.
Invece il suo, anima della mia anima divenne rosso e quando una sera
ebbe una crisi d'ansia e mi confessò di odiare i suoi occhi perché uguali
a quelli di suo padre ... Avrei dovuto capire il perché del suo rosso. Ma
come poteva una stupida rosa bianca capire una rosa che da rosa
diviene rossa a motivo del padre? Io una rosa pallida senza colore? Mio
padre assiso di regole non era certo mai stato un mostro come il suo.
Un mio fratellastro lo fu, ma questo è tutto un altro colore e comunque
non cambiò mai il mio biancore. Allora l'abbracciai non potendo in
alcun modo venirle in aiuto. Dopo il mio abbraccio il suo colore divenne
arancio e il mio azzurro pallido, ma già sapeva di qualcosa.
Passò il tempo come le stagioni e i nostri colori divennero più intensi e
più che mai diversi. Io avevo l'azzurro cielo e nonostante tutto era
ancora pulito e il suo arancio sbiadì in un giallo e il giallo, si sa è gelosia.
Il mio azzurro tendente al blu piaceva molto sebbene fossi sempre
seduta sul mio piedistallo di sogni e bei sentimenti. E lei fosse sempre
sbattuta sul ruvido asfalto. Anche il fratello maggiore di lei cadde
incantato verso me, ma il coraggio di aprire il cuore a una ragazzetta
superba non lo ebbe mai, ma con la crudeltà che solo i fratelli ci
riservano non smise mai di mettere in risalto le mie qualità con le sue
mancanze. Non glielo perdonai mai sebbene gli volessi bene come a un
fratello. Avevo le mie regole dunque, e più le volevo bene e più cercavo
in qualche modo di inculcargliele. La sua famiglia era un posto da dove
fuggire e casa mia dove rifugiarsi. Non glielo dissi mai ma era lei la figlia
di cui mi mamma aveva bisogno. Il nostro crescere però divenne
baratro, in cui io seguendo ciò che mi era stato insegnato andavo in
conflitto con ciò da cui lei scappava. Non gliene perdonai nessuna. Io
che le tenevo rigida la mano e lei che cercava conforto nel bere o
nell'amore della città quando si fa notte. Quando io ero già confinata a
casa. Il mio voler bene era il voler bene che mi era stato insegnato:
regole da seguire. Non sapevo in che altro modo aiutarla. Io già
lavoravo e lei m’istigava alla ribellione. Una volta lo feci, non andai a
lavorare e la pagai cara e leccandomi le ferite, irrigidii la mia anima su
di lei. Non la capivo, né lei capiva me. Le nostre radici si sciolsero
quando Incontrammo un suo amico, che poi divenne mio marito ma
che fin da subito, fece il doppio gioco con entrambe. Sì, è vero fra una
rosa gialla preferì il mio azzurro, facendo divenire marrone il suo giallo.
Ed io Scegliendo lui anziché lei, feci perdere al mio azzurro brillantezza
e divenne blu, non più cielo ma notte. Non avrei mai voluto dover
scegliere ma i suoi colori non mi appartenevano più ed io rincorsi i miei,
sbagliando tutto. Non sapevo degli inganni, sapevo solo che non era più
l'amica che volevo. Al mio matrimonio si presentò vestita a lutto. Per
me fu un affronto. Ci chiarimmo ma certo la verità non me la disse mai.
E arrivò la tempesta perfetta quella che dissipa ogni dubbio. Lei fece un
incidente distruggendo il suo splendore ed io ancora convinta del suo
affetto accorsi al suo capezzale. L'aiutai come potei, solo che commisi
l'errore di farle vedere il mio vero splendore una domenica di festa a un
congresso. Io le avevo appena detto le volevo bene e che una via
d'uscita ci fosse e lei mi disse che ne aveva combinate troppe. Cosa che
compresi appieno dopo. La madre vedendo me con lui, concluse che
ero io la colpevole e mi condanno alla gogna ed io la persi per la
seconda volta. Il mio ex marito si sentì colpevole, avendogli lei detto
che lo amava. Per lui fu colpa sua ma per me fu colpa del suo karma
difficile. Il mio blu finì per divenire nero e così anche il suo. Eravamo per
un tempo uguali ma quell'abbraccio che tempo fa gli avevo dato, glieli
negai ancora e ancora. Lei si negò a me ancora e ancora. Io avevo la mia
bambina adesso da proteggere e la mia vita stava perdendo petali e
petali senza che ci si mettesse pure lei e le arti magiche da fattucchiera
di sua madre. Mi mancava perché allora non sapevo e l'orgoglio e le
regole non mi lasciavano andare ad abbracciarla neanche dopo che la
madre morì. Finimmo così, lei una rosa nera che dipendeva e
comandava il padre ed io un'altra rosa nera che scontava la sua
condanna per essere stata superba. Ma ci sono rose e rose e neri e neri e il
mio brillava perché al sole stavo e il suo avvizziva perché di tenebre
viveva. Non la perdonerò sebbene fra i miei colori un posto tiene. Non
mi Perdonerà per aver preso quello che pensava essere il suo posto. Le
voltai le spalle è vero ma solo per salvarmi una prima volta la vita. La
seconda volta me la salvai lasciando lui.
Ora mi alzo e metto un cerotto al dito, stoppando la ferita che si
rimarginerà. Anche con lei dentro, soprattutto con lei dentro perché è
l'unico posto in cui io so che non mi potrà più far del male.

film completo
Amico del cuore

colonna sonora
In nessun modo vorrei essere altrove
non per niente sono ancora qui
io che da te dovrei soltanto imparare
a difendermi
non è l'amore quello che ci serve
ma è molto più
è la verità
infondo siamo dalla stessa parte
di un'altra metà
Amici altrove amici per errore
allontanarti per urlare per sempre
in testa il tuo nome
è un altro viaggio mettila così
stringimi forte che non voglio perderti

In nessun modo vorrei averti vicino
in nessun modo viverti lontano
scomporre la parola amore
in due consonanti tre vocali ci perdiamo
già le sei sole del mattino
svela ogni ombra di quello che è
tutti i frammenti di luna spezzati
sui quali Dio scrisse di me e di te

Amici altrove amici per errore
allontanarti per urlare per sempre
in testa il tuo nome
è un altro viaggio mettila così
stringimi forte che non voglio perderti

E quel rumore di fondo non smette mai
i lampi di felicità
l'eco della nostalgia

Amici altrove amici per errore
sbagliare strada poi trovare in tutti i posti il tuo odore
è un altro viaggio mettila così
stringimi forte che non voglio perderti.

Audiolibro
L' AMICA DELLE MOGLI racconto di L. Pirandello


Poema ad una amica - Anna Piediscalzi
Cara amica mia 
perché non sei più con me? 
credevo non sarebbe mai accaduto che un dì ti avrei perduto. 
In te piccola mia avevo creduto allora perché è accaduto? 
Eri una farfalla dal corpo di fata 
ti sentivi bella, eri bella. 
Ma dopo l'incidente e un periodo dove eri incosciente non sei più tu. 
Giusy in te non è più presente la tua mente ti tradisce 
il tuo corpo non reagisce e il tuo cuore patisce. 
Io vorrei aiutarti ma non vuoi un muro fra noi hai posto. 
Ma dimmi, mia diletta non ricordi i bei tempi quando 
eri tu la vincente perché più avvenente? io  non ero gelosa di te 
perché sapevo chi ero io e chi eri tu e andava bene così. 
Tu mi odi non accetti quello che è stato che tutto sia mutato 
e hai paura di vedere in me il risulto 
di quell'unico sbaglio che hai fatto. 
Ti voglio bene e se tu lo volessi dalla ceneri della tua vita 
ricostruiremmo insieme il tuo domani. 
Dimenticheremmo il passato che abbiamo vissuto 
e il presente che ti ha deluso per un domani diverso, 
un futuro più roseo e meno duro. 







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