AL MIO FUNERALE (ALLEGORIA DI UN GIORNO DI FESTA)

Se la gente conoscer vuoi davvero e al tuo funerale che le devi portare. Taci e guarda…


Benvenuti miei cari! Benvenuti signori e signore!

Quello che vi è dinanzi è la mia dipartita, dove a ritroso scovo tutta la gente che in vita ho conosciuto, chi ho avuto la fortuna e la sfortuna di amare e perfino dimenticare.

Davanti ci sono i miei genitori, ben distinti con aria grave lui e con aria svagata ma mortalmente assente lei, la mia mamma. Non partite in quarta col denunciarla di mancato amore, elle vive nel suo mondo e non si avvede che qui sulla terra è successo una cosa grave. Nessuno per questa inezia si è preso la briga di farle arrivare fin dentro la sua mente, il messaggio che quell'unica sua figliola ha smesso di vivere. E poi perché addolorarla se la ride così di gran gusto.

L'indignato speciale è ora il mio babbo, che ogni tanto gli tira qualche gomitata per farla quietare e più mortificato che addolorato fa del suo meglio per seguire l'onoranza funebre. Dopo poco più in là ci sono le mie eterne amicizie che stringono l'esiguo fazzolettino di carta, ben decisi a non versar ben alcuna lacrimuccia. Tesi e dritti denunciano il loro dolore. Alcuni con simpatici svaghi antidepressivi come: rispondere alle email, assentarsi per una telefonata di lavoro. C'è pure chi gentilmente istangramma posta e twitta ogni gesto come a voler immortalare ai posteri e al web l'ultimo mio temerario gesto. Do uno sguardo al mio cadaverino per vedere se va tutto bene. Eh sì, posso andare in rete, la mia premurosissima amica perfettina ha visto bene di mettermi in pompa magna! Non si sa mai in certi casi, che ovunque vada a finire al mio risveglio, io poi faccia brutta figura e alla domanda chi ti vestì? Io rispondessi Lei! E lei medesima ci faccia una brutta figura. Non si fa!

Vicini ma non troppo vi sono pure i miei fratelloni. Che per non apparire troppo addolorati se ne stanno in disparte a parlare di debiti. Poiché i debiti, si sa, li pagano i vivi e io ahimè son morta senza lasciargli neanche, sciagurata che sono, un testamento recante il loro glorioso nome. Qualcuno di esso ogni tanto tira fuori un fazzolettino per compiangersi, parlando di quand'ero piccola ma mai di come poi son morta. I loro dolore è troppo grande, che tendono ad appoggiarsi tutti sul mio babbo che ogni tanto mormora: «No, oggi non vogghio sentere» Il babbo non vuol sentire e loro si allontanano per poi fare cordoglio con ancora più lamento di ora in ora. Oh Come sono addolorati che il mio babbo non vuol sentire i loro debiti. Vicino ma non troppo ai miei famigliari, si sono radunate il groppello di tante serate: le mie amiche. Tutte addoloratissime della mia scomparsa, tutte tranne una che cerca di consolarsi con qualche mio addolorato che è presente. Si dividono in fazioni e propongono di uscire insieme tutte quante per commemorarmi meglio: Chi si strugge per le mancate bevute assieme, chi non può più misurare le proprie sfortune con le sue (ho vinto io) e chi non può più sapere i fatti miei. Infondo a destra chi se ne compiace e a sinistra chi non sa perché ma ne è dispiaciuta. Vedo pure ben nascosta chi era troppo timida per avermi salutato in vita e ora è troppo timida per darmi un ultimo saluto, però si vuole accertare che sia davvero l'ultima occasione che potrà perdersi prima di poter dire piangendo a tutti: Oh che peccato!

Dopo le mie amiche, in ringhioso distacco c'è l'altra mia famiglia. Quella del padre di mia figlia. Quella per cui ho speso così bene i miei migliori anni, così bene che ora ci ritroviamo, qui, per questo lieto evento. In formato poster il nonno di mia figlia, che da vent'anni che aspetta un bebè ma non l'ha ancora partorito. Acconto a lui il figliuolo, formato piccolo poster. Vicino ad entrambi la nonna. Bella persona lei, ti sapeva parlare di tutto, peccato l'ascolto che il più delle volte faceva solo eco a ciò che ella diceva. Vicino ad essa, i due fratelli serpenti. Che un giorno si odiano e due si amano. Eh sì, il fratello maggiore e il mio soffertissimo ex marito, che ancora adesso nella tomba, mi chiedo: Ma perché proprio lui?? Elegante, come sempre, un po' triste, ma si vede che oggi è giorno di paga e gli viene il mal di pancia di primo mattino. Per venire da me, gentilissimo ha dovuto interrompere con dolore, ben due battaglie a ward of Kraft. Insomma, che ne potete voi capire, il valore sacrificale di divenire un mago potente e guerriero, con in più una fantastica chat con maghe maghette e soldatesse. Ma su via non scandalizzatevi, fate come me: chiudete gli occhi e non ci pensate. Ora avrà da badare la nostra splendida bambina, suo clone in miniatura. Dovrà a certi orari amputarle mani e toglierle ossigeno e cellulare per farla mangiare e dormire. Poi la scuola, gli svaghi, le lagne, le crisi, i morosi. Certo carissimi, a lui sì che mancherò tantissimissimissimo!!

Vicino a cotanto amore, ma un po' in disparte ci sono le sciure del lavoro, che presidiano tutta la scena, alla ricerca di un minimo errore o problema per poterlo diffondere come i peggiori virus. Loro non hanno bisogno di fazzoletti, io ero di loro proprietà e quindi si sentono scandalizzate dalla mia sfacciataggine nell’avergli lasciato il caseggiato sporco ed essermi andata a riposare oltretutto per sempre! Come ho osato! Ora si chiedono con orrore, a chi daranno la colpa di tutto quello che sarebbe successo a casa? Si guardano l'un l'altro spaesate e non credono proprio che sia vero che io sia là sotto. Che problemi potevo avere io giovane e bella?? (in confronto a loro) Sì, certo un po' strana lo sono sempre stata, si dicono sommessamente le comari, chinando la testa e coprendosi la bocca con la mano. Mai un moroso, un amante, un incidente ambiguo con qualche marito! Niente! Con quei bei figlioli di operai e single! E a questo punto si girano e guardano il gruppetto dei single che senza manco farlo apposta sono riuniti in un angolo e a braccia conserte rimuginano la sconfitta, di non essere mai usciti con me. Uno esclama senza rendersi conto di parlare a voce alta: «Manco un bacio d'addio che maleducazione!» Poi arrossisce senza sapere come continuare, gli altri lo guardano e un altro esclama: «Per me era Lesbica!» e a quella frase rimettono le braccia conserte tutti quanti e annuiscono con la testa ritmicamente, davvero convinti di tutto ciò. Gli operai sospirano da un canto e lasciano biglietti da visita e preventivi d'altro. Mancano i capi, ma sono scusati perché dopo la loro rocambolesca fuga con il bottino, forse non era il caso che si facessero vedere.

A mano a mano che ci avviciniamo alla bara, sull'orlo di questa, troviamo la mia fanciulla che china sulla bara ammira il mio volto ormai sereno. Con la manina scarna si scatta qualche foto ricordo di questo momento. Perché la luce in quel momento è stupenda e si vuole ricordare così assieme alla sua mammina. Se potesse, si sdraierebbe sulla bara e si sparerebbe qualche selfie post morten ma le duole il cuoricino e una mano le trattiene la spalla. In segno di lutto spegne in cellulare finalmente e dalla borsa esce fuori un plico e mette dentro la tomba 145 disegni che lei ha fatto da quand'era piccola e così la mia bella tomba ordinata riprende la forma confortante della nostra casa. La mia fanciulla un po’ confusa cerca l'abbraccio di suo papà ma al momento pare scomparso nella folla che si è rarefatta. Le sciure da lavoro son volate a bere il caffè delle undici, assieme ai sigle che lasciano un ultimo sguardo maligno al signore distinto e uno lascivo alla mia bambina. Anche i nonni e la famiglia dello zio sembrano scomparsi. Anche le mie amiche si son fatte poche, ora tutti quanti sono nemmeno una decina e lo sconforto è quasi tanto intenso da rovinar la festa. La mia amica chiede alla mia fanciulla se vuole andar con lei, visto che ora sono la sua famiglia. Ella mi depone un bacio e mi porge una preghiera. Poi va mesta, con la sua amica abbracciate. Accende il cellulare per tenersi in vita e nella tomba cala il silenzio.

Un po’ più in là, un signore distinto resta in silenzio, con più o meno gli stessi pensieri. È arrivato tardi pure lui ma a lui non interessava partecipare, non voleva neanche venire ma poi un dolore l’ha chiamato così forte, ed è venuto suo malgrado. Nel suo cuore impenetrabile esso soggiace impotente, mentre una miriade di ricordi cercano la via di fuga nelle fessure dei suoi occhi stanchi e spenti. Resterà lì, fermo e lontano, a gridarmi silenziosamente con l’anima tutte le cose che in vita non ha saputo dirmi. Tranne quella volta che, bhe, le nostre anime si toccarono e lui capii che potevo restare in tutti i suoi giorni. Peccato che l’abbia capito solo lui e non abbia proferito parola alcuna a me. Guarda in disparte ma non si avvicina. Egli non parlerà e né si farà vedere da loro. Sta fermo a guardarmi riposare. Non piange, non muove un muscolo, mi guarda da lontano e ogni tanto sospira. Troppo poco tempo pensa fra sé. Mi ha già detto addio in privato. Con lo sguardo. In assoluto silenzio poco prima che spirassi. Egli sa che fra noi e solo un arrivederci un po’ drammatico. Come quelli che piacevano vivere a me.

Ma comunque non abbattiamoci!! Che carini i miei ometti, tutti gelosi quando ormai è troppo tardi. Ma sentiamo alcuni di loro nelle loro ultime espressioni prima dell'addio definitivo. Non che io me ne glori ma se proprio devo mi lascio lusingar i lobi.

«Non sembra lei davvero» una voce dice alla tomba è un ragazzo biondo dal viso triste. Un bel viso, pochi capelli.

«Gran donna, pessimo carattere» conferma un secondo dall'accento meridionale, che si avvicinato da dov'era nascosto.

«Lei guardava l'anima e poi mi ha perdonato, così aveva detto» dice il meridionale malinconico.

«Io la volevo sposare alla fine» s'impunta un terzo in modo geloso arrivato da poco. Comunque questo lo sta dicendo solo ora, che non può mettere in pratica e mi pare in linea con sé stesso. Non c'è che dire. Il ragazzo triste tace scuote la testa e dice: «Forse, ma io l'ho amata per più anni di voi» mhmm forse! Si guardano e nessuno vuol andar via prima per non dimostrar che mi ha amato meno. D’improvviso suonano i cellulari a tutti e tre. La realtà li chiama. Il meridionale sospira e mi mette una sua foto nella bara e se ne va. Il ragazzo triste fa sparire la foto e lascia una dedica sul legno della bara e una canzone. Il terzo appena egli va, cancella la sua dedica e m'immortala in tweet da poeta mentre alzando lo sguardo scorge due occhi che lo guardano male, non è il signore distinto che la mia pargola aveva abbracciato. Dev’essere sopraggiunto solo ora, in ritardo come sempre!! Si guardano ma non si parlano, fra loro sanno già. Il terzo cerca di darmi il suo ultimo bacio ma il lui lo ferma con la mano e con lo sguardo.

«Non ti pare che il tuo tempo sia già finito?» gli dice infine.

«Quindi pensi di essere tu, l'ultimo che lei ha amato?» risponde caustico e velenoso il terzo venuto. Con il suo veleno, rovinerà il mio feretro oh mon dieu che villania!! Oppure con il sangue che fra poco scorrerà oh me defunta addolorata e per giunta macchiata!!

Il ritardatario risponde: «Sempre una più di te!! Tutte quelle che mi sono saputo guadagnare, dopo di te»

«Ma lei non ha sposato te!» E certo!! Visto che ne ha sposata un’altra quando poteva sposare ME!! Lui non risponde e abbassa gli occhi in segno di resa. Allora il terzo sospira e mi fissa ancora un po'. Trattiene un pensiero per sé e si allontana. Riconosce lo stesso dolore e litigare non farà tornare indietro me e il tempo. Ora è il tempo del mio sonno, del mio riposare. Un giorno scopriremo insieme chi avrà detto il vero o il falso in questo mio giorno di festa!!

Ora potete andar anche voi la festa è finita signori e signore. Amen ed amen.

colonna sonora
 
IL Funerale cantato di Adriano Celentano

  
Angelo Branduardi

Il funerale

Se viene la sera
compagno non avrai,
da solo farai la tua strada...
E allora la prima sarà la faina,
verrà per portarti paura.
Se non la fuggirai,
sorella ti sarà,
è lei che davvero conosce
l'ordine segreto che il fiume conduce,
per il tuo passo il sentiero sicuro.Se viene la sera
compagno non avrai,
da solo farai la tua strada...
Sarà solo allora che da te verrà il lupo,
verrà per portarti paura.
Se non lo fuggirai
fratello ti sarà,
è lui che davvero conosce
il passo segreto che il monte ferisce,
per il tuo capo il riparo sicuro.
Seguendo la via
che va verso il lago,
là troverai la sorgente,
ritroverai la collina dei giochi,
e là tu deponi il tuo cuore.


Per il film completo potevo scegliere tra Ghost in cui  il fantasma di Patrick Swayze partecipa al suo funerale oppure Rosamunde Pilcher - Quattro Palloncini e un Funerale o Quattro matrimoni e un funerale ma ho scelto questo! Spero vi piaccia!





Commenti

Post più popolari