Scacchi

 Re lui per lei 
su scacchiere di vita:
Regina lei era. 

 

Oggi vi condurrò nel magico mondo degli scacchi.

Amo gli scacchi perché giocandoci la mente ne ha benefici. Aiutano la mente e la persona ad avere pazienza e a predisporre con tattica le proprie mosse. In un mondo in accelerazione, dove il tutto e subito è la normalità (dettato soprattutto da internet) negli scacchi devi pensare in anticipo e immaginare tutti gli scenari possibili. Questi meccanismi aiutano il giocatore a imparare e potenziare virtù come la concentrazione e la sicurezza del proprio agire e rivelano mossa dopo mossa il vero carattere di chi gioca. Sì potrebbe, per assurdo, auto analizzarsi registrando le proprie partite e quelle degli altri. Tutto questo pensare migliora le facoltà mentali del giocatore. Poi ci si immerge in un mondo parallelo al nostro. Un micro mondo dove siamo noi o l'avversario che decidiamo le sorti. Impariamo a saper osare o attendere, ma come nella vita vera la fretta e l'ingordigia hanno vita breve all'interno delle partite. Quindi gli scacchi diventano lo specchio della società, dove un buon giocatore (o cittadino) ne conosce le regole e i limiti e li rispetta. Nel mondo degli scacchi non ci sono personaggi che a furia di rompere gli schemi hanno creato un concetto di vita dove tutto è il contrario di tutto e tutti possono fare tutto a dispetto di tutti. Non è vero, però, che tutto sia così schematico, solo perché si rispettano le regole di gioco (e di vita). Ci sono persone eccezionali che pur rispettando il tutto sono usciti dalle regole stesse e ne hanno create nuove tutte loro. Questa si chiama genialità!! Purtroppo, troppo spesso accompagnata o derivante da problemi disordine mentali o personalità. Questo aspetto vale per ogni genio (di qualsiasi cosa) di cui siamo venuti a conoscenza.

Prossimamente potremo giocare a scacchi con il cervello.

È già avvenuto (notizia del 21 marzo 2024) tramite il corriere.it

Il chip Telepathy è composto da cinque elementi : una capsula più esterna (quella che contiene l'impianto e che viene installata nel cervello) "biocompatibile", una batteria che può essere caricata dall'esterno, i chip e la parte di elettronica che traducono i segnali cerebrali e li trasmettono ai dispositivi e, infine, i 1024 elettrodi distribuiti su 64 fili ultrasottili che vengono collegati al cervello. Poi c'è l'operazione. Impiantare i fili di dimensioni microscopiche può essere fatto solo da un robot: ottiche ultrasensibili e un ago «più sottile di un capello» per "tessere" i circuiti nel cervello. L'impianto, poi, viene collegato a un'interfaccia fra l'uomo e la macchina che permette al paziente-utente di compiere delle azioni su uno schermo grazie al pensiero.

Noland Arbaugh ama gli scacchi. E dunque la prima dimostrazione registrata nel video è proprio una schermata del gioco degli scacchi su un Pc, dove i pedoni vengono mossi dallo stesso paziente attraverso il pensiero. Vediamo il cursore spostarsi sul display senza che nessuno sfiori con le dita il touchpad. «Come un mago!», sintetizza l'ingegnere di Starlink accanto a lui. «In pratica, è come pensare di usare la forza sul cursore e sono in grado di muoverlo quando voglio. Devo solo fissare qualcosa sullo schermo», aggiunge Noland. Non appena ha avuto pieno controllo del sistema, dice di essere rimasto sveglio fino alle 6 del mattino per giocare a Civilization VI, videogioco che non poteva più usare in autonomia e di cui era un grande appassionato prima dell'incidente. Poi racconta che sta imparando nuove lingue straniere, il giapponese e un po' di francese. 

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Regina lei era.

 

La Storia Degli Scacchi | Dalle Prime Fasi A Magnus

di Colin Stapczynski 

La Storia Degli Scacchi | Dalle Prime Fasi A Magnus - Chess.com


Gli scacchi hanno una lunga ed epica storia. Il gioco è cambiato parecchio dalla sua forma primordiale, probabilmente ideata in India. La versione moderna che noi tutti apprezziamo al giorno d'oggi non esisteva come tale fino al 16° secolo: non c'erano orologi, e i pezzi non sono stati standardizzati fino al 19° secolo.

Il titolo di campione del mondo ufficiale è nato solo nel 19° secolo, poco dopo la diffusione dei grandi tornei; con i primi, iniziarono anche a svilupparsi pienamente veri e propri stili di gioco. Anche se il primo libro sulle aperture è stato pubblicato nel 1843, la teoria come la conosciamo oggi non si è davvero sviluppata fino all'inizio o persino alla metà del 20° secolo. I motori scacchistici e i database non sono entrati in scena fino alla fine del 20° secolo.

Le Origini Degli Scacchi

Gli scacchi, come sono noti al giorno d'oggi, si sono differenziati dal gioco indiano chaturanga prima del 600 d.c. Il gioco si è diffuso attraverso Asia ed Europa nei secoli successivi, evolvendosi poi alle regole attuali durante il 16° secolo. Uno dei primi maestri del gioco fu un sacerdote spagnolo chiamato Ruy Lopez. Anche se non fu lui ad inventare l'apertura che prende il suo nome, la analizzò in un libro pubblicato nel 1561. La teoria degli scacchi era così primitiva allora che Lopez consigliava addirittura la strategia di giocare facendo in modo che il sole colpisse gli occhi degli avversari!

La Teoria E Lo Sviluppo Degli Scacchi Nel 19° Secolo

La teoria scacchistica è progredita a passo molto lento fino a metà del 18° secolo. Nel 1749 il maestro francese Francois-Andre Philidor entrò in scena con il suo libri intitolato Analyse du jeu des Échecs. Questo libro trattava alcune idee nuove in apertura, anche sulla difesa che ancora porta il suo nome, e conteneva anche la famosa difesa di Philidor nei finali di torre e pedone: si tratta di una tecnica ancora oggi utilizzata. La famosa dichiarazione di Philidor secondo cui "I pedoni sono l'anima degli scacchi" fu introdotta per la prima volta con questo libro.

Gli scacchi continuarono a guadagnare popolarità in tutto il mondo, e a metà del 19° secolo avvenne la standardizzazione dei set di scacchi: prima degli anni 1850 i pezzi non erano per nulla uniformi. Nel 1849, Jaques di Londra, un produttore di giochi e giocattoli, introdusse un nuovo stile di pezzi creato da Nathaniel Cooke. Questi stessi pezzi furono apprezzati e supportati da Howard Staunton, il giocatore più forte del tempo. Questo nuovo stile di pezzi, conosciuti appunto come Staunton, divennero istantaneamente popolari e da allora furono usati nei tornei e nei club di tutto il mondo. I pezzi Staunton, con lievi varianti, sono ancora considerati lo standard per i set di scacchi da torneo.

Il 19° secolo marcò anche l'introduzione degli orologi di scacchi nel gioco competitivo. Prima che gli orologi di scacchi diventassero la norma, una singola partita poteva durare anche 14 ore! Con la standardizzazione dei set di scacchi e l'introduzione degli orologi di scacchi, l'equipaggiamento necessario per i moderni match e tornei era ormai disponibile.

Gli scacchi stessi si svilupparono molto nel 1800: le partite più famose dell'epoca erano attacchi devastanti: le migliori strategie difensive ancora non erano note. Se un giocatore non sacrificava pezzi a destra e a manca nel tentativo di dare scacco matto all'avversario in modo violento, allora la partita non era divertente! Fu durante quest'era dedicata all'attacco che il giocatore americano Paul Morphy entrò in scena.

Morphy rappresentava pienamente tutte queste idee di attacco romantico e aggressivo. Durante il suo giro d'Europa, Morphy triturò senza esitazione tutti i più grandi giocatori di scacchi del mondo eccetto Howard Staunton, che non era più al picco della sua forza e non accettò la sfida di Morphy. Morphy travolse Adolf Anderssen, Louis Paulsen, Daniel Harrwitz e una lunga serie di altri maestri. Nel 1858 fu giocata la famosa partita "dell'Opera", tra Morphy e due giocatori, in consultazione: il Duca di Brunswick e un Conte francese: è considerata una delle migliori partite di scacchi di tutti i tempi. Morphy lancia davvero tutto ciò che ha ai suoi avversari: una bellissima partita destinata a rimanere nella storia!

I Primi Campioni Del Mondo E L'avvento Degli Scacchi Posizionali

Wilhelm Steinitz non giocò mai contro Morphy, che si era ritirato dal gioco prima che Steinitz entrasse nel pieno della carriera. Le teorie di Steinitz sul gioco sono ancora considerate al giorno d'oggi, in particolare il suo sdegno per il gioco eccessivamente aggressivo. Preferiva accettare i pedoni di gambetto comunemente offerti e poi chiudere la posizione tirandone poi fuori con calma una vittoria. Steinitz inizialmente non aveva eguali in questo tipo di gioco posizionale: lo utilizzò per diventare il primo Campione del Mondo ufficiale, nel 1886.

Steinitz mantenne il titolo di Campione del Mondo fino al 1894, quando Emanuel Lasker lo sconfisse sonoramente per 10-5. Il loro rematch, tre anni dopo, fu anche più sbilanciato: Lasker vinse per 10-2. Lasker avrebbe difeso il titolo per 27 anni, decisamente il regno più lungo per qualsiasi campione del mondo di scacchi.

Gli scacchi posizionali, come dimostrato da Steinitz e Lasker, divennero allora più popolari. La teoria prevalente fino agli anni 1920 dettava di occupare il centro della scacchiera in apertura, di solito con i pedoni. Le aperture più comuni erano la Spagnola (Ruy Lopez), il Giuoco Piano, il Gambetto di Donna, la Difesa Francese e la Partita Quattro Cavalli. Queste sono aperture relativamente tranquille, dalle quali entrambe le parti tentano lentamente di accumulare piccoli vantaggi di spazio, case chiave, diagonali e colonne.

Jose Raul Capablanca sconfisse Lasker nel 1921 diventando il terzo Campione del Mondo di Scacchi. Lo stile di Capablanca è ancora considerato il paradigma della padronanza posizionale semplice e dominante. Tendeva ad evitare le situazioni tattiche complesse, andando invece a inseguire vantaggi apparentemente piccoli che avrebbe poi convertito nel finale. La sua abilità nel finale era considerata la più grande che il mondo avesse mai visto. Persino oggi i migliori motori scacchistici trovano davvero pochi errori nella tecnica del finale di Capablanca. Anche se ha detenuto il titolo per soli 6 anni, Capablanca è ancora considerato uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi.

Negli anni 1920, il mondo degli scacchi fu sconvolto dalla nascita di una nuova scuola di pensiero, l'ipermodernismo. L'idea principale era quella di prendere il controllo del centro con i pezzi leggeri piuttosto che semplicemente occuparlo con i pedoni. Queste nuove idee venivano sostenute dalle partite e dalle teorie di una nuova generazione di talenti eccezionali: Aron Nimzowitsch, Efim Bogolyubov, Richard Reti e Ernst Grunfeld. In questo periodo si formarono nuove varianti e schemi di sviluppo in molte aperture popolari, per esempio nelle Difese Indiane, la Grunfeld e la Benoni.

Forse la più ipermoderna di tutte le aperture è la Difesa Alekhine, che prende il nome del quarto Campione del Mondo, Alexander Alekhine. Il punto di questa difesa è invitare il Bianco ad avanzare i suoi pedoni centrali per poi attaccare questo centro sovraesteso. Oggi Alekhine è ricordato non tanto come giocatore ipermoderno ma come primo giocatore dal gioco dinamico: poteva giocare in modo estremamente tattico e aggressivo, ma anche in modo tranquillo e posizionale. Detenne il titolo di Campione del Mondo dal 1927 al 1935, quando lo perse per mano di Max Euwe. Alekhine vinse il match di ritorno nel 1937 e conservò il titolo fino alla sua morte, nel 1946. È l'unico Campione del Mondo di scacchi ad essere morto mentre ancora in possesso del titolo.

Il Dominio Sovietico Nel 20° Secolo

Dal 1927 al 2006 furono i giocatori dell'Unione Sovietica e della Russia a detenere il titolo mondiale di scacchi, con sole due eccezioni. Alekhine, Mikhail Botvinnik, Vassily Smyslov, Mikhail Tal, Tigran Petrosian, Boris Spassky, Anatoly Karpov, Garry Kasparov e Vladimir Kramnik sono i campioni mondiali e giganti degli scacchi che hanno dimostrato il dominio sovietico sul titolo scacchistico nel 20° e all'inizio del 21° secolo. Gli stile delle leggende degli scacchi che abbiamo appena elencato non potrebbero essere più differenti. Dai campioni posizionali (Karpov, Petrosian, Smyslov e Kramnik), passando per il feroce stile d'attacco di Tal e arrivando alle abilità dinamiche di Alekhine, Botvinnik e Kasparov: ce n'è davvero per tutti!  

Dopo Alekhine, Mikhail Botvinnik divenne il Campione del Mondo seguente vincendo il Campionato del 1948. Quest'evento fu importante perché marcò la prima volta in cui la FIDE si occupò dell'organizzazione del Campionato del Mondo, cosa che accade tuttora, ma anche perché fu la prima volta che il titolo non fu assegnato con un singolo match; in assenza di un campione del mondo regnante si usava un sistema di cinque match. Botvinnik fu campione dal 1948 al 1963, con due brevi finestre di un anno di interruzione.

Botvinnik era noto per la sua logica ferrea e per le abilità dinamiche, essendo lui in grado di cambiare stile quasi come un camaleonte a seconda dell'avversario. Botvinnik perse il titolo nel 1957 contro Vassily Smyslov, ma secondo le regole del tempo Botvinnik ottenne una rivincita nell'anno seguente, quando sconfiggendo Smyslov recuperò subito la corona. Nel 1960 Botvinnik perse di nuovo il titolo contro Mikhail Tal. Nel 1961 ottenne però la sua rivincita e lo recuperò- Solo nel 1963, quando perse il match contro Tigran Petrosian, gli fu impossibile recuperare il titolo con una rivincita, dato che la FIDE aveva cambiato il regolamento.

Dopo il suo lungo regno da Campione del Mondo, Botvinnik divenne forse l'allenatore di scacchi più decorato della storia. Allenò tre futuri campioni mondiali (Karpov, Kasparov e Kramnik), cosa che nessun altro può vantare. Era anche un ingegnere informatico ed è considerato uno dei pionieri dei computer di scacchi.

Tigran Petrosian divenne il 9° Campione del Mondo di Scacchi dopo aver sconfitto Botvinnik nel 1963. Giocava con stile posizionale ed era noto per i magnifici sacrifici di qualità. Petrosian difese il suo titolo sconfiggendo Boris Spassky nel 1966, ma tre anni dopo Spassky vinse nuovamente il ciclo dei Candidati e lo sconfisse nel 1969, diventando il 10° Campione del Mondo. Il titolo gli rimase per tre anni, in quanto gli fu portato via nel famoso match da Bobby Fischer.

Bobby Fischer fu una delle figure scacchistiche più enigmatiche di tutti i tempi, l'unico ad essere riuscito ad incrinare il muro sovietico nella seconda metà del 20° secolo. Dal 1970 al 1972 sembrava che nessuno sulla Terra potesse fermarlo. Nel 1971 sconfisse Mark Taimanov in un match dei Candidati in cui si arrivava alle sei vittorie, dove non ne perse né pareggiò nemmeno una partita. Pochi mesi dopo fece lo stesso contro Bent Larsen, con 6 vittorie di fila: questi due risultati erano senza precedenti.

Nel 1972 Fischer e Spassky giocarono il match che ammaliò il mondo intero, anche persone che di scacchi non sapevano nulla. Non solo ciò fu visto come il campionato mondiale più atteso di tutti i tempi, ma aveva anche importanti ramificazioni geopolitiche. Gli USA e l'Unione Sovietica non combattevano solo per la Guerra Fredda, ma anche per la supremazia scacchistica. Fischer era molto difficile da approcciare, e dopo una misteriosa prima partita persa per un errore inspiegabile in un finale patto si rifiutò di giocare la seconda per problemi da lui rilevati nella sala di gioco. Spassky iniziò così il match in vantaggio per 2-0, mettendo Fischer davvero alle strette. Il match si giocava sulle 24 partite, e Fischer si trovava a dover compiere una delle rimonte più grandi di tutti i tempi: vinse per 12,5 a 8,5. Questo match vanta molte partite famose, ma la sesta spicca davvero: persino Spassky offrì a Fischer una standing ovation dopo la seguente partita:

Sfortunatamente per la storia degli scacchi, Fischer tre anni dopo rifiutò di difendere il suo titolo. A causa delle richieste apparentemente ridicole di Fischer, che la FIDE non poteva accettare, fu costretto as abbandonare il trono. Fischer sparì dalla scena scacchistica mondiale, finché non ricomparse nel 1992 per giocare un match con il suo vecchio rivale, Boris Spassky. Vinto quel match, Fischer sparì nuovamente, lasciandosi indietro più domande di quante ne avesse lasciate qualunque altro campione mondiale.

Karpov, Kasparov, Computer e Carlsen

Anatoly Karpov divenne il 12° Campione del Mondo nel 1975. È noto per il suo solido stile posizionale e per la tecnica fantastica, descritta come un boa constrictor. L'ex Campione del Mondo Viswanathan Anand ha commentato che "Karpov non è tanto interessato al proprio piano quanto al sabotaggio di quello avversario". Karpov ha regnato da Campione del Mondo per dieci anni, rimanendo estremamente attivo ai più alti livelli degli scacchi fino al 1997 circa. Verso la fine della sua carriera sono stati pubblicati diversi libri a suo nome ed è divenuto molto attivo nella politica russa.

Il dominio di Karpov negli anni 1979 e 1980 non fu superato fino alla comparsa di un'altra leggenda russa, Garry Kasparov. Nel 1984 si svolse il primo dei cinque match di Campionato del Mondo tra Karpov e Kasparov. Queste due leggende degli scacchi giocarono un totale di 144 partite in questi match, delle quali 104 finirono patta, 21 furono vinte da Kasparov e 19 da Karpov. Nonostante il bilancio finale sia equilibrato, Kasparov vinse ognuno di questi match, a parte il primo, che fu sospeso.

Kasparov mantenne il titolo per 15 anni, il secondo regno ininterrotto dopo quello di Lasker. La teoria scacchistica era avanzata moltissimo tra l'inizio e la fine del 20° secolo; a causa di ciò, non solo Kasparov aveva molti più contendenti al titolo, ma anche più forti, se comparato a Lasker. Kasparov rimase costantemente avanti di una spanna rispetto a tutti gli altri finché non venne spodestato da Vladimir Kramnik nel 2000. Kasparov al tempo non aveva ancora passato il suo picco di forza contro Kramnik, si trovò semplicemente e stranamente fuori forma. Rimase il giocatore con più Elo al mondo fino al 2005, diventando il primo a passare la soglia dei 2800 punti.

Kasparov fu il primo giocatore importante a servirsi sistematicamente dei computer per la preparazione e lo studio delle partite, e sconfisse i più forti computer della fine degli anni 1980 e dell'inizio del 1990 in vari match altamente pubblicizzati. Alla fine fu battuto dal supercomputer Deep Blue nel 1997 e fu la prima volta che un computer riuscì a battere un Campione del Mondo, in un match che cambiò il mondo. Kasparov ha sempre sostenuto che in quel match il computer fu assistito da umani nel selezionare la mossa giusta in momenti cruciali: Deep Blue fu smantellato immediatamente dopo il match. Dopo essersi ritirato dagli scacchi competitivi, Kasparov scrisse diversi libri fantastici, incluso il suo ottimo multi-tomo I Miei Grandi Predecessori, e si impegnò in politica in Russia. Recentemente ha rilasciato una serie di MasterClass sugli scacchi, che ha commentato con Chess.com in questa intervista esclusiva:

Nel 2005 i computer iniziarono ad essere visti come assai più forti di quanto qualunque umano potesse essere: infatti il supercomputer Hydra sconfisse facilmente Michael Adams, al tempo settimo al mondo con il punteggio di 2737. Hydra vinse il match con 5,5 punti su sei partite. I motori scacchistici continuarono a diventare sempre più forti. Un popolare motore open source, Stockfish, ha un Elo stimato di circa 3400. Nel 2017 una nuova entità del mondo scacchistico, AlphaZero, batté nettamente Stockfish in un match di 100 partite. All'inizio del 2018, AlphaZero ha battuto nuovamente Stockfish, stavolta in un match di 1.000 partite e con un handicap di tempo.

Anche gli umani stanno diventando più forti con l'aiuto dei computer nell'analisi, nella ricerca e nello studio della teoria delle aperture. Oggigiorno, quasi tutti i giocatori di scacchi utilizzano i motori scacchistici, anche il Campione del Mondo regnante, Magnus Carlsen. Carlsen detiene il titolo da quando ha sconfitto Viswanathan Anand nel 2013, ed è il giocatore con più Elo al mondo da molto tempo. Continua il suo dominio e ha vinto i primi 4 tornei da lui giocati nel 2019; detiene il record per l'Elo più alto della storia, 1882, ottenuto nel 2014, e rimane il numero uno al mondo. Molti già lo considerano il giocatore di scacchi più forte di tutti i tempi.


 
Gli scacchi come la vita. 
Un Re che vuole una Regina 
una Regina che vuole un Re. 
Ed è subito vita.

registrato da me
Finch insegna alla Macchina 
il gioco degli scacchi



Un Re che vuole una Regina 
una Regina che vuole un Re. 
Ed è subito vita. 
SCACCHI - LA STORIA DI UN GIOCO ECCEZIONALE E MISTERIOSO


Se vuoi il re, punta alla regina: prima la ignori e poi la conquisti. Non abbiate timore, prima ancora di essere una regina rimane pur sempre una signora. 

 SCACCHI IN VITA REALE, DOVE 32 UMANI SONO I PEZZI E SE VIENI MANGIATO MUORI!

La finale de La regina degli scacchi commentata dal campione del mondo

Giochi che mi hanno realmente insegnato le basi:



In italiano, scritto bene.
È a pagamento (5€) ma è esente da ogni tipo di pubblicità ed è totalmente offline.
Non ha sincronizzazioni. Puoi riscaricare il gioco quante volte vuoi e dove vuoi ma in ogni device devi ricominciare da capo.
Però se non ne valesse la pena non ce ne parlerei.
Puoi giocare con gli amici (non online ma sul gioco)
Oppure aiutare il principe Kaspar.

Il castello del Principe Kaspar ha molte stanze in cui vengono presentati i singoli pezzi degli scacchi. Potrai soffermarti su ogni pedina tranquillamente in base alle conoscenze che hai del gioco degli scacchi. Ti attende un gran numero di esercizi per mettere in pratica ciò che hai imparato.

Impara le regole degli scacchi con un approccio didattico
Inoltre nel grande libro degli scacchi della biblioteca del Principe Kaspar trovi tutte le finezze e i segreti possibili, come ad esempio la forchetta di pedone, la partita italiana o lo scacco del barbiere. Conosci già l'arrocco o la mossa "en passant"?

Naturalmente il Principe Kaspar è sempre pronto a giocare con te a scacchi. Solo quando lo avrai sconfitto, potrai affrontare anche il Capitano Black. 


Scacchi su Google play


È totalmente gratuito, totalmente offline ed esente da pubblicità. 
È un ottimo passatempo.
Non ha spiegazioni ma diversi aiuti che ogni tot di tempo il gioco ti regala.
Per chi ama trastullarsi  con gli scacchi è molto carino. Può essere giocato in diversi device. La sincronizzazione è perfetta.




Netflix ha creato un gioco molto carino. È dinamico come gioco e parte da quando Beth Armon gioca con il custode
 Mr. Shaibel fino ad arrivare a Borgov.
Totalmente gratuito. In italiano. Puoi sincronizzare i risultati in qualsiasi device. Puoi giocare offline. Ovviamente on line hai più vantaggi.
Zero pubblicità.
Una splendida mappa dei luoghi frequentati da Beth fungerà da hub centrale per tutto il gioco.
Potete giocare partite personalizzate su scacchiere 3D o 2D, monitorare gli obiettivi di gioco settimanali per guadagnare ricompense, scoprire le vostre statistiche e quelle degli amici, accedere a una libreria di lezioni di scacchi e altro ancora attraverso questa mappa centrale.

Approfittate dell'esclusiva funzione "Occhi di Beth" nel gioco per visualizzare la vostra prossima mossa o individuare possibili minacce sulla scacchiera, proprio come fa Beth nella serie.
Giocate partite a scacchi con gli amici o contro un'IA sofisticata che riproduce il livello di gioco e lo stile dei vostri personaggi preferiti.
 Le modalità multiplayer includono: Abbinamento online multiplayer, Invita un amico online multiplayer o Pass & Play in persona con un amico.


È un app ben fatta per tutti i tipi di giocatori. Essenzialmente online. Lascia poco in offline.
C'è la verifica per ogni partita e i punti su cui migliore e tante altre opzioni per gli appassionati come le partite di scacchi in Diretta. 
È gratuita per un buon 60% ma purtroppo per le cose che contano c'è abbonamento. 
 

film completo


(PROSSIMAMENTE  LA REGINA DEGLI SCACCHI LA SERIE NETFLIX)

Max nella citta' degli scacchi


La regina degli scacchi 2002

COLONNA SONORA
CRISTINA BRINGHELI - "SCACCHI" OFFICIAL VIDEO

colonna sonora 2 con download


Audiopoesia
Poesia" La partita a scacchi " testo, voce e montaggio di Diego De Nadai Musiche Ludovico Einaudi

Metafora della vita, sprazzi, ricordi, era solo una partita a scacchi
 
 Gli scacchi sono la vita, così diceva Bobby Fischer (il leggendario campione del mondo del gioco);    la scacchiera come il nostro mondo, la partita ed il suo evolversi come lo scorrere del tempo della singola esistenza, dettata da eventi (mosse) conseguenti.
Quando la partita inizia è come nascere,  La scacchiera è   come un libro ancora da scrivere; la partita ha inizio, le pagine della vita cominciano ad essere riempite, ad ogni mossa di uno c’è la mossa dell’altro, come ad ogni evento ne consegue un altro, Negli scacchi e nella vita la mossa fatta non si cancella  con le nostre scelte  determiniamo la nostra esistenza, ma poi dobbiamo fare i conti con il destino 
Le mosse sulla scacchiera sono il destino di ognuno di noi
 
 Il nostro destino  si orienta già dalle prime mosse,  ; ne siamo quindi padroni,  nella vittoria, ma anche  responsabili nella sconfitta.

audiopoesia 2 con download

Ogni giorno
ci sono persone
che giocano a scacchi
con la vita degli altri.

Loro inseparabili pedine
da muovere per utile divertimento,
disposti a eliminarle
con parole dove
dichiarano la loro
falsa innocenza
se devono distruggere la tua vita
per loro esaltazione ...
per loro salvezza...
per continuare la partita.

Niente è più importante di loro
tu sei solo una pedina
da giocare fino a quando
la tua presenza li rende vincenti.
Tu sei il loro gioco e
niente più.

Un giorno ti daranno con orgoglio
scacco matto
anche se tu non hai mai giocato.


Audiolibro 2 con download
 

Audiolibro 3 con downoload





Aforismi

Ci sono più avventure su una scacchiera che su tutti i mari del mondo.
(Pierre Mac Orlan)

A scuola mi esclusero dalla squadra di scacchi a causa della mia statura.
(Woody Allen)

Io credo che gli scacchi siano un po’ come la vita: intimidiscono le persone, ecco perché hanno inventato la dama.
(Dal film Bobby)

Si impara a conoscere bene la gente viaggiandoci insieme e giocandoci a scacchi.
(Proverbio russo)


Gioca l’apertura come un libro, il centro partita come un mago ed il finale come una macchina.
(Rudolf Spielmann)

Durante una gara il campione deve essere una combinazione tra un monaco buddista e una tigre siberiana.
(Aleksandr Alechin)

Sono giunto alla conclusione che non tutti gli artisti sono giocatori di scacchi, ma che tutti i giocatori di scacchi sono artisti.
(Marcel Duchamp)

Sono l’unico giocatore di scacchi che si è infortunato durante la preparazione atletica.
(Woody Allen)

Certo che ho praticato sport all’aria aperta. Una volta ho giocato a scacchi in un caffè all’aperto di Parigi.
(Oscar Wilde)

Gli scacchi sono uno sport. Uno sport violento che comporta connotazioni artistiche negli schemi geometrici e nelle variazioni della disposizione dei pezzi, così come nelle combinazioni, nella tattica, nella strategia e nella posizione. È un’esperienza triste, però, qualcosa di simile all’arte religiosa.
(Marcel Duchamp)


Gli scacchi sono una guerra idealizzata, richiedono tattica, strategia, freddo calcolo e intuizione.
(Friedrich Dürrenmatt)

Gli scacchi sono una guerra condotta sopra la scacchiera. L’obiettivo è schiacciare la mente dell’avversario.
(Bobby Fischer)

Un piccolo numero di elementi semplici che si unendosi tra di loro danno combinazioni infinite. Gli elementi della chimica, ma anche l’alfabeto, le note e i numeri. Le regole dell’universo sono l’invenzione di un giocatore di scacchi.
(Fabrizio Caramagna)

Gli scacchi non sono – come molti credono – un semplice gioco da tavola. Si elevano ad arte non solo per l’incalcolabile numero di combinazioni, ma soprattutto per il concetto, unico nel suo genere, di “scacco matto”. In ciò consiste il fascino e la bellezza degli scacchi, che anche il profano percepisce inconsciamente.
(Paolo Mauresing)


È terribile perdere. La sconfitta provoca profondo dolore. Ogni volta che la subisco io mi punisco mentalmente e penso nella mia mente all’intera partita. Dove ho sbagliato?
(Garry Kasparov)

Tutto ciò che conta sulla scacchiera sono le buone mosse.
(Bobby Fischer)

Una mossa cattiva può rovinarne 40 ben giocate.
(Israel Albert Horowitz)

I Cavalli sono la cavalleria, gli Alfieri sono gli arcieri, le Torri sono l’artiglieria e la Regina è il mago.
(Jacob Aagaard)

Perché non ci sono donne capaci di diventare campioni del mondo di scacchi? Perché non sono in grado di stare zitte per quattro ore di seguito.
(Anatolij Karpov)

Gli scacchi sono da sempre circondati da veri e propri stereotipi, difficilissimi da estirpare: sono un gioco lento, per persone riflessive, anziane; sono un gioco mite e pacato, praticato da piccoli e grandi geni avulsi dalla società, che ricordano un po’ i secchioni di quando andavamo a scuola; sono un gioco che procede per non meglio definiti schemi; da ultimo, certo, gli scacchi sono un gioco maschio. Nulla di più falso.
(Tevis Walter)


Un buon giocatore che abbia perduto agli scacchi, è francamente convinto che la sua perdita sia causata dal proprio errore, e lo cerca nel principio del gioco, ma dimentica che in ogni mossa, durante tutto il gioco, vi sono stati simili errori, che non una sola mossa era perfetta. L’errore sul quale concentra l’attenzione, lo nota solamente perché l’avversario ne ha approfittato.
(Lev Tolstoj, Guerra e pace)

Un russo è un anarchico, due russi sono una partita a scacchi, tre russi sono una rivoluzione.
(Jascha Heifetz)

Dopo una brutta apertura, c’è speranza per il centro partita. Dopo un brutto centro partita, c’è speranza per il finale. Ma una volta che sei nella parte finale, è arrivato il momento della verità.
(Edmar Mednis)


Le aperture ti insegnano le aperture. I finali ti insegnano gli scacchi!
(Stephan Gerzadowicz)

La tattica è sapere cosa fare quando c’è qualcosa da fare.
La strategia è sapere cosa fare quando non c’è più niente da fare.
(Savielly Tartakower)

Gli scacchi sono una questione di tempismo. Non è sufficiente giocare la mossa giusta, devi anche giocarla al momento giusto. Sapersi contenere è una delle cose più difficili da imparare per il giocatore medio di scacchi.
(Bobby Fisher)

Uno scacchista è come uno strumento musicale? Certo, è molto sensibile: basta un niente a scordarlo.
(Anonimo)

Negli scacchi c’è tutto: amore, odio, desiderio di sopraffazione, la violenza dell’intelligenza che è la più tagliente, l’annientamento dell’avversario senza proibizioni. Poterlo finire quando è già caduto, senza pietà, qualcosa di molto simile a quello che nella morale si chiama omicidio.
(Anatolij Karpov)


Si entra al gioco degli scacchi come si entra in una Religione. Per il giocatore di scacchi, la partita di scacchi è l’ufficio, la messa, la sfilata del 1° Maggio, la deposizione d’una corona al Monumento ai Caduti. E’ un dramma sacro.
(Michel Roos)

La matematica degli scacchi è molto interessante, perché dopo 4 mosse da entrambe le parti le possibilità si contano già a miliardi. È il gioco da tavolo per eccellenza. In qualche rara occasione si intravede una combinazione che un grande maestro coglierebbe a prima vista, e improvvisamente la scacchiera sembra tremendamente ricca – sembra che brulichi di possibilità. E tutti i grandi giocatori sono animati dalla volontà di combattere: hanno tutti l’istinto del killer.
(Martin Amis)

Il gioco degli scacchi è tutto: arte, scienza e sport.
(Anatolij Karpov)


Non gioco a scacchi per divertirmi : celebro un culto.
(Vladimir Nabokov)

Giocare a scacchi è come essere sospinto fuori dal tempo.
(Antoine de Saint-Exupéry)

Il gioco degli scacchi è un’arte celata sotto forma di gioco.
(Enciclopedia Sovietica)

Il gioco degli scacchi è una delle più nobili invenzioni della mente umana.
(Cyril Edwin Mitchinson Joad)

Che cosa era il mondo al di fuori degli scacchi? La nebbia, l’ignoto, il non-essere…
(Vladimir Nabokov)

È sempre meglio sacrificare i pezzi dell’avversario che i propri.
(Xavier Tartakower)

Quando perdo un pezzo: se vinco era un geniale sacrificio, se perdo era uno stupido sbaglio.
(George Koltanowski)

Per me, il pedone passato ha un’anima, esattamente come l’uomo, delle aspirazioni, che sonnecchiano in lui a sua insaputa, e dei timori di cui egli appena indovina l’esistenza.
(Aaron Nimzowitsch)


Nella scacchiera, il potere del pedone è la sua disposizione al sacrificio.
(Fabrizio Caramagna)

Amori impossibili.
Sulla scacchiera, tutti i pezzi bianchi sono innamorati della regina nera.
(Fabrizio Caramagna)

Nel gioco degli scacchi è il re che vorrebbe ambire, invano, alla parità dei sessi.
(Fabrizio Caramagna)

Gli scacchi hanno tre componenti: il tempo, lo spazio e solo in ultimo il materiale.
(Mikhail Tal)

Gli errori sono tutti lì sulla scacchiera, pronti per essere fatti.
(Xavier Tartakower)

I sette peccati capitali degli scacchi sono: superficialità, voracità, paura, incostanza, spreco di tempo, buonismo, immobilità.
(Xavier Tartakower)

“Lei ha mai conosciuto i campioni?”
“Ho studiato le loro partite a tavolino” mi rispose. “Ho rifatto le loro mosse di apertura, ho spiato le combinazioni nel loro nascere”.
“E non si può ripeterle?” gli chiesi.
“Sì” mi rispose. “Ma è l’altro che non le ripete”.
(Giuseppe Pontiggia)


La scacchiera è il Mondo. I pezzi sono i fenomeni dell’Universo. Le regole del gioco sono ciò che chiamiamo “le leggi della Natura”. Non sappiamo chi è seduto di fronte a noi. Sappiamo che egli gioca in modo equo, giusto e paziente. Ma sappiamo anche, sulla nostra pelle, che non ci perdona mai un errore. Inoltre non commette mai la più piccola distrazione…
(Jorge Louis Borges)

Giocare a scacchi è imparare a dominare la paura della morte. In una partita bisogna prevedere tutto, anche la propria fine. La solitudine dello scacchista all’avvicinarsi del “matto” è simile a quella del condannato.
(Francis Szpinger)

Non c’è niente di più facile che perdere una partita già vinta.
(Xavier Tartakower)

Ogni partita è decisa da un errore, non importa se nostro o dell’avversario.
(Xavier Tartakower)


Per evitare di perdere un pezzo quanti hanno perso la partita!
(Xavier Tartakower)

Vince la partita chi fa il penultimo errore.
(Xavier Tartakower)

Le buone posizioni non vincono la partita, sono le buone mosse a farlo.
(Gerald Abrahams)

La mia preferenza fra una donna a letto o una Donna sulla scacchiera… dipende dalla posizione.
(Boris Spassky)

Di Fischer si sarebbe potuto dire quello che fu detto a suo tempo di Coppi, ossia che diventava aggraziato solo sulla sella di una bicicletta: Robert Fischer sembrava avere un’esistenza adeguata al suo concetto solo davanti a una scacchiera.
(Franco Trabattoni)

Nel 1972 il mondo assisteva affascinato a una delle grandi battaglie della Guerra Fredda: si combatteva in Islanda ed era una partita a scacchi tra l’ americano Bobby Fischer e il russo Boris Spasskij. Fischer dichiarò che gli scacchi sono una guerra, e in quel momento storico nulla sembrava più vero, ma d’ altra parte così è sempre stato: se tutti i giochi sono in qualche misura surrogati della violenza e dei conflitti, nessuno più degli scacchi assomiglia a una battaglia studiata a tavolino. Due eserciti contrapposti sono allineati per marciare all’ attacco: i pedoni in prima linea, e gli ufficiali alla retroguardia
(Neil Macgregor)


Difenderò la razza umana!
(Garry Kasparov, prima dell’incontro col computer IBM Deep Blue, 1996)

Gli scacchi richiedono una strategia trasparente: io so quello che hai tu e tu sai quello che ho io; non so quello che stai pensando, ma almeno so quali sono le tue risorse.
(Garry Kasparov)

L’opinione pubblica considera Kortchnoy come un anarchico che prova in pieno giorno, di far saltare in aria il suo avversario; Kasparov come un giovane Napoleone degli Scacchi in possesso di una potente artiglieria; ma Karpov lascia l’impressione di essere un gendarme che preferisce legare l’avversario con manette e catene.
(Raymond Keene)

Preferirei avere un pedone che un dito.
(Reuben Fine)

Sebbene possa sembrare strano a molti, in generale io considero che negli scacchi si basa tutto sulle tattiche. Se uno pensa alla strategia come ad un blocco di marmo, allora le tattiche sono lo scalpello col quale il maestro opera, nel creare lavori di arte scacchistica
(Tigran Petrosian)


Dovete trascinare il vostro avversario in una profonda oscura foresta, dove due più due fa cinque, e il sentiero per venirne fuori è largo solo per permetter il passaggio di uno solo dei due
(Mikhail Tal)

Al livello più alto, gli scacchi sono un talento per controllare cose prive di relazione. È come controllare il caos.
(Garry Kasparov)

Ma non è già offendere in modo ingiurioso il chiamare gli scacchi un gioco?
(Stefan Zweig)

Gli scacchi sono più prossimi all’arte dell’assassinio che all’arte della guerra.
(Arturo Perez-Reverte)

La vita è come una partita a scacchi. Vincono i matti.
(Zziagenio78, Twitter)

La vita è come gli scacchi. İl Re può muoversi una casella alla volta, mentre la Regina fa un po’ come le pare.
(Anonimo)


Gli scacchi sono una perfetta metafora della vita, tutti al servizio del Re ma chi conta davvero è la Regina.
(Anonimo)

L’ironia è come gli scacchi. C’è chi vede solo il bianco e nero e chi capisce il gioco.
(ChiNonMuore1, Twitter)

Sembra che l’invenzione degli scacchi sia legata a un fatto di sangue. Narra infatti una leggenda che quando il gioco fu presentato per la prima volta a corte il sultano volle premiare l’oscuro inventore esaudendo ogni suo desiderio. Questi chiese per sé un compenso apparentemente modesto, di avere cioè tanto grano quanto poteva risultare da una semplice addizione: un chicco sulla prima delle sessantaquattro caselle, due sulla seconda, quattro sulla terza, e così via… Ma quando il sultano, che aveva in un primo tempo accettato di buon grado, si rese conto che a soddisfare una simile richiesta non sarebbero bastati i granai del suo regno, e forse neppure quelli di tutta la terra, per togliersi dall’imbarazzo stimò opportuno mozzargli la testa. La leggenda sottace il fatto che quel sovrano dovette pagare in seguito un prezzo ben maggiore: egli si appassionò al nuovo gioco fino a smarrirne la ragione.
(Paolo Maurensig)


Una pedina è il pezzo più importante sulla scacchiera… per una pedina.
(Isaac Asimov)

Chi vuole educarsi negli scacchi deve evitare tutto ciò che negli scacchi è morto – teorie artificiali, basate su pochi casi e frutto di intelligenze non eccelse; l’abitudine di giocare con avversari inferiori; l’abitudine di scansare le difficoltà; il difetto di adottare acriticamente varianti o regole scoperte da altri; la vanità che crede di poter bastare a se stessa; l’incapacità di ammettere gli errori; in breve, qualunque cosa conduca a un punto morto o all’anarchia.
(Emanuel Lasker)

Un giocatore di scacchi preferisce lasciare la sua testa fra le fauci di un leone piuttosto che lasciare la presa su una Donna.
(Aaron Nimzowitsch)

Non sono mai riuscito a capire gli scacchi. C’è troppa scienza per essere un gioco, e c’è troppo gioco per essere scienza.
(Emanuel Lasker)


Gli scacchi sono troppo seri per essere un gioco. E sono troppo un gioco per essere seri.
(Moses Mendelssohn)

Se gli scacchi sono una scienza, sono troppo inesatti. Se gli scacchi sono un’arte, sono troppo esatti. Se gli scacchi sono uno sport, sono troppo esoterici. Se gli scacchi sono un gioco, sono troppo impegnativu per essere solo un gioco.
(Anonimo)

Antonius: Tu giochi a scacchi, non è vero?
Morte: Come lo sai?
Antonius: Lo so. L’ho visto nei quadri, lo dicono le leggende.
Morte: Sì, anche questo è vero, come è vero che non ho mai perduto un gioco.
Antonius: Forse anche la Morte può commettere un errore.
(Dal film Il settimo sigillo)

Persino i massimi maestri internazionali degli scacchi, per quanto a fondo analizzino una certa mossa, raramente possono prevedere come andrà a finire la partita. Così le loro decisioni su ogni mossa si basano in parte sull’intuito. Io ero un giocatore di scacchi abbastanza bravo, ma naturalmente non possedevo la loro classe. Prima di avere qualcosa di meglio da fare (girare film) ho giocato in tornei di scacchi ai Club Marshall e Manhattan di New York.
(Stanley Kubrick)


Tra le molte altre cose che gli scacchi vi insegnano c’è il fatto di controllare quell’emozione iniziale che provate quando vi accorgete che una mossa sembra buona. Vi esercitano a riflettere prima di eseguirla e a pensare con la stessa obiettività quando siete nei guai.
(Stanley Kubrick)

Quando ho i Bianchi vinco perché ho i Bianchi. Quando ho i Neri, vinco perché sono Bogoljubov!
(Efim Bogoljubov)

In questo torneo ho un grande vantaggio: sono il solo a non dover affrontare Bogoljubov!
(Efim Bogoljubov)

Attualmente ci sono al mondo due soli forti giocatori. L’altro è Lasker.
(Siegbert Tarrasch)

Le leggi della vita non sono così chiare come quelle degli scacchi.
(Garry Kasparov)

La diplomazia è una partita a scacchi in cui si dà scacco matto ai popoli.
(Karl Kraus)


Ho ascoltato con un senso di ammirazione le parole di una scacchista che dichiarava che la sensazione di aver giocato una partita armoniosa gli dava un senso di tranquillità che la religione era incapace di offrire.
(Ralph Waldo Emerson)

Non senza ragione del gioco degli scacchi non si conosce l’origine. Esso probabilmente preesisteva all’apparire dell’uomo sulla Terra e forse anche alla creazione del mondo. E se il mondo ripiomberà nel caos ed il caos si ridissolverà nel nulla, il gioco degli scacchi rimarrà, fuori dello spazio e del tempo, partecipe dell’eternità delle idee.
(Massimo Bontempelli)

I pezzi degli scacchi sono molto, molto più antichi degli uomini: molti secoli dopo che c’erano gli scacchi sono nati gli uomini.
(Anonimo)

Egli gioca come uno che celebri una cerimonia religiosa. O piuttosto no, meglio ancora, come chi crei una silenziosa musica religiosa. Il suo gioco è musicale. Egli afferra i pezzi come se pizzicasse un’arpa. E, allo stesso modo, m’immagino il suo cavallo, non nitrire, questo giammai! ma respirare musicalmente, allorché si apprestasse a dar scacco al suo avversario. E’ come un cavallo alato. Un Pegaso. O ancor meglio una chiave di pianoforte di legno, come questa. E non si posa sulla scacchiera! Non salta: vola. E quando gioca la regina? Pura musica!
(Miguel de Unamuno)


L’uomo mite e passivo può giocare in modo brillante sfogando la sua aggressività sulla scacchiera; al contrario, l’uomo aggressivo può trovare una compensazione in un gioco tranquillo.
(Reuben Fine)

Gli scacchi sono l’arte che esprime la bellezza della logica.
(Michail Botvinnik)

Il mio stile è di portare l’avversario, e me stesso, su terreni sconosciuti. Una partita di scacchi non deve servire a testare le tue conoscenze: è una battaglia di nervi!
(David Bronstein)

Non hai bisogno di giocare bene, basta giocare meglio del tuo avversario.
(Anonimo)

Gli scacchi sono la palestra della mente.
(Blaise Pascal)

Il gioco degli scacchi non è un gioco, ma una malattia.
(Henry Campbell-Bannerman)

Gli scacchi sono il più cospicuo spreco di intelligenza umana che si possa riscontrare al di fuori di un’agenzia di pubblicità.
(Raymond Chandler)


Il gioco degli scacchi è sia una cosa saggia sia una pazzia filosofica.
(Giacomo I d’Inghilterra)

È necessario proteggere il proprio Re con il minimo dei pezzi e attaccare il Re avversario con il massimo degli stessi.
(José Raul Capablanca)

Un pezzo disposto male rovina l’intera posizione.
(Siegbert Tarrasch)

Degli scacchi è stato detto che la vita non è abbastanza lunga per essi, ma questo è il difetto della vita, non degli scacchi.
(Irving Chernev)

La più grande capacità negli scacchi risiede nel non consentire all’avversario di mostrarti ciò che è capace di fare.
(Garry Kasparov)

Evita la folla. Pensa in modo indipendente.
Sii il giocatore di scacchi, non il pezzo degli scacchi.
(Ralph Charell)

Una vittoria nata da una mossa sbagliata mi riempie di orrore artistico.
(Wilhelm Steinitz)


Un buon sacrificio è quella mossa, non necessariamente buona, che però lascia l’avversario confuso e incerto.
(Rudolph Spielmann)

Su un’isola deserta porterei tre libri: il Dizionario Grimm, la Bibbia e una raccolta di partite di Capablanca e Alechine.
(George Steiner)

Nei miei 23 anni d’esperienza con gli scacchi ho scoperto che gli allievi che imparano a scuola questo gioco riescono meglio nei loro studi. Gli scacchi aiutano i bambini a migliorare in matematica, fisica e nel compimento delle loro ricerche. Essi aiutano anche i giovani a sviluppare il buon senso e la concentrazione, a pianificare la loro vita ed a seguire le leggi, dando altresì loro confidenza in altre aree di abilità per tutta la vita.
(Orrin Hudson)

No. Non apro mai con e4. Non compio un errore fatale alla prima mossa.
(Siegbert Tarasch)


L’amore è… cercare tutta la tua vita d’insegnare a tua moglie a giocare a scacchi.
(Jan Hein Donner)

Da bambino ero in grado, bendato, di giocare quattro partite a scacchi contemporaneamente. Le perdevo tutte.
(Anonimo)

“Hai i bianchi. A te la prima mossa”.
Mi stava concedendo un vantaggio incredibile: giocare senza la regina è un po’ come fare a pugni con una mano legata dietro la schiena. La cosa, di per sé, mi parve già abbastanza mortificante, ma a quanto pare Tabori non riteneva ancora sufficiente il proprio handicap: infatti, con mio grande stupore, girò la sedia su cui era seduto, dandomi le spalle, e mi annunciò che avrebbe fatto a meno di guardare la scacchiera. Sarei stato io a comunicargli le coordinate di ogni pezzo che avrei mosso, e lui avrebbe fatto altrettanto; e sarei stato ancora io a spostare materialmente sulla scacchiera le figure di entrambi. Se al principio la proposta mi aveva umiliato, ora, paradossalmente, mi divertiva: non solo un braccio dietro la schiena, dunque, ma addirittura una benda sugli occhi. La sua sfida cominciava ad apparirmi come qualcosa di prodigioso.
(Paolo Maurensig)


Iniziai a giocare. Pensavo che avrei potuto colpirlo quando e dove volevo. Per un momento fui sfiorato persino dall’idea di poter barare. Giocavamo senza limiti di tempo. Tabori era davanti a me, voltato di spalle. Di tanto in tanto si accendeva una sigaretta. Probabilmente, sulla parete bianca che aveva di fronte, vedeva più cose di quante non ne vedessi io sulla scacchiera. La partita terminò solo nel tardo pomeriggio, quando Tabori mi annunciò di aver dato il via a una continuazione forzata che portava alla vittoria in sette mosse. E poiché lui seguitava a darmi le spalle, la dimostrazione di quell’asserto, con tutti i suoi corollari, fui io, per ironia della sorte, a doverla eseguire fino allo scacco matto.
Quella fu dunque la prima severa lezione impartitami dal mio maestro, una lezione che demolì il mio amor proprio. Se potevo essere battuto in quel modo, quante migliaia di anni luce mi separavano dall’ideale che intendevo raggiungere?
(Paolo Maurensig)


L’unico gioco che appartenga a tutti i popoli e a tutti i tempi e di cui nessuno sa quale iddio l’abbia portato sulla terra per ammazzare la noia, acuire i sensi, avvincere l’anima.
(Stefan Zweig)

Qualche spiritoso ha detto che gli scacchi sono troppo difficili per essere un gioco e troppo facili per essere una scienza.
(Reuben Fine)

Una partita di di scacchi è divisa in tre parti: la prima, quando speri di avere un vantaggio, la seconda quando credi di avere un vantaggio, e la terza… quando sai che stai per perdere!
(Savielly Tartakower)

Gli scacchi ci insegnano a non perderci d’animo per una sinistra apparenza che i nostri affari potessero avere; ci fanno contrarre l’abito di sperare in una migliore fortuna, e di cercar sempre nuovi espedienti.
(Benjamin Franklin)


A scacchi io mi sforzo sempre di giocare contro i pezzi del mio avversario piuttosto che contro di lui.
(Svetozar Gligorić)

Si deve combattere il concetto, falso, che vuole che ogni colpo debba produrre un guadagno immediato ; i colpi d’attesa hanno in egual misura il diritto d’esistere.
(Aaron Nimzovitch)

Gli scacchi sono la pietra di paragone dell’intelletto.
(Johann Wolfgang Goethe)

Scacchiera : quadrato perfetto, come la nuova Gerusalemme descritta dall’autore dell’Apocalisse, otto case per otto, esaltazione della cifra 4, simbolo dei quattro orizzonti del cosmo…o il nero e il bianco, l’ombra e la luce, il male e il bene che s’intrecciano e si congiungono.
(Robert Couffignal)

Gli scacchi sono un grande gioco. Non importa quanto sei bravo, c’è sempre uno meglio di te; non importa quanto sei una schiappa, c’è sempre qualcuno peggio di te!
(Al Horowitz)


Una mossa cattiva può rovinarne quaranta ben giocate.
(Al Horowitz)

Gli scacchi ci insegnano il potere del “perché?” in modo molto chiaro. Ogni mossa ha una conseguenza ed è in relazione con la strategia generale o non lo è. Se non ci si interroga sulla ragione di ogni mossa si finirà per perdere contro qualsiasi giocatore applichi un piano coerente.
(Garry Kasparov)

La strategia richiede pensiero, le tattiche richiedono l’osservazione.
(Max Euwe)

Gli scacchi, dopo tutto, non sono solo un accumulo di conoscenze; gli scacchi sono dinamici, e ogni conclusione apparentemente definitiva può nella pratica rivelarsi soltanto provvisoria. La verità va provata ogni volta.
(Garry Kasparov)

L’unica cura per il mal di testa è giocare a scacchi.
(John Maynard Keynes)

Chi entra, per la prima volta nella vita, in un circolo di scacchi viene subito riconosciuto. Anzitutto sorride, e di solito gli esperti, in questo come in altri campi, non sorridono, non ne vedono purtroppo la ragione… Solo dopo che ha provato l’umiliazione più bruciante – non quella di essere battuto, ma di non esserne considerato degno – trova alla fine chi si siede di fronte a lui e accetta la partita
(Giuseppe Pontiggia)


Calmi maniaci dai visi ingannatori o esseri irrequieti dall’aria febbrile, gli scacchisti confluiscono al termine della giornata, come un fiume notturno della metropoli, alla ricerca di un nemico da battere. Sono una popolazione di poche centinaia di anime, di ogni nicchia sociale, di ogni professione. Li accomuna un desiderio di vincere pari al timore di perdere.
Nessuno gioca per partecipare – come auspicava il restauratore delle Olimpiadi – ognuno gioca per vincere.
(Giuseppe Pontiggia)

Il gioco degli scacchi è un perenne pentimento.
(Stephen Leacock)

Questo gioco arcaico, matematico, simbolico, non ha nulla dello sport: non produce campioni fatti di carne di manzo, non è cordiale, è silenzioso, maniacale, malsano, genera nevrotici protagonisti di un freddo sogno di simboli e tornei, di numeri e di re.
(Giorgio Manganelli)


Alëchin sosteneva che gli scacchi sono un’arte, mentre Capablanca li vedeva come pura tecnica; per Lasker, invece, gli scacchi significavano lotta.
(Paolo Maurensig)

Negli scacchi non si ha modo di provare niente fintanto che non si è mosso, e allora non si può più correggere il tiro.
(Arturo Pérez-Reverte)

Gli scacchi sono un gioco per la loro forma, un’arte per la loro essenza e una scienza per la loro difficoltà di apprendimento. Vi possono procurare altrettanto piacere che un buon libro o una bella musica, ma non avrete una reale gioia se non riuscirete a giocare bene.
(Tigran Petrosian)

Una volta un computer mi ha battuto a scacchi, ma con la boxe thailandese non c’è stata partita.
(Emo Philips)

Gli scacchi sono costituiti dal trenta al quaranta per cento di psicologia. E questo non esiste quando si gioca con un computer, non puoi confonderlo.
(Judit Polgár)


L’essere umano accetta senza problemi che una macchina corra più veloce di lui. Però difficilmente accetta che essa pensi meglio di lui.
(Mikhail Tal)

Perdere una partita a scacchi contro il tuo computer è come avere dei buchi nei calzini: non è imbarazzante finché sei il solo a saperlo.
(Anonimo)

Il gioco degli scacchi è un mistero come le donne.
(Cecil Purdy)

Quando ti senti una pedina nelle mani di una dama lei ti ha già dato scacco matto.
(Fulvio Fiori)

Il gioco degli scacchi è talmente bello che vale ben la pena di sprecarci la vita.
(Hans Ree)

Il gioco degli scacchi mette a repentaglio il mio fragile intelletto.
D’ora in poi mi dedicherò al baccarat e alla roulette.
(Alfred North Whitehead)


Il piacere di una combinazione di scacchi consiste nella sensazione che è la mente umana ad ispirare il gioco, a dominare dei pezzi inanimati e a dar loro il respiro della vita.
(Richard Reti)

Bobby Fischer era un maestro della chiarezza e un re nell’arte del posizionamento. I suoi avversari vedevano dove stava andando ma non erano in grado di fermarlo.
(Bruce Pandolfini)

Il gioco degli scacchi è un gioco di combattimento puramente intellettuale che esclude il caso.
(Richard Reti)

Gli scacchi sono nella sua essenza un gioco, nella sua forma un’arte, e nella sua esecuzione una scienza.
(Baron Tassilo)

Considero gli scacchi il più onesto tra i giochi, poiché gli avversari non possono nascondersi nulla l’un l’altro.
(Isaac Bashevis Singer)


L’arbitro è negli scacchi ciò che il clown è nel circo. Non è capace di grandi cose, ma senza di lui l’ambiente non sarebbe lo stesso.
(Patrick Legrand)

Ogni momento nella vita è prezioso; per questo gioco a scacchi.
(Joseph Siroker)

Ti dirò un segreto ed è semplice: gioca, gioca soltanto! Perdi un sacco di partite, vincine qualcuna e studia un po’. Allora, come per magia, gli scacchi cominceranno a venire a te.
(Ken Smith)

Una partita a scacchi è un’opera d’arte fra due menti, che deve bilanciare due scopi talvolta disparati: vincere e produrre bellezza.
(Vasilij Smyslov)

Gli scacchi, come l’amore e la musica, hanno il potere di rendere gli uomini felici.
(Siegbert Tarrasch)

La sensazione che lo scrivere, come gli scacchi, fosse un gioco di cui si potesse apprendere la teoria, non sufficiente a vincere la partita, ma almeno a cominciarla.
(Giuseppe Pontiggia)


Il gioco degli scacchi è il gioco che conferisce più onore all’intelletto umano.
(Voltaire)

Tutta la vita dell’uomo, tutta la vita dell’intero universo, non è altro che un interminabile gioco di scacchi sui due campi: bianco e nero; gioco nel quale nessuno vince se non l’infausta morte.
(Wilhelm Heinrich Wackenroder)

È troppo triste rendersi conto che la vita assomiglia al gioco degli scacchi, in cui basta una mossa falsa a farci perdere la partita, con l’aggravante che, nella vita, non possiamo nemmeno contare su di una possibilità di rivincita.
(Sigmund Freud)

La vita è come la tua prima partita di scacchi. Quando inizi a capire come funziona hai già perso.
(Carlos Ruiz Zafón)

Il Destino gioca a scacchi e ti accorgi solo troppo tardi che il Fato gioca con due Regine allo stesso tempo.
(Terry Pratchett)


Nella vita, a differenza che negli scacchi, il gioco continua anche dopo lo scacco matto.
(Isaac Asimov)

Gli scacchi sono una lotta contro l’errore.
(Johannes Zukertort)

Non è una mossa, anche la migliore, che tu devi ricercare, ma un piano realizzabile.
(Evgenij Znosko-Borovskij)

Gli scacchi moderni si preoccupano troppo di cose come le strutture di pedoni. Quello che decide una partita è lo scacco matto.
(Nigel Short)

Quando vedi una buona mossa, aspetta, cercane una migliore.
(Emanuel Lasker)

Diventiamo grandi quando cominciamo a battere papà a scacchi. Diventiamo adulti il giorno in cui lo lasciamo vincere.
(Anonimo)

Ci sono molti scacchi, ma un solo matto.
(Proverbio russo)

La vita è come una partita a scacchi, cambia a ogni mossa.
(Proverbio cinese)


Quando la partita di scacchi è finita, il pedone e il re tornano nella stessa scatola.
(Proverbio irlandese)

Anche l’uomo più forte del mondo ha bisogno di avere una donna al suo fianco, perché quando la vita è un casino, proprio come in una partita a scacchi, la regina protegge il re.
(Anonimo)

Il forte giocatore di scacchi è una persona dotata di un cervello dalle capacità straordinarie che rovina inutilmente davanti a una scacchiera piuttosto che di servirsene per altri fini altamente più importanti.
(Albert Einstein)

Tutti gli scacchisti studiano le vecchie partite – proprio come si imparano le parole di una lingua straniera. Ma dopo aver acquisito un certo numero di vocaboli, devi imparare a usarli, per realizzare il tuo potenziale creativo. Soprattutto se vuoi diventare campione del mondo.
(Garry Kasparov)


Per uno scacchista è ovvio sostenere che essere portati per gli scacchi implichi grande intelligenza, se non genialità, ma purtroppo abbiamo pochi elementi a sostegno di questa teoria.
(Garry Kasparov)

Un maestro di scacchi non cerca la mossa migliore: la vede.
(Garry Kasparov)

Un giocatore di genio è colui che sa trasgredire le regole al momento opportuno.
(Richard Teichmann)

Una caratteristica comune a tutti i giocatori di scacchi sembra quella di non voler ammettere, una volta sconfitti, che la loro posizione era indifendibile.
(Paolo Maurensig)

La vita è un’immensa partita a scacchi, l’importante non è vincere o perdere, bensì essere un giocatore e non una pedina. Poiché il giocatore è fautore del proprio destino anche nella sconfitta, mentre la pedina è vittima degli eventi anche nella vittoria.
(Dino Notte)


Mi sento come si deve sentire un pezzo degli scacchi, quando di esso l’avversario dice: “Questo pezzo è in scacco!”.
(Søren Kierkegaard)

Non siamo che pedoni del gioco degli scacchi, avidi d’azione. Agli ordini del Grande giocatore. Egli ci conduce di qua, di là, sulla scacchiera della vita. Ed alla fine, ci imprigiona nella casa della morte. In modo più leggero. Che tristezza ! Brutalmente decaduti dal rango di cavalier a quello di pedone. E poi, lasciare il gioco del re e dei suoi alfieri. Metto ancora torre contro torre…ed è scacco e matto.
(Omar Khayyam)

Io non muoio, arrocco.
(Daniel Pennac)











Adesso un po' di storia dalle prime fasi a Magnus (Articolio orinale di Colin Stapczynski) 

La Storia Degli Scacchi | Dalle Prime Fasi A Magnus - Chess.com

Gli scacchi hanno una lunga ed epica storia. Il gioco è cambiato parecchio dalla sua forma primordiale, probabilmente ideata in India. La versione moderna che noi tutti apprezziamo al giorno d'oggi non esisteva come tale fino al 16° secolo: non c'erano orologi, e i pezzi non sono stati standardizzati fino al 19° secolo.

Il titolo di campione del mondo ufficiale è nato solo nel 19° secolo, poco dopo la diffusione dei grandi tornei; con i primi, iniziarono anche a svilupparsi pienamente veri e propri stili di gioco. Anche se il primo libro sulle aperture è stato pubblicato nel 1843, la teoria come la conosciamo oggi non si è davvero sviluppata fino all'inizio o persino alla metà del 20° secolo. I motori scacchistici e i database non sono entrati in scena fino alla fine del 20° secolo.

Le Origini Degli Scacchi

Gli scacchi, come sono noti al giorno d'oggi, si sono differenziati dal gioco indiano chaturanga prima del 600 d.c. Il gioco si è diffuso attraverso Asia ed Europa nei secoli successivi, evolvendosi poi alle regole attuali durante il 16° secolo. Uno dei primi maestri del gioco fu un sacerdote spagnolo chiamato Ruy Lopez. Anche se non fu lui ad inventare l'apertura che prende il suo nome, la analizzò in un libro pubblicato nel 1561. La teoria degli scacchi era così primitiva allora che Lopez consigliava addirittura la strategia di giocare facendo in modo che il sole colpisse gli occhi degli avversari!

La Teoria E Lo Sviluppo Degli Scacchi Nel 19° Secolo

La teoria scacchistica è progredita a passo molto lento fino a metà del 18° secolo. Nel 1749 il maestro francese Francois-Andre Philidor entrò in scena con il suo libri intitolato Analyse du jeu des Échecs. Questo libro trattava alcune idee nuove in apertura, anche sulla difesa che ancora porta il suo nome, e conteneva anche la famosa difesa di Philidor nei finali di torre e pedone: si tratta di una tecnica ancora oggi utilizzata. La famosa dichiarazione di Philidor secondo cui "I pedoni sono l'anima degli scacchi" fu introdotta per la prima volta con questo libro.


Gli scacchi continuarono a guadagnare popolarità in tutto il mondo, e a metà del 19° secolo avvenne la standardizzazione dei set di scacchi: prima degli anni 1850 i pezzi non erano per nulla uniformi. Nel 1849, Jaques di Londra, un produttore di giochi e giocattoli, introdusse un nuovo stile di pezzi creato da Nathaniel Cooke. Questi stessi pezzi furono apprezzati e supportati da Howard Staunton, il giocatore più forte del tempo. Questo nuovo stile di pezzi, conosciuti appunto come Staunton, divennero istantaneamente popolari e da allora furono usati nei tornei e nei club di tutto il mondo. I pezzi Staunton, con lievi varianti, sono ancora considerati lo standard per i set di scacchi da torneo.


history of chess Jaques Staunton set

Un set Jacques Staunton antico. Foto: Chess.com member, GoodKnightMike

Il 19° secolo marcò anche l'introduzione degli orologi di scacchi nel gioco competitivo. Prima che gli orologi di scacchi diventassero la norma, una singola partita poteva durare anche 14 ore! Con la standardizzazione dei set di scacchi e l'introduzione degli orologi di scacchi, l'equipaggiamento necessario per i moderni match e tornei era ormai disponibile.


Gli scacchi stessi si svilupparono molto nel 1800: le partite più famose dell'epoca erano attacchi devastanti: le migliori strategie difensive ancora non erano note. Se un giocatore non sacrificava pezzi a destra e a manca nel tentativo di dare scacco matto all'avversario in modo violento, allora la partita non era divertente! Fu durante quest'era dedicata all'attacco che il giocatore americano Paul Morphy entrò in scena.


history of chess Paul Morphy

Paul Morphy, l'emblema del gioco romantico e aggressivo. Foto: Wikipedia

Morphy rappresentava pienamente tutte queste idee di attacco romantico e aggressivo. Durante il suo giro d'Europa, Morphy triturò senza esitazione tutti i più grandi giocatori di scacchi del mondo eccetto Howard Staunton, che non era più al picco della sua forza e non accettò la sfida di Morphy. Morphy travolse Adolf Anderssen, Louis Paulsen, Daniel Harrwitz e una lunga serie di altri maestri. Nel 1858 fu giocata la famosa partita "dell'Opera", tra Morphy e due giocatori, in consultazione: il Duca di Brunswick e un Conte francese: è considerata una delle migliori partite di scacchi di tutti i tempi. Morphy lancia davvero tutto ciò che ha ai suoi avversari: una bellissima partita destinata a rimanere nella storia!


Morphy Paul contro Duke Karl Count Isouard

1-0 Paris (France) 1858 ECO: C41









I Primi Campioni Del Mondo E L'avvento Degli Scacchi Posizionali

Wilhelm Steinitz non giocò mai contro Morphy, che si era ritirato dal gioco prima che Steinitz entrasse nel pieno della carriera. Le teorie di Steinitz sul gioco sono ancora considerate al giorno d'oggi, in particolare il suo sdegno per il gioco eccessivamente aggressivo. Preferiva accettare i pedoni di gambetto comunemente offerti e poi chiudere la posizione tirandone poi fuori con calma una vittoria. Steinitz inizialmente non aveva eguali in questo tipo di gioco posizionale: lo utilizzò per diventare il primo Campione del Mondo ufficiale, nel 1886.


history of chess Wilhelm Steinitz

Wilhelm Steinitz, il primo Campione del Mondo ufficiale. Foto: Wikipedia

Steinitz mantenne il titolo di Campione del Mondo fino al 1894, quando Emanuel Lasker lo sconfisse sonoramente per 10-5. Il loro rematch, tre anni dopo, fu anche più sbilanciato: Lasker vinse per 10-2. Lasker avrebbe difeso il titolo per 27 anni, decisamente il regno più lungo per qualsiasi campione del mondo di scacchi.


Gli scacchi posizionali, come dimostrato da Steinitz e Lasker, divennero allora più popolari. La teoria prevalente fino agli anni 1920 dettava di occupare il centro della scacchiera in apertura, di solito con i pedoni. Le aperture più comuni erano la Spagnola (Ruy Lopez), il Giuoco Piano, il Gambetto di Donna, la Difesa Francese e la Partita Quattro Cavalli. Queste sono aperture relativamente tranquille, dalle quali entrambe le parti tentano lentamente di accumulare piccoli vantaggi di spazio, case chiave, diagonali e colonne.


History of Chess Lasker

Emanuel Lasker, il secondo Campione del Mondo di Scacchi. Foto: German Federal Archive, CC

Jose Raul Capablanca sconfisse Lasker nel 1921 diventando il terzo Campione del Mondo di Scacchi. Lo stile di Capablanca è ancora considerato il paradigma della padronanza posizionale semplice e dominante. Tendeva ad evitare le situazioni tattiche complesse, andando invece a inseguire vantaggi apparentemente piccoli che avrebbe poi convertito nel finale. La sua abilità nel finale era considerata la più grande che il mondo avesse mai visto. Persino oggi i migliori motori scacchistici trovano davvero pochi errori nella tecnica del finale di Capablanca. Anche se ha detenuto il titolo per soli 6 anni, Capablanca è ancora considerato uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi.


History of Chess Capablanca

Jose Raul Capblanca, il terzo Campione del Mondo di Scacchi. Foto: Wikipedia

Negli anni 1920, il mondo degli scacchi fu sconvolto dalla nascita di una nuova scuola di pensiero, l'ipermodernismo. L'idea principale era quella di prendere il controllo del centro con i pezzi leggeri piuttosto che semplicemente occuparlo con i pedoni. Queste nuove idee venivano sostenute dalle partite e dalle teorie di una nuova generazione di talenti eccezionali: Aron Nimzowitsch, Efim Bogolyubov, Richard Reti e Ernst Grunfeld. In questo periodo si formarono nuove varianti e schemi di sviluppo in molte aperture popolari, per esempio nelle Difese Indiane, la Grunfeld e la Benoni.


Forse la più ipermoderna di tutte le aperture è la Difesa Alekhine, che prende il nome del quarto Campione del Mondo, Alexander Alekhine. Il punto di questa difesa è invitare il Bianco ad avanzare i suoi pedoni centrali per poi attaccare questo centro sovraesteso. Oggi Alekhine è ricordato non tanto come giocatore ipermoderno ma come primo giocatore dal gioco dinamico: poteva giocare in modo estremamente tattico e aggressivo, ma anche in modo tranquillo e posizionale. Detenne il titolo di Campione del Mondo dal 1927 al 1935, quando lo perse per mano di Max Euwe. Alekhine vinse il match di ritorno nel 1937 e conservò il titolo fino alla sua morte, nel 1946. È l'unico Campione del Mondo di scacchi ad essere morto mentre ancora in possesso del titolo.


Alexander Alekhine

Alexander Alekhine, il quarto Campione del Mondo di Scacchi. Foto: George Bain/Library of Congress, Wikipedia

Il Dominio Sovietico Nel 20° Secolo

Dal 1927 al 2006 furono i giocatori dell'Unione Sovietica e della Russia a detenere il titolo mondiale di scacchi, con sole due eccezioni. Alekhine, Mikhail Botvinnik, Vassily Smyslov, Mikhail Tal, Tigran Petrosian, Boris Spassky, Anatoly Karpov, Garry Kasparov e Vladimir Kramnik sono i campioni mondiali e giganti degli scacchi che hanno dimostrato il dominio sovietico sul titolo scacchistico nel 20° e all'inizio del 21° secolo. Gli stile delle leggende degli scacchi che abbiamo appena elencato non potrebbero essere più differenti. Dai campioni posizionali (Karpov, Petrosian, Smyslov e Kramnik), passando per il feroce stile d'attacco di Tal e arrivando alle abilità dinamiche di Alekhine, Botvinnik e Kasparov: ce n'è davvero per tutti!  


Dopo Alekhine, Mikhail Botvinnik divenne il Campione del Mondo seguente vincendo il Campionato del 1948. Quest'evento fu importante perché marcò la prima volta in cui la FIDE si occupò dell'organizzazione del Campionato del Mondo, cosa che accade tuttora, ma anche perché fu la prima volta che il titolo non fu assegnato con un singolo match; in assenza di un campione del mondo regnante si usava un sistema di cinque match. Botvinnik fu campione dal 1948 al 1963, con due brevi finestre di un anno di interruzione.


History of Chess Botvinnik

Mikhail Botvinnik, il sesto Campione del Mondo di Scacchi. Foto: Harry Pot/Dutch National Archives, CC

Botvinnik era noto per la sua logica ferrea e per le abilità dinamiche, essendo lui in grado di cambiare stile quasi come un camaleonte a seconda dell'avversario. Botvinnik perse il titolo nel 1957 contro Vassily Smyslov, ma secondo le regole del tempo Botvinnik ottenne una rivincita nell'anno seguente, quando sconfiggendo Smyslov recuperò subito la corona. Nel 1960 Botvinnik perse di nuovo il titolo contro Mikhail Tal. Nel 1961 ottenne però la sua rivincita e lo recuperò- Solo nel 1963, quando perse il match contro Tigran Petrosian, gli fu impossibile recuperare il titolo con una rivincita, dato che la FIDE aveva cambiato il regolamento.


Dopo il suo lungo regno da Campione del Mondo, Botvinnik divenne forse l'allenatore di scacchi più decorato della storia. Allenò tre futuri campioni mondiali (Karpov, Kasparov e Kramnik), cosa che nessun altro può vantare. Era anche un ingegnere informatico ed è considerato uno dei pionieri dei computer di scacchi.


Tigran Petrosian divenne il 9° Campione del Mondo di Scacchi dopo aver sconfitto Botvinnik nel 1963. Giocava con stile posizionale ed era noto per i magnifici sacrifici di qualità. Petrosian difese il suo titolo sconfiggendo Boris Spassky nel 1966, ma tre anni dopo Spassky vinse nuovamente il ciclo dei Candidati e lo sconfisse nel 1969, diventando il 10° Campione del Mondo. Il titolo gli rimase per tre anni, in quanto gli fu portato via nel famoso match da Bobby Fischer.


History of chess Bobby Fischer and Max Euwe

Bobby Fischer con Max Euwe nel 1972. Foto: Bert Verhoeff/Dutch National Archive, CC

Bobby Fischer fu una delle figure scacchistiche più enigmatiche di tutti i tempi, l'unico ad essere riuscito ad incrinare il muro sovietico nella seconda metà del 20° secolo. Dal 1970 al 1972 sembrava che nessuno sulla Terra potesse fermarlo. Nel 1971 sconfisse Mark Taimanov in un match dei Candidati in cui si arrivava alle sei vittorie, dove non ne perse né pareggiò nemmeno una partita. Pochi mesi dopo fece lo stesso contro Bent Larsen, con 6 vittorie di fila: questi due risultati erano senza precedenti.


Nel 1972 Fischer e Spassky giocarono il match che ammaliò il mondo intero, anche persone che di scacchi non sapevano nulla. Non solo ciò fu visto come il campionato mondiale più atteso di tutti i tempi, ma aveva anche importanti ramificazioni geopolitiche. Gli USA e l'Unione Sovietica non combattevano solo per la Guerra Fredda, ma anche per la supremazia scacchistica. Fischer era molto difficile da approcciare, e dopo una misteriosa prima partita persa per un errore inspiegabile in un finale patto si rifiutò di giocare la seconda per problemi da lui rilevati nella sala di gioco. Spassky iniziò così il match in vantaggio per 2-0, mettendo Fischer davvero alle strette. Il match si giocava sulle 24 partite, e Fischer si trovava a dover compiere una delle rimonte più grandi di tutti i tempi: vinse per 12,5 a 8,5. Questo match vanta molte partite famose, ma la sesta spicca davvero: persino Spassky offrì a Fischer una standing ovation dopo la seguente partita:


Fischer, Robert James (2785) contro Spassky, Boris V (2660)

1-0 World Championship 28th Reykjavik 23 Jul 1972 Turno: 6 ECO: D59









Sfortunatamente per la storia degli scacchi, Fischer tre anni dopo rifiutò di difendere il suo titolo. A causa delle richieste apparentemente ridicole di Fischer, che la FIDE non poteva accettare, fu costretto as abbandonare il trono. Fischer sparì dalla scena scacchistica mondiale, finché non ricomparse nel 1992 per giocare un match con il suo vecchio rivale, Boris Spassky. Vinto quel match, Fischer sparì nuovamente, lasciandosi indietro più domande di quante ne avesse lasciate qualunque altro campione mondiale.


Karpov, Kasparov, Computer e Carlsen

Anatoly Karpov divenne il 12° Campione del Mondo nel 1975. È noto per il suo solido stile posizionale e per la tecnica fantastica, descritta come un boa constrictor. L'ex Campione del Mondo Viswanathan Anand ha commentato che "Karpov non è tanto interessato al proprio piano quanto al sabotaggio di quello avversario". Karpov ha regnato da Campione del Mondo per dieci anni, rimanendo estremamente attivo ai più alti livelli degli scacchi fino al 1997 circa. Verso la fine della sua carriera sono stati pubblicati diversi libri a suo nome ed è divenuto molto attivo nella politica russa.


Anatoly Karpov

Anatoly Karpov, il 12° Campione del Mondo di Scacchi. Foto: Rob Croes/Dutch National Archive, CC

Il dominio di Karpov negli anni 1979 e 1980 non fu superato fino alla comparsa di un'altra leggenda russa, Garry Kasparov. Nel 1984 si svolse il primo dei cinque match di Campionato del Mondo tra Karpov e Kasparov. Queste due leggende degli scacchi giocarono un totale di 144 partite in questi match, delle quali 104 finirono patta, 21 furono vinte da Kasparov e 19 da Karpov. Nonostante il bilancio finale sia equilibrato, Kasparov vinse ognuno di questi match, a parte il primo, che fu sospeso.


Kasparov mantenne il titolo per 15 anni, il secondo regno ininterrotto dopo quello di Lasker. La teoria scacchistica era avanzata moltissimo tra l'inizio e la fine del 20° secolo; a causa di ciò, non solo Kasparov aveva molti più contendenti al titolo, ma anche più forti, se comparato a Lasker. Kasparov rimase costantemente avanti di una spanna rispetto a tutti gli altri finché non venne spodestato da Vladimir Kramnik nel 2000. Kasparov al tempo non aveva ancora passato il suo picco di forza contro Kramnik, si trovò semplicemente e stranamente fuori forma. Rimase il giocatore con più Elo al mondo fino al 2005, diventando il primo a passare la soglia dei 2800 punti.


Garry Kasparov

Garry Kasparov, il 13° Campione del Mondo di Scacchi. Foto: Owen Williams/ The Kasparov Agency, CC

Kasparov fu il primo giocatore importante a servirsi sistematicamente dei computer per la preparazione e lo studio delle partite, e sconfisse i più forti computer della fine degli anni 1980 e dell'inizio del 1990 in vari match altamente pubblicizzati. Alla fine fu battuto dal supercomputer Deep Blue nel 1997 e fu la prima volta che un computer riuscì a battere un Campione del Mondo, in un match che cambiò il mondo. Kasparov ha sempre sostenuto che in quel match il computer fu assistito da umani nel selezionare la mossa giusta in momenti cruciali: Deep Blue fu smantellato immediatamente dopo il match. Dopo essersi ritirato dagli scacchi competitivi, Kasparov scrisse diversi libri fantastici, incluso il suo ottimo multi-tomo I Miei Grandi Predecessori, e si impegnò in politica in Russia. Recentemente ha rilasciato una serie di MasterClass sugli scacchi, che ha commentato con Chess.com in questa intervista esclusiva:




Nel 2005 i computer iniziarono ad essere visti come assai più forti di quanto qualunque umano potesse essere: infatti il supercomputer Hydra sconfisse facilmente Michael Adams, al tempo settimo al mondo con il punteggio di 2737. Hydra vinse il match con 5,5 punti su sei partite. I motori scacchistici continuarono a diventare sempre più forti. Un popolare motore open source, Stockfish, ha un Elo stimato di circa 3400. Nel 2017 una nuova entità del mondo scacchistico, AlphaZero, batté nettamente Stockfish in un match di 100 partite. All'inizio del 2018, AlphaZero ha battuto nuovamente Stockfish, stavolta in un match di 1.000 partite e con un handicap di tempo.


History of chess Magnus Carlsen

L'attuale Campione del Mondo Magnus Carlsen al torneo di Chess.com di Isle of Man (2017). Foto: © Maria Emelianova/Chess.com

Anche gli umani stanno diventando più forti con l'aiuto dei computer nell'analisi, nella ricerca e nello studio della teoria delle aperture. Oggigiorno, quasi tutti i giocatori di scacchi utilizzano i motori scacchistici, anche il Campione del Mondo regnante, Magnus Carlsen. Carlsen detiene il titolo da quando ha sconfitto Viswanathan Anand nel 2013, ed è il giocatore con più Elo al mondo da molto tempo. Continua il suo dominio e ha vinto i primi 4 tornei da lui giocati nel 2019; detiene il record per l'Elo più alto della storia, 1882, ottenuto nel 2014, e rimane il numero uno al mondo. Molti già lo considerano il giocatore di scacchi più forte di tutti i tempi.

Gli scacchi 
 
Gli scacchi come la vita. 
Un Re che vuole una Regina 
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Ed è subito vita. 



Finch insegna alla Macchina 
il gioco degli scacchi




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Se vuoi il re, punta alla regina: prima la ignori e poi la conquisti. Non abbiate timore, prima ancora di essere una regina rimane pur sempre una signora. 

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La finale de La regina degli scacchi commentata dal campione del mondo


film completo
Max nella citta' degli scacchi


La regina degli scacchi 2002

COLONNA SONORA
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Le Canzoni della Melevisione - Gli scacchi sono un sogno

Audiolibro
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Solar Pons - Il Pezzo di Scacchi Rotto

THE CHESS MAN -L'uomo degli scacchi- audiobook di Rosalba Vangelista





Aforismi

Ci sono più avventure su una scacchiera che su tutti i mari del mondo.
(Pierre Mac Orlan)

A scuola mi esclusero dalla squadra di scacchi a causa della mia statura.
(Woody Allen)

Io credo che gli scacchi siano un po’ come la vita: intimidiscono le persone, ecco perché hanno inventato la dama.
(Dal film Bobby)

Si impara a conoscere bene la gente viaggiandoci insieme e giocandoci a scacchi.
(Proverbio russo)


Gioca l’apertura come un libro, il centro partita come un mago ed il finale come una macchina.
(Rudolf Spielmann)

Durante una gara il campione deve essere una combinazione tra un monaco buddista e una tigre siberiana.
(Aleksandr Alechin)

Sono giunto alla conclusione che non tutti gli artisti sono giocatori di scacchi, ma che tutti i giocatori di scacchi sono artisti.
(Marcel Duchamp)

Sono l’unico giocatore di scacchi che si è infortunato durante la preparazione atletica.
(Woody Allen)

Certo che ho praticato sport all’aria aperta. Una volta ho giocato a scacchi in un caffè all’aperto di Parigi.
(Oscar Wilde)

Gli scacchi sono uno sport. Uno sport violento che comporta connotazioni artistiche negli schemi geometrici e nelle variazioni della disposizione dei pezzi, così come nelle combinazioni, nella tattica, nella strategia e nella posizione. È un’esperienza triste, però, qualcosa di simile all’arte religiosa.
(Marcel Duchamp)


Gli scacchi sono una guerra idealizzata, richiedono tattica, strategia, freddo calcolo e intuizione.
(Friedrich Dürrenmatt)

Gli scacchi sono una guerra condotta sopra la scacchiera. L’obiettivo è schiacciare la mente dell’avversario.
(Bobby Fischer)

Un piccolo numero di elementi semplici che si unendosi tra di loro danno combinazioni infinite. Gli elementi della chimica, ma anche l’alfabeto, le note e i numeri. Le regole dell’universo sono l’invenzione di un giocatore di scacchi.
(Fabrizio Caramagna)

Gli scacchi non sono – come molti credono – un semplice gioco da tavola. Si elevano ad arte non solo per l’incalcolabile numero di combinazioni, ma soprattutto per il concetto, unico nel suo genere, di “scacco matto”. In ciò consiste il fascino e la bellezza degli scacchi, che anche il profano percepisce inconsciamente.
(Paolo Mauresing)


È terribile perdere. La sconfitta provoca profondo dolore. Ogni volta che la subisco io mi punisco mentalmente e penso nella mia mente all’intera partita. Dove ho sbagliato?
(Garry Kasparov)

Tutto ciò che conta sulla scacchiera sono le buone mosse.
(Bobby Fischer)

Una mossa cattiva può rovinarne 40 ben giocate.
(Israel Albert Horowitz)

I Cavalli sono la cavalleria, gli Alfieri sono gli arcieri, le Torri sono l’artiglieria e la Regina è il mago.
(Jacob Aagaard)

Perché non ci sono donne capaci di diventare campioni del mondo di scacchi? Perché non sono in grado di stare zitte per quattro ore di seguito.
(Anatolij Karpov)

Gli scacchi sono da sempre circondati da veri e propri stereotipi, difficilissimi da estirpare: sono un gioco lento, per persone riflessive, anziane; sono un gioco mite e pacato, praticato da piccoli e grandi geni avulsi dalla società, che ricordano un po’ i secchioni di quando andavamo a scuola; sono un gioco che procede per non meglio definiti schemi; da ultimo, certo, gli scacchi sono un gioco maschio. Nulla di più falso.
(Tevis Walter)


Un buon giocatore che abbia perduto agli scacchi, è francamente convinto che la sua perdita sia causata dal proprio errore, e lo cerca nel principio del gioco, ma dimentica che in ogni mossa, durante tutto il gioco, vi sono stati simili errori, che non una sola mossa era perfetta. L’errore sul quale concentra l’attenzione, lo nota solamente perché l’avversario ne ha approfittato.
(Lev Tolstoj, Guerra e pace)

Un russo è un anarchico, due russi sono una partita a scacchi, tre russi sono una rivoluzione.
(Jascha Heifetz)

Dopo una brutta apertura, c’è speranza per il centro partita. Dopo un brutto centro partita, c’è speranza per il finale. Ma una volta che sei nella parte finale, è arrivato il momento della verità.
(Edmar Mednis)


Le aperture ti insegnano le aperture. I finali ti insegnano gli scacchi!
(Stephan Gerzadowicz)

La tattica è sapere cosa fare quando c’è qualcosa da fare.
La strategia è sapere cosa fare quando non c’è più niente da fare.
(Savielly Tartakower)

Gli scacchi sono una questione di tempismo. Non è sufficiente giocare la mossa giusta, devi anche giocarla al momento giusto. Sapersi contenere è una delle cose più difficili da imparare per il giocatore medio di scacchi.
(Bobby Fisher)

Uno scacchista è come uno strumento musicale? Certo, è molto sensibile: basta un niente a scordarlo.
(Anonimo)

Negli scacchi c’è tutto: amore, odio, desiderio di sopraffazione, la violenza dell’intelligenza che è la più tagliente, l’annientamento dell’avversario senza proibizioni. Poterlo finire quando è già caduto, senza pietà, qualcosa di molto simile a quello che nella morale si chiama omicidio.
(Anatolij Karpov)


Si entra al gioco degli scacchi come si entra in una Religione. Per il giocatore di scacchi, la partita di scacchi è l’ufficio, la messa, la sfilata del 1° Maggio, la deposizione d’una corona al Monumento ai Caduti. E’ un dramma sacro.
(Michel Roos)

La matematica degli scacchi è molto interessante, perché dopo 4 mosse da entrambe le parti le possibilità si contano già a miliardi. È il gioco da tavolo per eccellenza. In qualche rara occasione si intravede una combinazione che un grande maestro coglierebbe a prima vista, e improvvisamente la scacchiera sembra tremendamente ricca – sembra che brulichi di possibilità. E tutti i grandi giocatori sono animati dalla volontà di combattere: hanno tutti l’istinto del killer.
(Martin Amis)

Il gioco degli scacchi è tutto: arte, scienza e sport.
(Anatolij Karpov)


Non gioco a scacchi per divertirmi : celebro un culto.
(Vladimir Nabokov)

Giocare a scacchi è come essere sospinto fuori dal tempo.
(Antoine de Saint-Exupéry)

Il gioco degli scacchi è un’arte celata sotto forma di gioco.
(Enciclopedia Sovietica)

Il gioco degli scacchi è una delle più nobili invenzioni della mente umana.
(Cyril Edwin Mitchinson Joad)

Che cosa era il mondo al di fuori degli scacchi? La nebbia, l’ignoto, il non-essere…
(Vladimir Nabokov)

È sempre meglio sacrificare i pezzi dell’avversario che i propri.
(Xavier Tartakower)

Quando perdo un pezzo: se vinco era un geniale sacrificio, se perdo era uno stupido sbaglio.
(George Koltanowski)

Per me, il pedone passato ha un’anima, esattamente come l’uomo, delle aspirazioni, che sonnecchiano in lui a sua insaputa, e dei timori di cui egli appena indovina l’esistenza.
(Aaron Nimzowitsch)


Nella scacchiera, il potere del pedone è la sua disposizione al sacrificio.
(Fabrizio Caramagna)

Amori impossibili.
Sulla scacchiera, tutti i pezzi bianchi sono innamorati della regina nera.
(Fabrizio Caramagna)

Nel gioco degli scacchi è il re che vorrebbe ambire, invano, alla parità dei sessi.
(Fabrizio Caramagna)

Gli scacchi hanno tre componenti: il tempo, lo spazio e solo in ultimo il materiale.
(Mikhail Tal)

Gli errori sono tutti lì sulla scacchiera, pronti per essere fatti.
(Xavier Tartakower)

I sette peccati capitali degli scacchi sono: superficialità, voracità, paura, incostanza, spreco di tempo, buonismo, immobilità.
(Xavier Tartakower)

“Lei ha mai conosciuto i campioni?”
“Ho studiato le loro partite a tavolino” mi rispose. “Ho rifatto le loro mosse di apertura, ho spiato le combinazioni nel loro nascere”.
“E non si può ripeterle?” gli chiesi.
“Sì” mi rispose. “Ma è l’altro che non le ripete”.
(Giuseppe Pontiggia)


La scacchiera è il Mondo. I pezzi sono i fenomeni dell’Universo. Le regole del gioco sono ciò che chiamiamo “le leggi della Natura”. Non sappiamo chi è seduto di fronte a noi. Sappiamo che egli gioca in modo equo, giusto e paziente. Ma sappiamo anche, sulla nostra pelle, che non ci perdona mai un errore. Inoltre non commette mai la più piccola distrazione…
(Jorge Louis Borges)

Giocare a scacchi è imparare a dominare la paura della morte. In una partita bisogna prevedere tutto, anche la propria fine. La solitudine dello scacchista all’avvicinarsi del “matto” è simile a quella del condannato.
(Francis Szpinger)

Non c’è niente di più facile che perdere una partita già vinta.
(Xavier Tartakower)

Ogni partita è decisa da un errore, non importa se nostro o dell’avversario.
(Xavier Tartakower)


Per evitare di perdere un pezzo quanti hanno perso la partita!
(Xavier Tartakower)

Vince la partita chi fa il penultimo errore.
(Xavier Tartakower)

Le buone posizioni non vincono la partita, sono le buone mosse a farlo.
(Gerald Abrahams)

La mia preferenza fra una donna a letto o una Donna sulla scacchiera… dipende dalla posizione.
(Boris Spassky)

Di Fischer si sarebbe potuto dire quello che fu detto a suo tempo di Coppi, ossia che diventava aggraziato solo sulla sella di una bicicletta: Robert Fischer sembrava avere un’esistenza adeguata al suo concetto solo davanti a una scacchiera.
(Franco Trabattoni)

Nel 1972 il mondo assisteva affascinato a una delle grandi battaglie della Guerra Fredda: si combatteva in Islanda ed era una partita a scacchi tra l’ americano Bobby Fischer e il russo Boris Spasskij. Fischer dichiarò che gli scacchi sono una guerra, e in quel momento storico nulla sembrava più vero, ma d’ altra parte così è sempre stato: se tutti i giochi sono in qualche misura surrogati della violenza e dei conflitti, nessuno più degli scacchi assomiglia a una battaglia studiata a tavolino. Due eserciti contrapposti sono allineati per marciare all’ attacco: i pedoni in prima linea, e gli ufficiali alla retroguardia
(Neil Macgregor)


Difenderò la razza umana!
(Garry Kasparov, prima dell’incontro col computer IBM Deep Blue, 1996)

Gli scacchi richiedono una strategia trasparente: io so quello che hai tu e tu sai quello che ho io; non so quello che stai pensando, ma almeno so quali sono le tue risorse.
(Garry Kasparov)

L’opinione pubblica considera Kortchnoy come un anarchico che prova in pieno giorno, di far saltare in aria il suo avversario; Kasparov come un giovane Napoleone degli Scacchi in possesso di una potente artiglieria; ma Karpov lascia l’impressione di essere un gendarme che preferisce legare l’avversario con manette e catene.
(Raymond Keene)

Preferirei avere un pedone che un dito.
(Reuben Fine)

Sebbene possa sembrare strano a molti, in generale io considero che negli scacchi si basa tutto sulle tattiche. Se uno pensa alla strategia come ad un blocco di marmo, allora le tattiche sono lo scalpello col quale il maestro opera, nel creare lavori di arte scacchistica
(Tigran Petrosian)


Dovete trascinare il vostro avversario in una profonda oscura foresta, dove due più due fa cinque, e il sentiero per venirne fuori è largo solo per permetter il passaggio di uno solo dei due
(Mikhail Tal)

Al livello più alto, gli scacchi sono un talento per controllare cose prive di relazione. È come controllare il caos.
(Garry Kasparov)

Ma non è già offendere in modo ingiurioso il chiamare gli scacchi un gioco?
(Stefan Zweig)

Gli scacchi sono più prossimi all’arte dell’assassinio che all’arte della guerra.
(Arturo Perez-Reverte)

La vita è come una partita a scacchi. Vincono i matti.
(Zziagenio78, Twitter)

La vita è come gli scacchi. İl Re può muoversi una casella alla volta, mentre la Regina fa un po’ come le pare.
(Anonimo)


Gli scacchi sono una perfetta metafora della vita, tutti al servizio del Re ma chi conta davvero è la Regina.
(Anonimo)

L’ironia è come gli scacchi. C’è chi vede solo il bianco e nero e chi capisce il gioco.
(ChiNonMuore1, Twitter)

Sembra che l’invenzione degli scacchi sia legata a un fatto di sangue. Narra infatti una leggenda che quando il gioco fu presentato per la prima volta a corte il sultano volle premiare l’oscuro inventore esaudendo ogni suo desiderio. Questi chiese per sé un compenso apparentemente modesto, di avere cioè tanto grano quanto poteva risultare da una semplice addizione: un chicco sulla prima delle sessantaquattro caselle, due sulla seconda, quattro sulla terza, e così via… Ma quando il sultano, che aveva in un primo tempo accettato di buon grado, si rese conto che a soddisfare una simile richiesta non sarebbero bastati i granai del suo regno, e forse neppure quelli di tutta la terra, per togliersi dall’imbarazzo stimò opportuno mozzargli la testa. La leggenda sottace il fatto che quel sovrano dovette pagare in seguito un prezzo ben maggiore: egli si appassionò al nuovo gioco fino a smarrirne la ragione.
(Paolo Maurensig)


Una pedina è il pezzo più importante sulla scacchiera… per una pedina.
(Isaac Asimov)

Chi vuole educarsi negli scacchi deve evitare tutto ciò che negli scacchi è morto – teorie artificiali, basate su pochi casi e frutto di intelligenze non eccelse; l’abitudine di giocare con avversari inferiori; l’abitudine di scansare le difficoltà; il difetto di adottare acriticamente varianti o regole scoperte da altri; la vanità che crede di poter bastare a se stessa; l’incapacità di ammettere gli errori; in breve, qualunque cosa conduca a un punto morto o all’anarchia.
(Emanuel Lasker)

Un giocatore di scacchi preferisce lasciare la sua testa fra le fauci di un leone piuttosto che lasciare la presa su una Donna.
(Aaron Nimzowitsch)

Non sono mai riuscito a capire gli scacchi. C’è troppa scienza per essere un gioco, e c’è troppo gioco per essere scienza.
(Emanuel Lasker)


Gli scacchi sono troppo seri per essere un gioco. E sono troppo un gioco per essere seri.
(Moses Mendelssohn)

Se gli scacchi sono una scienza, sono troppo inesatti. Se gli scacchi sono un’arte, sono troppo esatti. Se gli scacchi sono uno sport, sono troppo esoterici. Se gli scacchi sono un gioco, sono troppo impegnativu per essere solo un gioco.
(Anonimo)

Antonius: Tu giochi a scacchi, non è vero?
Morte: Come lo sai?
Antonius: Lo so. L’ho visto nei quadri, lo dicono le leggende.
Morte: Sì, anche questo è vero, come è vero che non ho mai perduto un gioco.
Antonius: Forse anche la Morte può commettere un errore.
(Dal film Il settimo sigillo)

Persino i massimi maestri internazionali degli scacchi, per quanto a fondo analizzino una certa mossa, raramente possono prevedere come andrà a finire la partita. Così le loro decisioni su ogni mossa si basano in parte sull’intuito. Io ero un giocatore di scacchi abbastanza bravo, ma naturalmente non possedevo la loro classe. Prima di avere qualcosa di meglio da fare (girare film) ho giocato in tornei di scacchi ai Club Marshall e Manhattan di New York.
(Stanley Kubrick)


Tra le molte altre cose che gli scacchi vi insegnano c’è il fatto di controllare quell’emozione iniziale che provate quando vi accorgete che una mossa sembra buona. Vi esercitano a riflettere prima di eseguirla e a pensare con la stessa obiettività quando siete nei guai.
(Stanley Kubrick)

Quando ho i Bianchi vinco perché ho i Bianchi. Quando ho i Neri, vinco perché sono Bogoljubov!
(Efim Bogoljubov)

In questo torneo ho un grande vantaggio: sono il solo a non dover affrontare Bogoljubov!
(Efim Bogoljubov)

Attualmente ci sono al mondo due soli forti giocatori. L’altro è Lasker.
(Siegbert Tarrasch)

Le leggi della vita non sono così chiare come quelle degli scacchi.
(Garry Kasparov)

La diplomazia è una partita a scacchi in cui si dà scacco matto ai popoli.
(Karl Kraus)


Ho ascoltato con un senso di ammirazione le parole di una scacchista che dichiarava che la sensazione di aver giocato una partita armoniosa gli dava un senso di tranquillità che la religione era incapace di offrire.
(Ralph Waldo Emerson)

Non senza ragione del gioco degli scacchi non si conosce l’origine. Esso probabilmente preesisteva all’apparire dell’uomo sulla Terra e forse anche alla creazione del mondo. E se il mondo ripiomberà nel caos ed il caos si ridissolverà nel nulla, il gioco degli scacchi rimarrà, fuori dello spazio e del tempo, partecipe dell’eternità delle idee.
(Massimo Bontempelli)

I pezzi degli scacchi sono molto, molto più antichi degli uomini: molti secoli dopo che c’erano gli scacchi sono nati gli uomini.
(Anonimo)

Egli gioca come uno che celebri una cerimonia religiosa. O piuttosto no, meglio ancora, come chi crei una silenziosa musica religiosa. Il suo gioco è musicale. Egli afferra i pezzi come se pizzicasse un’arpa. E, allo stesso modo, m’immagino il suo cavallo, non nitrire, questo giammai! ma respirare musicalmente, allorché si apprestasse a dar scacco al suo avversario. E’ come un cavallo alato. Un Pegaso. O ancor meglio una chiave di pianoforte di legno, come questa. E non si posa sulla scacchiera! Non salta: vola. E quando gioca la regina? Pura musica!
(Miguel de Unamuno)


L’uomo mite e passivo può giocare in modo brillante sfogando la sua aggressività sulla scacchiera; al contrario, l’uomo aggressivo può trovare una compensazione in un gioco tranquillo.
(Reuben Fine)

Gli scacchi sono l’arte che esprime la bellezza della logica.
(Michail Botvinnik)

Il mio stile è di portare l’avversario, e me stesso, su terreni sconosciuti. Una partita di scacchi non deve servire a testare le tue conoscenze: è una battaglia di nervi!
(David Bronstein)

Non hai bisogno di giocare bene, basta giocare meglio del tuo avversario.
(Anonimo)

Gli scacchi sono la palestra della mente.
(Blaise Pascal)

Il gioco degli scacchi non è un gioco, ma una malattia.
(Henry Campbell-Bannerman)

Gli scacchi sono il più cospicuo spreco di intelligenza umana che si possa riscontrare al di fuori di un’agenzia di pubblicità.
(Raymond Chandler)


Il gioco degli scacchi è sia una cosa saggia sia una pazzia filosofica.
(Giacomo I d’Inghilterra)

È necessario proteggere il proprio Re con il minimo dei pezzi e attaccare il Re avversario con il massimo degli stessi.
(José Raul Capablanca)

Un pezzo disposto male rovina l’intera posizione.
(Siegbert Tarrasch)

Degli scacchi è stato detto che la vita non è abbastanza lunga per essi, ma questo è il difetto della vita, non degli scacchi.
(Irving Chernev)

La più grande capacità negli scacchi risiede nel non consentire all’avversario di mostrarti ciò che è capace di fare.
(Garry Kasparov)

Evita la folla. Pensa in modo indipendente.
Sii il giocatore di scacchi, non il pezzo degli scacchi.
(Ralph Charell)

Una vittoria nata da una mossa sbagliata mi riempie di orrore artistico.
(Wilhelm Steinitz)


Un buon sacrificio è quella mossa, non necessariamente buona, che però lascia l’avversario confuso e incerto.
(Rudolph Spielmann)

Su un’isola deserta porterei tre libri: il Dizionario Grimm, la Bibbia e una raccolta di partite di Capablanca e Alechine.
(George Steiner)

Nei miei 23 anni d’esperienza con gli scacchi ho scoperto che gli allievi che imparano a scuola questo gioco riescono meglio nei loro studi. Gli scacchi aiutano i bambini a migliorare in matematica, fisica e nel compimento delle loro ricerche. Essi aiutano anche i giovani a sviluppare il buon senso e la concentrazione, a pianificare la loro vita ed a seguire le leggi, dando altresì loro confidenza in altre aree di abilità per tutta la vita.
(Orrin Hudson)

No. Non apro mai con e4. Non compio un errore fatale alla prima mossa.
(Siegbert Tarasch)


L’amore è… cercare tutta la tua vita d’insegnare a tua moglie a giocare a scacchi.
(Jan Hein Donner)

Da bambino ero in grado, bendato, di giocare quattro partite a scacchi contemporaneamente. Le perdevo tutte.
(Anonimo)

“Hai i bianchi. A te la prima mossa”.
Mi stava concedendo un vantaggio incredibile: giocare senza la regina è un po’ come fare a pugni con una mano legata dietro la schiena. La cosa, di per sé, mi parve già abbastanza mortificante, ma a quanto pare Tabori non riteneva ancora sufficiente il proprio handicap: infatti, con mio grande stupore, girò la sedia su cui era seduto, dandomi le spalle, e mi annunciò che avrebbe fatto a meno di guardare la scacchiera. Sarei stato io a comunicargli le coordinate di ogni pezzo che avrei mosso, e lui avrebbe fatto altrettanto; e sarei stato ancora io a spostare materialmente sulla scacchiera le figure di entrambi. Se al principio la proposta mi aveva umiliato, ora, paradossalmente, mi divertiva: non solo un braccio dietro la schiena, dunque, ma addirittura una benda sugli occhi. La sua sfida cominciava ad apparirmi come qualcosa di prodigioso.
(Paolo Maurensig)


Iniziai a giocare. Pensavo che avrei potuto colpirlo quando e dove volevo. Per un momento fui sfiorato persino dall’idea di poter barare. Giocavamo senza limiti di tempo. Tabori era davanti a me, voltato di spalle. Di tanto in tanto si accendeva una sigaretta. Probabilmente, sulla parete bianca che aveva di fronte, vedeva più cose di quante non ne vedessi io sulla scacchiera. La partita terminò solo nel tardo pomeriggio, quando Tabori mi annunciò di aver dato il via a una continuazione forzata che portava alla vittoria in sette mosse. E poiché lui seguitava a darmi le spalle, la dimostrazione di quell’asserto, con tutti i suoi corollari, fui io, per ironia della sorte, a doverla eseguire fino allo scacco matto.
Quella fu dunque la prima severa lezione impartitami dal mio maestro, una lezione che demolì il mio amor proprio. Se potevo essere battuto in quel modo, quante migliaia di anni luce mi separavano dall’ideale che intendevo raggiungere?
(Paolo Maurensig)


L’unico gioco che appartenga a tutti i popoli e a tutti i tempi e di cui nessuno sa quale iddio l’abbia portato sulla terra per ammazzare la noia, acuire i sensi, avvincere l’anima.
(Stefan Zweig)

Qualche spiritoso ha detto che gli scacchi sono troppo difficili per essere un gioco e troppo facili per essere una scienza.
(Reuben Fine)

Una partita di di scacchi è divisa in tre parti: la prima, quando speri di avere un vantaggio, la seconda quando credi di avere un vantaggio, e la terza… quando sai che stai per perdere!
(Savielly Tartakower)

Gli scacchi ci insegnano a non perderci d’animo per una sinistra apparenza che i nostri affari potessero avere; ci fanno contrarre l’abito di sperare in una migliore fortuna, e di cercar sempre nuovi espedienti.
(Benjamin Franklin)


A scacchi io mi sforzo sempre di giocare contro i pezzi del mio avversario piuttosto che contro di lui.
(Svetozar Gligorić)

Si deve combattere il concetto, falso, che vuole che ogni colpo debba produrre un guadagno immediato ; i colpi d’attesa hanno in egual misura il diritto d’esistere.
(Aaron Nimzovitch)

Gli scacchi sono la pietra di paragone dell’intelletto.
(Johann Wolfgang Goethe)

Scacchiera : quadrato perfetto, come la nuova Gerusalemme descritta dall’autore dell’Apocalisse, otto case per otto, esaltazione della cifra 4, simbolo dei quattro orizzonti del cosmo…o il nero e il bianco, l’ombra e la luce, il male e il bene che s’intrecciano e si congiungono.
(Robert Couffignal)

Gli scacchi sono un grande gioco. Non importa quanto sei bravo, c’è sempre uno meglio di te; non importa quanto sei una schiappa, c’è sempre qualcuno peggio di te!
(Al Horowitz)


Una mossa cattiva può rovinarne quaranta ben giocate.
(Al Horowitz)

Gli scacchi ci insegnano il potere del “perché?” in modo molto chiaro. Ogni mossa ha una conseguenza ed è in relazione con la strategia generale o non lo è. Se non ci si interroga sulla ragione di ogni mossa si finirà per perdere contro qualsiasi giocatore applichi un piano coerente.
(Garry Kasparov)

La strategia richiede pensiero, le tattiche richiedono l’osservazione.
(Max Euwe)

Gli scacchi, dopo tutto, non sono solo un accumulo di conoscenze; gli scacchi sono dinamici, e ogni conclusione apparentemente definitiva può nella pratica rivelarsi soltanto provvisoria. La verità va provata ogni volta.
(Garry Kasparov)

L’unica cura per il mal di testa è giocare a scacchi.
(John Maynard Keynes)

Chi entra, per la prima volta nella vita, in un circolo di scacchi viene subito riconosciuto. Anzitutto sorride, e di solito gli esperti, in questo come in altri campi, non sorridono, non ne vedono purtroppo la ragione… Solo dopo che ha provato l’umiliazione più bruciante – non quella di essere battuto, ma di non esserne considerato degno – trova alla fine chi si siede di fronte a lui e accetta la partita
(Giuseppe Pontiggia)


Calmi maniaci dai visi ingannatori o esseri irrequieti dall’aria febbrile, gli scacchisti confluiscono al termine della giornata, come un fiume notturno della metropoli, alla ricerca di un nemico da battere. Sono una popolazione di poche centinaia di anime, di ogni nicchia sociale, di ogni professione. Li accomuna un desiderio di vincere pari al timore di perdere.
Nessuno gioca per partecipare – come auspicava il restauratore delle Olimpiadi – ognuno gioca per vincere.
(Giuseppe Pontiggia)

Il gioco degli scacchi è un perenne pentimento.
(Stephen Leacock)

Questo gioco arcaico, matematico, simbolico, non ha nulla dello sport: non produce campioni fatti di carne di manzo, non è cordiale, è silenzioso, maniacale, malsano, genera nevrotici protagonisti di un freddo sogno di simboli e tornei, di numeri e di re.
(Giorgio Manganelli)


Alëchin sosteneva che gli scacchi sono un’arte, mentre Capablanca li vedeva come pura tecnica; per Lasker, invece, gli scacchi significavano lotta.
(Paolo Maurensig)

Negli scacchi non si ha modo di provare niente fintanto che non si è mosso, e allora non si può più correggere il tiro.
(Arturo Pérez-Reverte)

Gli scacchi sono un gioco per la loro forma, un’arte per la loro essenza e una scienza per la loro difficoltà di apprendimento. Vi possono procurare altrettanto piacere che un buon libro o una bella musica, ma non avrete una reale gioia se non riuscirete a giocare bene.
(Tigran Petrosian)

Una volta un computer mi ha battuto a scacchi, ma con la boxe thailandese non c’è stata partita.
(Emo Philips)

Gli scacchi sono costituiti dal trenta al quaranta per cento di psicologia. E questo non esiste quando si gioca con un computer, non puoi confonderlo.
(Judit Polgár)


L’essere umano accetta senza problemi che una macchina corra più veloce di lui. Però difficilmente accetta che essa pensi meglio di lui.
(Mikhail Tal)

Perdere una partita a scacchi contro il tuo computer è come avere dei buchi nei calzini: non è imbarazzante finché sei il solo a saperlo.
(Anonimo)

Il gioco degli scacchi è un mistero come le donne.
(Cecil Purdy)

Quando ti senti una pedina nelle mani di una dama lei ti ha già dato scacco matto.
(Fulvio Fiori)

Il gioco degli scacchi è talmente bello che vale ben la pena di sprecarci la vita.
(Hans Ree)

Il gioco degli scacchi mette a repentaglio il mio fragile intelletto.
D’ora in poi mi dedicherò al baccarat e alla roulette.
(Alfred North Whitehead)


Il piacere di una combinazione di scacchi consiste nella sensazione che è la mente umana ad ispirare il gioco, a dominare dei pezzi inanimati e a dar loro il respiro della vita.
(Richard Reti)

Bobby Fischer era un maestro della chiarezza e un re nell’arte del posizionamento. I suoi avversari vedevano dove stava andando ma non erano in grado di fermarlo.
(Bruce Pandolfini)

Il gioco degli scacchi è un gioco di combattimento puramente intellettuale che esclude il caso.
(Richard Reti)

Gli scacchi sono nella sua essenza un gioco, nella sua forma un’arte, e nella sua esecuzione una scienza.
(Baron Tassilo)

Considero gli scacchi il più onesto tra i giochi, poiché gli avversari non possono nascondersi nulla l’un l’altro.
(Isaac Bashevis Singer)


L’arbitro è negli scacchi ciò che il clown è nel circo. Non è capace di grandi cose, ma senza di lui l’ambiente non sarebbe lo stesso.
(Patrick Legrand)

Ogni momento nella vita è prezioso; per questo gioco a scacchi.
(Joseph Siroker)

Ti dirò un segreto ed è semplice: gioca, gioca soltanto! Perdi un sacco di partite, vincine qualcuna e studia un po’. Allora, come per magia, gli scacchi cominceranno a venire a te.
(Ken Smith)

Una partita a scacchi è un’opera d’arte fra due menti, che deve bilanciare due scopi talvolta disparati: vincere e produrre bellezza.
(Vasilij Smyslov)

Gli scacchi, come l’amore e la musica, hanno il potere di rendere gli uomini felici.
(Siegbert Tarrasch)

La sensazione che lo scrivere, come gli scacchi, fosse un gioco di cui si potesse apprendere la teoria, non sufficiente a vincere la partita, ma almeno a cominciarla.
(Giuseppe Pontiggia)


Il gioco degli scacchi è il gioco che conferisce più onore all’intelletto umano.
(Voltaire)

Tutta la vita dell’uomo, tutta la vita dell’intero universo, non è altro che un interminabile gioco di scacchi sui due campi: bianco e nero; gioco nel quale nessuno vince se non l’infausta morte.
(Wilhelm Heinrich Wackenroder)

È troppo triste rendersi conto che la vita assomiglia al gioco degli scacchi, in cui basta una mossa falsa a farci perdere la partita, con l’aggravante che, nella vita, non possiamo nemmeno contare su di una possibilità di rivincita.
(Sigmund Freud)

La vita è come la tua prima partita di scacchi. Quando inizi a capire come funziona hai già perso.
(Carlos Ruiz Zafón)

Il Destino gioca a scacchi e ti accorgi solo troppo tardi che il Fato gioca con due Regine allo stesso tempo.
(Terry Pratchett)


Nella vita, a differenza che negli scacchi, il gioco continua anche dopo lo scacco matto.
(Isaac Asimov)

Gli scacchi sono una lotta contro l’errore.
(Johannes Zukertort)

Non è una mossa, anche la migliore, che tu devi ricercare, ma un piano realizzabile.
(Evgenij Znosko-Borovskij)

Gli scacchi moderni si preoccupano troppo di cose come le strutture di pedoni. Quello che decide una partita è lo scacco matto.
(Nigel Short)

Quando vedi una buona mossa, aspetta, cercane una migliore.
(Emanuel Lasker)

Diventiamo grandi quando cominciamo a battere papà a scacchi. Diventiamo adulti il giorno in cui lo lasciamo vincere.
(Anonimo)

Ci sono molti scacchi, ma un solo matto.
(Proverbio russo)

La vita è come una partita a scacchi, cambia a ogni mossa.
(Proverbio cinese)


Quando la partita di scacchi è finita, il pedone e il re tornano nella stessa scatola.
(Proverbio irlandese)

Anche l’uomo più forte del mondo ha bisogno di avere una donna al suo fianco, perché quando la vita è un casino, proprio come in una partita a scacchi, la regina protegge il re.
(Anonimo)

Il forte giocatore di scacchi è una persona dotata di un cervello dalle capacità straordinarie che rovina inutilmente davanti a una scacchiera piuttosto che di servirsene per altri fini altamente più importanti.
(Albert Einstein)

Tutti gli scacchisti studiano le vecchie partite – proprio come si imparano le parole di una lingua straniera. Ma dopo aver acquisito un certo numero di vocaboli, devi imparare a usarli, per realizzare il tuo potenziale creativo. Soprattutto se vuoi diventare campione del mondo.
(Garry Kasparov)


Per uno scacchista è ovvio sostenere che essere portati per gli scacchi implichi grande intelligenza, se non genialità, ma purtroppo abbiamo pochi elementi a sostegno di questa teoria.
(Garry Kasparov)

Un maestro di scacchi non cerca la mossa migliore: la vede.
(Garry Kasparov)

Un giocatore di genio è colui che sa trasgredire le regole al momento opportuno.
(Richard Teichmann)

Una caratteristica comune a tutti i giocatori di scacchi sembra quella di non voler ammettere, una volta sconfitti, che la loro posizione era indifendibile.
(Paolo Maurensig)

La vita è un’immensa partita a scacchi, l’importante non è vincere o perdere, bensì essere un giocatore e non una pedina. Poiché il giocatore è fautore del proprio destino anche nella sconfitta, mentre la pedina è vittima degli eventi anche nella vittoria.
(Dino Notte)


Mi sento come si deve sentire un pezzo degli scacchi, quando di esso l’avversario dice: “Questo pezzo è in scacco!”.
(Søren Kierkegaard)

Non siamo che pedoni del gioco degli scacchi, avidi d’azione. Agli ordini del Grande giocatore. Egli ci conduce di qua, di là, sulla scacchiera della vita. Ed alla fine, ci imprigiona nella casa della morte. In modo più leggero. Che tristezza ! Brutalmente decaduti dal rango di cavalier a quello di pedone. E poi, lasciare il gioco del re e dei suoi alfieri. Metto ancora torre contro torre…ed è scacco e matto.
(Omar Khayyam)

Io non muoio, arrocco.
(Daniel Pennac)












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