Cime tempestose

 (L'epilogo che non è mai stato scritto)

«Heathcliff ci sei??» una voce sopraggiunse destando Heathcliff dal suo torpore.

«Sì, Chaty per te ci sono sempre stato anche quando non avrei voluto»

«Oh caro, il vento non è mai passato fra noi, non ha mai cancellato l'attimo d'indefinito che trasforma un momento qualunque in eterno. Quello che lega anima ad anima con un filo rosso sangue. 

Heathcliff si aggirò per la stanza inquieto ma felice, come se dopo diciotto lunghi anni in attesa di Lei, in attesa che il dolore si arrendesse, fossero troppi per veder ora la luce di una felicità tanto a lungo sperata tanto da esplodergli dentro dilaniandolo. Si chiese se fosse davvero pronto.

«Dove sei Chaty? Mostrami il tuo favore!! Sii benigna con chi brama il tuo volto» 

La voce tacque ma un leggero vento spirò regalandogli una carezza che accelerò il battito del cuore stanco di lui. Troppi giorni senza mangiare lo avevano svuotato.

«Vieni da me, perdonaci» disse lei, ad un Heathcliff prossimo alle lacrime. Poi il venticello cessò, e lui gridò con tutte le sue forze sentendo cedergli anche le gambe. Si sdraio nel loculo del letto di lei, lasciando la finestra aperta, e la pioggia prese a battere, cadendogli addosso. Quella pioggia sapeva di lei, aveva il suo odore. Lo sentiva dentro.

«Stai forse piangendo Chaty?? Sono forse le tue lacrime quelle che adesso sento in viso??» chiese lui, stringendo le mani nelle tempie.

«Avrei dovuto scegliere Te, mio amato, separandomi da te mi sono tolta l'anima. Ora puoi raggiungermi e sarà il nostro per sempre. Io e te. Heathcliff come quando eravamo bambini e il mondo insieme era un paradiso, oppure sfideremo gli inferi ridendo come facevamo di Josef.»

Ed infine Heathcliff, chiuse gli occhi e la vide e scese una gran pace in lui, mai provata prima... Sorrise beato.


 

«Heathcliff sei desto??»

«Non lo so Chaty, ma tu continua a parlare che anche se non son desto o sognante son felice lo stesso. Anche da morto mi sentirei in vita con te al fianco che mi parli».

«Oggi il vento profuma di te, di buono Heathcliff. Ti ricordi quando ti rincorrevo fino a spezzarmi il fiato su per la collina??»

«Certo, come potei dimenticare... dove sei Chaty descrivimi dove sei o impazzirò... ho ancora paura del buio sai?»

«Oggi nevica Heathcliff come quel giorno...» rispose la voce portata dal vento.

«Oggi nevica, ed è come averti qui... proprio per quel giorno» riprese dopo un momento la voce di Chaty.

Heathcliff guardava fuori serrando i pugni e putando lo sguardo verso il buio.

«La neve è stupenda guarda come danza e poi leggera sul viso o sulle mani di adagia baciandoti. Chaty nevica sempre nel mio cuore, solo tu eri il sole, il maledettissimo sole d'estate che mi asciugava pure il sangue dalle vene e pur non mi inaridiva mai. Ora sei una voce che bugiarda inganna i miei sensi fino a farmi credere nella sua esistenza. Tu sei morta Chaty!! Se non lo sei allora baciami come mi baciavi quelle notti dove disegnavamo fra i sospiri e i baci il nostro paradiso. Taci Chaty?? Ora taci?? Maledettissima gemella della mia anima!! Mostrami favore! Ti piace dunque esser pregata?» 

Il silenzio cadde assieme al gelo e al silenzio.

«Bugiardissimo Amore! Io non sarei viva?? Non son viva dentro di te o non ti basta questo??» 

La voce scomparve e Heathcliff non esitò a uscire fuori sulla neve di corsa per raggiungere quel posto dove sapeva di poterla ritrovare. Qualcosa dentro lo guidava mentre Chaty taceva.

Il vento ululava, come al comando di un principe guerriero e Heathcliff correva sotto il vento e la pioggia mista a neve. Correva fino ad arrivare lassù dove c'erano le tombe. Scavò nella neve fino a farsi venire le dita viola. Scavò con qualsiasi mezzo fosse lì vicino. Scavò con le lacrime che colavano dagli occhi congestionati. Scavò come se realmente credesse che la sua Chaty stesse aspettando di essere liberata.

«Oh Heathcliff che fai? Mi vuoi per caso far morire dal freddo?» chiese Chaty, cui il vento dava intensità la voce. Lui smise per un attimo ma non rispose e dopo poco continuò nella sua folle ricerca di verità e speranza.

«Heathcliff trovarmi la sotto non ti farà meno bene o meno male di sempre, smetti e torniamo a casa» continuò Chaty. 

La neve, adesso cadeva con più consistenza ricoprendolo e intralciando il suo scavare. A un certo punto la tomba fu libera e prese a scoperchiarla con una Chaty che gli urlava sempre più forte.

«No! Heathcliff no!» 

Ma, lui come sordo l'aprì e la vide. Vide il suo volto ancora in perfette condizioni. La serenità dei suoi lineamenti. Senza tempo.

«La neve mi rovinerà» disse la voce, ma lui come ipnotizzato era incapace di far qualsiasi mossa, se non passarle continuamente la mano dal viso per liberarla dalla neve. Poi prese e si sdraiò addosso a lei come a volerla coprire, come a volersi trasformare in una copertina solo per lei. Lì sopra di lei, con il coperchio della bara mezzo chiuso la neve cessò di cadergli addosso. 

Respirò, anche se con molta fatica e disse: «Mi manchi, lo sa solo Dio quanto mi sei mancata.»

Appoggiando la sua fronte su quella fredda di lei, chiuse gli occhi mormorando: «Taci un momento, dammi un po' di pace e poi non ti disturberò più, lo prometto» 

Restò lì... resto lì per un momento che parve eterno senza parlar più, senza neanche quasi respirare.

Il lezzo di morte comunque era persistente e continuava a pizzicargli il naso involontariamente.

Finché una risata non gli salì in gola e non poté trattenerla esclamando: «Miseriaccia lurida ma quanto puzzi Chaty, Ellen Dean ti avrebbe buttato addosso un secchio con acqua saponata e tu avresti fatto uno delle tue scene fingendoti ingrata anche quando non lo eri nel tuo cuore.» 

Tacque appoggiando di nuovo il mento nella guancia di lei chiudendo gli occhi bagnati dalle lacrime. Non riusciva più a parlare troppa era l'emozione dei ricordi. Ogni tanto sussultava per via del respiro che si era fatto ancor più pesante.

«Vieni via Heathcliff, la neve non scende più e ora che mi dica addio, io comunque sarò sempre con te» riprese la voce di Chaty con il tono tenero che solo a lui riservava.

«Vorrei solo sapere Chaty dove t'incontrerò un domani che io volessi morire. Vorrei sapere se adesso chiudessi gli occhi e non li riaprissi più dove c'incontreremmo tu ed io? Qual è il luogo delle anime maledette come le nostre? Se è l'inferno dove ti trovi come potrei io arrivare a te? Non abbandonarmi per l'eternità io questo pensiero non lo tollero»

«Heathcliff io e te ci potremmo perdere 1000 volte ma 1000 e una volta ci ritroveremmo»

«Dove sei Chaty? Non hai paura del buio anche tu?? Non pregare per l'anima mia piuttosto di a chi c'è lì con te che c'è un uomo che vuole dargli la sua anima solo per poterti stare accanto di nuovo» 

Chaty taceva e un sonno lo pervase dal profondo. Gli saliva dalle gambe fin su fino a confondergli i pensieri.

«Heathcliff non addormentarti, ti prego!» gridò allora Chaty disperata, ma lui non si muoveva.

Dentro Heathcliff il suono del vento era diventato come corde di violino e il tempo e la gravità non esercitavano più alcun potere.

Una voce, la sua, quella di Chaty, una visione, ricordi sparsi, emozioni che non dilaniavano ma davano senso ai sensi e respiro ai polmoni.

Sentiva la vita uscire da lui eppur non si opponeva. Era questo dunque il paradiso? Lo meritava lui forse?

Una carezza sul viso e un bacio sulle labbra umide di pioggia e poi il buio gridando il nome di lei in una landa desolata del suo corpo.

«Heathcliff destati, ora ti porto con me»

Qualcuno parlava, qualcuno lo sollevava.

C'era il profumo di lei nell'aria ma il buio dentro lo respingeva. Lo rinchiudeva nel suo abisso. Ma. lui sapeva che Chaty c'era. Non aveva prove, ma lo sapeva.

Un fiotto di luce aggredì i suoi stanchi occhi, era a casa ed era vivo. Nessuna gioia in questo, solo consapevolezza. Nessuno fece domande, nessuno diede risposte. Heathcliff si chiuse nel suo silenzio aspettando che lei parlasse. Appena riuscì a reggersi in piedi ritornò alla tomba per vedere se era come l'aveva lasciata. Un tremore interno di averla abbandonata lo perseguiva dal giorno del suo risveglio a casa. Per giorni le sue gambe sembravano paralizzato, ma la sua forza di volontà vinse e si rimise in piedi anzi in cammino verso lei. Arrivò alla tomba non più tardi dell'alba. Il cielo stava schiarendosi con is uoi tenui colori. La tomba eri lì, intatta come se nulla fosse successo. S'inginocchiò sulla tomba e a occhi stupiti cerco di capire.

«Heathcliff sei un tipo strano tu! Impetuoso predatore senza remora alcuna, proprio per questo tuo presuntuoso carattere non ti scelsi e nonostante ciò ti amai. Non lasci scelta tu! Per ciò che vuoi!» disse Chaty.

Heathcliff sospirò ma non prese la parola chinando la testa affinché la chioma gli coprisse la fronte e gli occhi ormai sempre lucidi.

Non avrebbe mai capito lei... 

«Non siamo noi a scegliere se vivere o morire» dichiarò Chaty.

«Son morto il giorno stesso che sposasti il tuo damerino, sì quel giorno morì la parte di me che ti avrebbe dato tutto. Che fossi stata avventata è cosa vana, ma di più Chaty di più! Tu rinunciasti alla mia e alla tua vita! E ora rinuncio anche alla mia vendetta perché son stanche le mie ossa di portare le nostre resta, sono stanco di vivere nel ricordo, mi bruci dentro strega maledetta! E ti offendo sì, perché io posso dannazione! Perché ciò che resta di te non è in quella tua bamboccio, ma in me Chaty! Lo hai affidato a me! e mentre ella si da pace io muoio! Ogni giorno muoio per te! Ho capito una cosa è questo l'inferno e tu ora mi aspetti in paradiso!» 

Il cielo si fece grigio in un soffio e qualche goccia iniziò ad imperlare il volto di Heathcliff che si alzò inseguendo quella voce che gli disse: «Vieni Heathcliff, io ti aspetto»

Tornò a casa e si depose nel loculo della camera di lei e sorrise intensamente. 

Adesso sarebbero stati insieme per sempre.

colonna sonora

 


Nella brughiera, era dolce perdersi tra il verde
Fu la pazzia o la gelosia a infuocare il vento.
Non puoi lasciarmi, ma non vedi che ti voglio
Ti ho amato si, ti ho odiato si.

Di notte sognai, cime tempestose sopra me
Che sprofondavo sempre più
Sempre più sempre...crudele Heathcliff
Son io Cathy sono ritornata lasciami entrare
Apri la finestra ho freddo.
Heathcliff son io Cathy sono ritornata
Lasciami entrare apri la finestra ho freddo.

C'è solo buio, e solitudine la tua soglia è gelida
Su cime tempestose sto precipitando,
Torno a casa per te heathcliff
Crudele padrone mio.

Ti porterò via con me da cime tempestose tu volerai
E si alzeranno sopra te, sempre più sempre più crudele 
Heathcliff son io Cathy sono ritornata lasciami entrare apri la finestra ho freddo.
Heathcliff son io Cathy sono tornata
Lasciami entrare apri la finestra ho freddo.

E fammi entrare ho bisogno ancora di te
E fammi bere dal tuo cuore l'anima
Guardami son io Heathcliff - Cathi

Heathcliff -
Lasciami entrare apri la finestra ho freddo -
Heathcliff - Cathy - lasciami entrare - ho freddo



audiopoesia


Gli orizzonti mi circondano come fascine,
inclinati e diversi, e sempre instabili.
Toccati da un fiammifero, potrebbero scaldarmi,
e le loro linee sottili strinare
l’aria di arancione
prima che le distanze da loro trattenute evaporino,
appesantendo il pallido cielo di un colore più solido.
Invece, via via che avanzo, si dissolvono e dissolvono,
come una serie di promesse.

Non c’è vita più alta della cima dell’erba
o del cuore delle pecore, e il vento
si riversa come il destino, piegando
ogni cosa in una sola direzione.
Lo sento che cerca
di svuotarmi del calore.
Se presto loro troppa attenzione,
le radici dell’erica mi inviteranno
a imbiancare le mie ossa in mezzo a loro.

per il Film completo ho trovato una serie rai 

 Cime tempestose fu il terzo sceneggiato televisivo prodotto dalla RAI (dopo Il dottor Antonio del 1954 e Piccole donne del 1955) e precedette di qualche settimana L'Alfiere. Tratto dall'omonimo romanzo di Emily Brontë (Wuthering Heights) venne trasmesso sul Programma Nazionale in quattro puntate, la domenica sera alle ore 21, dal 12 febbraio al 4 marzo del 1956. La regia era affidata a Mario Landi, che curò assieme a Leopoldo Trieste la sceneggiatura, mentre l'adattamento televisivo era dovuto ad Enrico Piceni, anche traduttore del testo del romanzo. Siamo alle origini della televisione: gli esterni sono chiaramente finti (si vedono bene gli sfondi dipinti), con i titoli iniziali che scorrono tipo uno scroll manuale, e soprattutto effetti sonori "artigianali", su tutti il vento che soffia ululando come nei vecchi film dell'orrore! Lo sceneggiato si basa quasi totalmente sull'interpretazione (nettamente di stampo teatrale) degli attori, che puntano molto sull'espressività dei volti e del fisico. Massimo Girotti è un Heathcliff sicuramente diverso da quello che chiunque potrebbe immaginarsi durante la lettura del romanzo (come lo era, del resto, Laurence Olivier nella versione cinematografica del 1939); fisico imponente, volto tragico e tormentato che rimane tale anche nei momenti di cattiveria più pura; Annamaria Ferrero è convincente nel doppio ruolo di Catherine, anch'essa maschera tragica e sofferente, e della figlia Cathy, sofferente sì, ma ribelle e imbronciata, segno di un carattere meno arrendevole grazie al quale cambierà il suo destino. Gli altri attori seguono più o meno anch'essi questo copione recitativo. Tra gli interpreti riconosciamo la giovanissima futura doppiatrice Ludovica Modugno nel ruolo di Catherine bambina. Il tutto permeato da un'atmosfera tipicamente gotica, anche grazie al bianco e nero, che riporta bene lo spirito del romanzo nonostante le numerose modifiche; le parti più crudeli della storia sono state infatti modificate (così come del resto in quasi tutte le versioni del romanzo), probabilmente considerandole inadatte non solo alla sensibilità del pubblico ma alla fama romantica della storia stessa.

1 di 4


2 di 4

3 di 4

4 di 4

 film completo in più parti ma si vede come uno intero
(versione di tre ore riveduta e corretta! Non adatta ai puristi dl libro)


Audiolibro



 


Commenti

Post più popolari